venerdì 1 giugno 2012

La cappella della Madonna del Soccorso, "scavata in un masso cubico", ha origini antichissime

 Dal 1817 al 1847 fu utilizzata per la sepoltura dei neonati non battezzati. Murata la porta d’ingresso, venne praticata un’apertura nella volta per permettere di calare i corpi dall’alto.

La piccola cappella in via Ciccarone



Percorrendo Via Ciccarone, poco prima dell’incrocio che conduce verso la Chiesa di S. Giovanni Bosco, lungo la strada si nota la piccola cappella della Madonna del Soccorso.
Probabilmente in origine doveva essere un tempietto pagano. Lo storico Luigi Marchesani nella sua Storia di Vasto riferisce: “Ad ignota Divinità minore era dedicata la cappellina scavata in masso cubico, lungo la strada della Penna, nella
 contrada del Carcere. Portiamo questo giudizio dal paragonarla all’uguale cappellina, ch’ergevasi nella salita di Alcantara, e sulla di cui porta se ne leggeva la consacrazione all’imperatore Trajano”.Verso il 1600 sul sito fu costruita la cappella dedicata alla Madonna del Soccorso, ma nel 1644  “non era ancora a sacro uso convertita”, in quanto nel 1674 Diego D’Avalos dichiarò di possedere in contrada del Carcere, la cappella dedicata alla Madonna del Soccorso.
Successivamente, per permettere la celebrazione della S. Messa ogni sabato e nei giorni festivi della Madonna, Diego D’Avalos cedette al Capitolo di S. Pietro tre pezzi di terreno sotto le Lame.
Caduta in rovina già alla fine del ‘700, priva di tutto, persino delle imposte, la cappella venne utilizzata come rifugio dai viandanti. Dal 1817 venne utilizzata per la sepoltura dei neonati non battezzati ed impenitenti: murata la porta d’ingresso, venne praticata un’apertura nella volta per permettere di calare i corpi dall’alto. In precedenza, come ricorda il Marchesani, i corpi dei bambini venivano sepolti nel terreno adiacente a S. Donato, nel piano del Castello.
Lo spettacolo che si presentava davanti agli occhi della gente era riprovevole, tanto che Mons. Giosuè Maria Saggese, Arcivescovo di Chieti, in data 28 settembre 1847, si vide costretto a scrivere al Sindaco: “Nella S. Visita delle Chiese qui eseguite, nel veder la Chiesa della Madonna del Soccorso, di patronato di cotesto Comune da per ogni parte murata, mi si è detto che era talmente pieno di cadaveri, che né anche l’Altare vi si possa osservare, e che ivi stanno e si pongono i cadaveri degl’Impenitenti e dei Fanciulli non battezzati.
Mentre non può negarsi che la suddetta Chiesa, come risulta dalla Storia e patrie tradizioni, e conseguentemente non possono starvi gli enunciati Cadaveri come in luogo sacro; io prego Lei a prendere tutto ciò in considerazione, e dirmi cosa pensasi di fare sul riguardo…”.
Dopo ancora un lungo periodo di abbandono, nel 1950, il parroco don Romeo Rucci la riapriva al culto facendo celebrare la S. Messa nella festa della Madonna del Soccorso, il 21 novembre, così come si faceva anticamente.

Lino Spadaccini

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