giovedì 28 giugno 2012

Turismo e sviluppo: "l'estate sta finendo", ci vuole subito una vision per il nostro territorio

"Occorre un patto vero tra la decisione politica e l’investimento imprenditoriale".

Intervento di Davide D'Alessandro capogruppo di FLI
Certo, presentare il cartellone delle manifestazioni estive il 2 luglio, per una città a vocazione turistica, è grave, molto grave, ma il “problema Vasto” non
si risolve presentandolo a febbraio e annunciando Ranieri invece della Vanoni, Fresu invece dell’orchestra di Kiev. Il “problema Vasto” risiede in una decadenza accolta, subita e mai combattuta. Mai combattuta con le strategie, con le infrastrutture, con i servizi, con l’offerta. Ecco, l’offerta! Nelle università si parla di offerta formativa; tra i partiti, di offerta politica; nelle città che insistono lungo l’Adriatico, da Trieste a Otranto, di offerta turistica. A Vasto, di grazia, qual è l’offerta? Che cosa è stato fatto, dopo Aqualand, per stimolare l’arrivo dei turisti? La sensazione, ma direi la certezza, è che a Vasto ha fatto tutto madre-natura, regalandoci un panorama suggestivo, uno sguardo d’amore senza fine. Ma la classe politica? La classe politica è rimasta a guardare, perché quando Berta filava, filava anche Vasto. Del resto, ha sempre ricordato Francesco Moser, in discesa rotolano anche i sassi. Però, arriva il tempo della salita, devi scalare i Pirenei e se non sei attrezzato, gli altri ti lasciano sulle gambe; quando tagliano il traguardo del Gran Premio della Montagna, tu sei lì che arranchi prima di stramazzare a terra esausto. L’estate sta finendo, anzi, negli ultimi anni, non è mai cominciata. Servono a poco i lamenti che puntualmente giungono da questo o quel settore, da questa o quella parte politica. La domanda è una sola: che cosa vogliamo fare, non dire, per risolvere il “problema Vasto”? Vogliamo puntare sulla conservazione o sullo sviluppo? Sull’agricoltura o sul turismo? Sulle fabbriche che chiudono o sulla “vendita” della nostra favolosa cartolina? Vogliamo affrontare la gestione quotidiana dei topi che spuntano nelle piazze del centro storico, oppure vogliamo progettare anche il rilancio? Ecco a che cosa servirebbe l’incontro, non più eludibile, tra forze politiche responsabili. Non a scambiarsi assessorati, ma a decidere, a votare sì al cambiamento vero, ai progetti da realizzare di chi vuole intraprendere. Occorre un patto vero tra la decisione politica e l’investimento imprenditoriale. Quel “patto per il territorio” tanto caro al sindaco Lapenna, ma ancora lettera morta. Speriamo che il viaggio a Buenos Aires porti consiglio. Consiglio e decisione. L’estate sta finendo. In tutti i sensi.
Davide D’Alessandro  Capogruppo Futuro e Libertà

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