Chiara Palmieri, qui con un koala, docente universitario di Veterinaria in Australia
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Chiara, quali sono stati i passaggi che da Vasto ti hanno portata a Brisbane?
"In realtà, ho lasciato Vasto già nel 1997 per
iscrivermi alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo. Dopo aver conseguito
la laurea specialistica ed aver completato il dottorato di ricerca in Patologia
Ultrastrutturale, ho iniziato a lavorare nel 2005 come ricercatore
universitario presso la stessa Facoltà nel settore della Patologia Veterinaria.
L’avventura australiana è iniziata solo ad aprile di quest’anno quando ho
accettato una offerta di lavoro come Professore Associato presso la School
of Veterinary Science dell’Università del Queensland ed, insieme a mio marito,
sono partita alla volta del “Down Under”.
Come hai imparato l’inglese?
A dire la verità, non ho
frequentato corsi specifici, ma, partendo da una buona base scolastica, in questi anni, ho avuto modo di “allenarmi” attraverso la partecipazione a convegni europei ed internazionali, le collaborazioni scientifiche con ricercatori stranieri e la pubblicazione di articoli su riviste in lingua inglese. Ho avuto anche la possibilità di lavorare per alcuni mesi all’estero, ed in particolare presso il California Animal Health and Food Safety Laboratory System – School of Veterinary Medicine (UCDavis) in California ed il Research Institute of Animal Production di Praga. Ovviamente, ora avrò modo di migliorare e perfezionare l’inglese grazie al mio lavoro ed al contatto quotidiano con il life style australiano.
frequentato corsi specifici, ma, partendo da una buona base scolastica, in questi anni, ho avuto modo di “allenarmi” attraverso la partecipazione a convegni europei ed internazionali, le collaborazioni scientifiche con ricercatori stranieri e la pubblicazione di articoli su riviste in lingua inglese. Ho avuto anche la possibilità di lavorare per alcuni mesi all’estero, ed in particolare presso il California Animal Health and Food Safety Laboratory System – School of Veterinary Medicine (UCDavis) in California ed il Research Institute of Animal Production di Praga. Ovviamente, ora avrò modo di migliorare e perfezionare l’inglese grazie al mio lavoro ed al contatto quotidiano con il life style australiano.
In che cosa consiste il tuo lavoro di “professore associato” in Australia?
Nella mia posizione accademica e come patologo
veterinario, devo ripartire il mio lavoro tra attività didattica, di ricerca e
servizio di diagnostica (oltre all’attività amministrativa di routine). Per quanto riguarda la didattica, nel secondo
semestre insegnerò patologia e tossicologia dell’apparato riproduttore e degli
organi endocrini ed alcuni aspetti di patologia generale legati al meccanismo
dell’infiammazione, e avrò la possibilità si svolgere esercitazioni pratiche di
istopatologia veterinaria e patologia aviare, oltre a continuare l’attuale
modulo di tecniche necroscopiche (ovvero l’esame anatomo-patologico per la
diagnosi delle cause e delle modalità di morte degli animali).
Altri
aspetti?
Ho sempre creduto che un docente universitario, per
essere tale, debba impegnarsi nell’attività di tutor con gli studenti, aiutarli
durante il tirocinio, l’attività in laboratorio pre-laurea e la preparazione
della tesi … ed è questo uno dei ricordi più belli legato alla mia attività
lavorativa italiana! Un aspetto
sicuramente affascinante di questa avventura australiana è quello di dover
lavorare con specie animali e malattie che per noi italiani risultano
“esotiche”, ad esempio tutto ciò che riguarda i koala, i canguri o animali
affini. La mia attività di ricerca è
incentrata sulle patologie dell’apparato riproduttore, in particolare le
malattie testicolari e prostatiche del cane – considerato un modello di studio
per i tumori prostatici dell’uomo – e le anomalie placentari in gravidanze
ottenute mediante tecniche di manipolazione in vitro negli animali da
reddito. Altre passioni – perché la
ricerca è “passione” – sono la patologia aviare e gli studi di oncologia
veterinaria eseguiti mediante il microscopio elettronico. Un'ulteriore aspetto
interessante del mio lavoro è legato all’attività diagnostica, che si basa
sulla diagnosi delle patologie mediante l’osservazione dei vetrini istologici
al microscopio ottico o l’esame post-mortem di tutte le specie animali, dal
cane al bovino passando attraverso le specie selvatiche, i rettili, i volatili.
Un’occasione, questa, in cui il confronto con gli altri colleghi è di vitale
importanza, così come il capire che “non si è mai arrivati”, ma c’è sempre
qualcosa di sorprendente che ti innesca la voglia di studiare, capire e perfezionarsi.
Chiara Palmieri, a destra, al microscopio ottico con i colleghi patologi della School of Veterinary Science (Gatton campus - University of Queensland) |
Devo dire che mi trovo benissimo, anche perché
l’Australia è un Paese in cui la diversità è la regola ed è universalmente
accettata. Nonostante la barriera linguistica, l’integrazione è stata quasi
immediata, anche perché in campo scientifico è normale convivere e lavorare in
un ambiente multirazziale. Anzi, la presenza di competenze con un background
culturale e professionale completamente diverso, rappresenta un momento di
arricchimento e di confronto con approcci di lavoro e punti di vista anche
divergenti, ma per questo ancora più stimolanti!
Tu lavori in un campo molto specialistico, cosa hai
fatto per acquisire le giuste competenze?
Nel mio lavoro, penso che sia stato fondamentale
avere un mix di curiosità, interesse, entusiasmo, voglia di capire e
aggiornarsi, oltre ad una base scientifica acquisita durante gli anni
universitari e l’attività lavorativa post-laurea. Un momento importante è stato
anche la preparazione per l’esame dell’ European College of Veterinary Pathologists
(ECVP) e quindi la partecipazione a corsi di formazione in Italia e in Europa
(Irlanda, Finlandia, Spagna) e al periodo di training presso l’Università di
Milano.
E con Vasto come la metti?
Ovviamente continuo ad essere fortemente legata a
Vasto ed, in particolare, a Vasto Marina (dove sono cresciuta)… anche se a circa
16.000 km
di distanza! Uno dei progetti che mi piacerebbe sviluppare, magari durante le
mie “vacanze vastesi”, è raccontare la mia esperienza agli studenti delle
scuole superiori, per mostrare un possibile percorso alternativo da
intraprendere dopo la maturità.
Cosa consigli ai giovani che intraprendono l’università o sono in cerca di lavoro?
Se il buongiorno si vede dal mattino, Chiara PALMIERI può esserne felice: questo prestigioso riconoscimento in Australia è il segno tangibile che la sua preparazione è stata apprezzata e valutata a dovere. Per il futuro non ha problemi: continuerà a fare come ha sempre fatto, raggiungendo step by step le vette del successo.
Noi le auguriamo una brillante carriera accademica!
NICOLA D'ADAMO
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