Intervento di Davide D'Alessandro capogruppo di FLI
Certo, presentare il cartellone
delle manifestazioni estive il 2 luglio, per una città a vocazione turistica, è
grave, molto grave, ma il “problema Vasto” non
si risolve presentandolo a
febbraio e annunciando Ranieri invece della Vanoni, Fresu invece dell’orchestra
di Kiev. Il “problema Vasto” risiede in una decadenza accolta, subita e mai
combattuta. Mai combattuta con le strategie, con le infrastrutture, con i
servizi, con l’offerta. Ecco, l’offerta! Nelle università si parla di offerta
formativa; tra i partiti, di offerta politica; nelle città che insistono lungo
l’Adriatico, da Trieste a Otranto, di offerta turistica. A Vasto, di grazia,
qual è l’offerta? Che cosa è stato fatto, dopo Aqualand, per stimolare l’arrivo
dei turisti? La sensazione, ma direi la certezza, è che a Vasto ha fatto tutto
madre-natura, regalandoci un panorama suggestivo, uno sguardo d’amore senza
fine. Ma la classe politica? La classe politica è rimasta a guardare, perché
quando Berta filava, filava anche Vasto. Del resto, ha sempre ricordato
Francesco Moser, in discesa rotolano anche i sassi. Però, arriva il tempo della
salita, devi scalare i Pirenei e se non sei attrezzato, gli altri ti lasciano
sulle gambe; quando tagliano il traguardo del Gran Premio della Montagna, tu
sei lì che arranchi prima di stramazzare a terra esausto. L’estate sta finendo,
anzi, negli ultimi anni, non è mai cominciata. Servono a poco i lamenti che
puntualmente giungono da questo o quel settore, da questa o quella parte
politica. La domanda è una sola: che cosa vogliamo fare, non dire, per
risolvere il “problema Vasto”? Vogliamo puntare sulla conservazione o sullo
sviluppo? Sull’agricoltura o sul turismo? Sulle fabbriche che chiudono o sulla
“vendita” della nostra favolosa cartolina? Vogliamo affrontare la gestione
quotidiana dei topi che spuntano nelle piazze del centro storico, oppure vogliamo
progettare anche il rilancio? Ecco a che cosa servirebbe l’incontro, non più
eludibile, tra forze politiche responsabili. Non a scambiarsi assessorati, ma a
decidere, a votare sì al cambiamento vero, ai progetti da realizzare di chi
vuole intraprendere. Occorre un patto vero tra la decisione politica e
l’investimento imprenditoriale. Quel “patto per il territorio” tanto caro al
sindaco Lapenna, ma ancora lettera morta. Speriamo che il viaggio a Buenos
Aires porti consiglio. Consiglio e decisione. L’estate sta finendo. In tutti i
sensi.
Davide D’Alessandro Capogruppo Futuro e Libertà
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