Bosone di Higgs esiste,
previsto 48 anni fa
(ANSA) - GINEVRA, 4 LUG - E' stata scoperta la
''particella di Dio'', ossia il bosone di Higgs grazie al quale ogni cosa ha
una massa. L'esistenza della particella prevista 48 anni fa e' stata annunciata
al Cern di Ginevra. I dati, accolti da un applauso fragoroso, sono stati
presentati dagli esperimenti Cms, coordinato dall'americano Joseph Incandela, e
Atlas, coordinato dall'Italiana Fabiola Gianotti. Entrambi indicano che il
bosone di Higgs ha dimensioni comprese fra 125 e 126 miliardi di elettronvolt
(GeV).
Coincidenza tra lo storico annuncio e il meeting annuale dei giovani ricercatori con i premi Nobel.
Ieri sul sito Le scienze un’intervista video a
LUCA PERROZZI che lavora al CERN proprio in uno dei due esperimenti relativi
all’annuncio di oggi.
Luca Perrozzi ricercatore del Cern, al meeting di Lindau, intervistato in video da Le Scienze, sulla storica scoperta. |
Speciale Lindau: aspettando Mr. Higgs
C’è grande
fibrillazione tra i ragazzi che partecipano al meeting. Quando è stato scelto
di dedicare l’appuntamento di quest’anno alla Fisica, o quando è stata decisa
la settimana in cui si sarebbe svolto l'incontro, nessuno poteva prevedere che
avrebbe coinciso con l’annuncio degli ultimi, si spera definitivi, risultati
sulla caccia al bosone di Higgs. E invece i ricercatori che sono qui si trovano
a vivere nella fortunata circostanza di assistere a un annuncio storico per la
fisica come quello che verrà dato domani da Ginevra seduti accanto a 25 Premi
Nobel, alcuni dei quali profondamente coinvolti nella storia della fisica delle
particelle, a cominciare dall’italiano Carlo Rubbia. Così dalla mattina di
oggi, martedì, i passaparola si sono intensificati e Martinus Veltman, Nobel
nel 1999 per i suoi studi sulle proprietà delle particele subatomiche, ha
scherzato a lungo, presentandosi sul palco con un giornale, per dire che la
notizia ancora non c’è, ma domani…
E tra i giovani ricercatori di ogni paese ce ne sono alcuni, ovviamente, più coinvolti di altri dall’atmosfera che si respira. Come l’italiano Luca Perrozzi, che dopo il dottorato all’Università di Padova adesso lavora, guarda un po’, al CERN, proprio in uno dei due esperimenti coinvolti dall’annuncio di domani.
E tra i giovani ricercatori di ogni paese ce ne sono alcuni, ovviamente, più coinvolti di altri dall’atmosfera che si respira. Come l’italiano Luca Perrozzi, che dopo il dottorato all’Università di Padova adesso lavora, guarda un po’, al CERN, proprio in uno dei due esperimenti coinvolti dall’annuncio di domani.
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