Vincenzo Canci, Lupo di Mare, 1953/56, olio su tela (proprietà Camera di Commercio Chieti) |
Domani,
10 ottobre 2012, chiude i battenti a
Palazzo D’Avalos la mostra retrospettiva su Vincenzo Canci nel centenario della
nascita. Una mostra importante che
ha dato grande impulso alla valorizzazione dell’artista vastese, maestro senza eguali anche nell’arte dell’acquerello.
ha dato grande impulso alla valorizzazione dell’artista vastese, maestro senza eguali anche nell’arte dell’acquerello.
“Volendo tracciare un bilancio dell’iniziativa
– afferma Gianfranco Smargiassi presidente dell’ Associazione Amici di Vincenzo Canci – si può sicuramente dire che
è stato fatto un notevole passo avanti per collocare il nome di Canci al di
fuori dei confini regionali. Un ampio aiuto in tal senso è venuto dal prezioso
catalogo redatto da Bianca Campli
pubblicato da Meta Edizioni. Il risultato più concreto è che ci sono
contatti per realizzare almeno un’altra mostra in una importante città italiana”.
“Anche perché – conclude il nipote dell’artista - sono venute fuori molte altre
opere da esporre in possesso di privati, i quali già hanno già dato la loro
disponibilità a concederle”.
Altro
aspetto positivo della mostra a Palazzo d’Avalos – oltre ai giudizi favorevoli
giunti da più parti - è la notevole
affluenza di pubblico durante tutta l’estate incrementata, nelle ultime
settimane, dalla presenza di studenti di tutte le scuole superiori vastesi,
nonchè degli alunni del corso specialistico di Artistica della Scuola Media Rossetti.
Gli eredi
di Vincenzo Canci sollecitati da enti,
galleristi e privati a mettere in vendita qualche opera della consistente produzione, non ne escludono
l'eventualità. In programma anche una eventuale donazione in favore della
Pinacoteca cittadina.
Per tutte
le informazioni sull’artista, sul catalogo della mostra di Vasto, sulla
medaglia commemorativa del Maestro Mario Pachioli, (dei quali sono rimaste
ormai poche unità) si può contattare l’Associazione
Amici di Vincenzo Canci a Vasto tel. 0873 362 376 email smargian@libero.it
Nicola D'Adamo
Scheda sulla mostra a Palazzo
d’Avalos 20 luglio – 10 ottobre 2012
Nicola D'Adamo
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Vincenzo Canci, 2000, Da Palazzo D'Avalos, ultimo olio. |
VINCENZO CANCI è stato il cantore
della sua città natia, Vasto. Infatti il tema del paesaggio vastese è centrale,
sia per la frequenza con cui ricorre nelle opere, sia per l'intima adesione
dell'artista ad una natura, ad un paesaggio antropico, che finiscono con il
diventare un ubi consistam, un luogo dell'anima, un paradigma esistenziale.
Ma Canci non è stato solo questo. Nella sua lunga attività il pittore ha
toccato molti altri temi, dalla natura morta al ritratto ed alla pittura di genere.
Lo stesso paesaggio offre spunti numerosi a chi si avvicina all'opera del Maestro, poiché modulato in varie tipologie - campagne, marine, paesaggi con animali - e con varie tecniche, dall'olio all'acquerello, in cui Canci raggiunge una rara perizia tecnica, capace di evocare atmosfere rarefatte, che sottraggono il tema alla pura fenomenicità e ne dilatano la dimensione temporale.
La mostra illustra i vari temi dell'opera di Canci, lungo tutto il periodo della sua attività, dagli anni trenta fino al 2000, nell'intento di disegnare un ritratto a tutto tondo dell'artista, che ne preservi tutta la complessità.
Inoltre il confronto con i fermenti culturali e le correnti artistiche che hanno animato il panorama culturale italiano, in un così ampio lasso di tempo, soprattutto a Roma e Milano - città in cui Canci ha soggiornato a più riprese - mira a restituire l'opera del maestro ad una dialettica nazionale, precludendone una lettura angusta e circoscritta alla sola dimensione paesana.
Bianca Campli
toccato molti altri temi, dalla natura morta al ritratto ed alla pittura di genere.
Lo stesso paesaggio offre spunti numerosi a chi si avvicina all'opera del Maestro, poiché modulato in varie tipologie - campagne, marine, paesaggi con animali - e con varie tecniche, dall'olio all'acquerello, in cui Canci raggiunge una rara perizia tecnica, capace di evocare atmosfere rarefatte, che sottraggono il tema alla pura fenomenicità e ne dilatano la dimensione temporale.
La mostra illustra i vari temi dell'opera di Canci, lungo tutto il periodo della sua attività, dagli anni trenta fino al 2000, nell'intento di disegnare un ritratto a tutto tondo dell'artista, che ne preservi tutta la complessità.
Inoltre il confronto con i fermenti culturali e le correnti artistiche che hanno animato il panorama culturale italiano, in un così ampio lasso di tempo, soprattutto a Roma e Milano - città in cui Canci ha soggiornato a più riprese - mira a restituire l'opera del maestro ad una dialettica nazionale, precludendone una lettura angusta e circoscritta alla sola dimensione paesana.
Bianca Campli
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