Grazie alla disponibilità ed alla
sensibilità sociale di una struttura imprenditoriale locale, nonché all’impegno
profuso al riguardo da tutte le Amministrazioni interessate, che hanno
costantemente seguito l’attività, si è concluso in Abruzzo il progetto
interministeriale denominato “MARINANDO”, il cui scopo principale è quello di
favorire il reinserimento dei minori nella società attraverso attività
lavorative sia a bordo delle unità da pesca sia sulle relative strutture
operanti sul
demanio marittimo.
E’ stato assunto nel mese di agosto,
infatti, presso la VASTO
PESCA , un minore che – già entrato nel passato nel circuito
penale – è stato segnalato dal Centro per la Giustizia Minorile
per Abruzzo, Molise e Marche al fine di un inserimento in un progetto di
recupero sociale.
Tale progetto – col quale si è dato
attuazione a livello locale – all’Accordo Operativo sottoscritto fra la Direzione Marittima
di Pescara ed il Centro per la Giustizia Minorile de L’Aquila, ha concluso per la Regione Abruzzo
l’attuazione del protocollo d’intesa già siglato – a livello nazionale – tra il
Ministero della Giustizia – Dipartimento per la Giustizia Minorile ,
ed il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Comando Generale del
Corpo delle Capitanerie di Porto.
In tale progetto il minore è stato
seguito – oltre che da qualificati funzionari della professionalità di Servizio
Sociale dell’Ufficio Servizio Sociale Minorenni, anche dal Comandante
dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Vasto in qualità di “Tutor”, coadiuvandolo ed assistendolo
nell’intero iter di recupero.
E’ opportuno sottolineare come l’inserimento
di tali giovani in una particolare e specifica realtà produttiva costituita da
strutture che comunque operano con il mare inteso quale risorsa economica,
concretizzi un sicuro strumento di stimolo per la riscoperta di quei valori di
solidarietà, di generosità e di altruismo, propri degli uomini di mare – valori
sottolineati ancor più dal modello di relazione interpersonale che nella
marineria è naturalmente e tradizionalmente sancito dal rispetto delle regole,
dall’autodisciplina, dall’aggregazione, dal rapporto umano – il tutto in uno
scenario – il mare – da sempre sinonimo di libertà, di personale riflessione,
di momento di interiore maturazione.
Con tale Protocollo, quindi, il
Corpo delle Capitanerie di Porto -
Guardia Costiera ha inteso in particolare
assolvere questo impegno quale ulteriore segno della profonda attenzione oltre
che per tutti i compiti istituzionali anche per la propria funzione
socio-culturale e per le tematiche correlate al rispetto della legalità.
Vasto, 11/09/2012
T.V.(CP)
Giuliano D’URSO
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