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Carlo Santoro, ingegnere, PhD in Architettura e Costruzione, cresciuto professionalmente in Cina |
In
questi anni è stato ricercatore per il dipartimento di architettura
dell’Accademia delle Scienze Cinesi e ha conseguito il post-dottorato di
ricerca presso il Centro Studi Scientifici Beni Culturali della stessa
Accademia.
Attualmente e’ progettista associato per lo studio internazionale di architettura
Zeidler a Pechino.
E’
inoltre membro dell’associazione internazionale di
Psicologia dell’Arte “Jartrakor” e fondatore del Laboratorio di ricerca multidisciplinare Metaestetica presso il distretto artistico 798 di Pechino.
Psicologia dell’Arte “Jartrakor” e fondatore del Laboratorio di ricerca multidisciplinare Metaestetica presso il distretto artistico 798 di Pechino.
Infine
e’ autore del libro “Pechino, La Citta ’ Nuova” pubblicato dalla casa editrice Skira’,
corrispondente esteri (Cina) per la rivista di Architettura “Compasses” edita a
Dubai e membro di redazione della rivista “Psicologia dell’Arte”.
Carlo, da Vasto in Cina come mai?
Da Vasto alla Cina passando per Roma, direi. Erano
gia’ tre anni che ero chiuso nel seminterrato dello studio romano del prof
Claudio Greco - dividendomi tra la ricerca all’universita’, la vita di assistente
e quella professionale - quando arrivò una proposta che diede una svolta alla
mia carriera.
Di cosa
si trattava?
Claudio Greco mi chiese di partire con lui per
condurre una ricerca sul recupero di un villaggio di case tradizionali in terra
cruda sepolte della giungla tra le montagne della provincia cinese del Fujian,
ho colto subito l’occasione per respirare un po’ d’aria nuova. Ancora con le
scarpe sporche di fango abbiamo chiuso la documentazione per la pubblicazione
con l’aiuto dei nostri colleghi di Pechino nell’allora cadente edificio dell’Accademia
delle Scienze. Ricordo ancora quell’inverno pechinese del 2003, talmente rigido
che eravamo costretti a indossare i guanti per digitare sulla tastiera dei
computer. Fuori dalle finestre pero’ una immensa distesa di cantieri.
Vuoi
dire che in Cina le prospettive erano tante ?
In effetti, tornare al tranquillo tramonto romano
non aveva piu’ senso e con Claudio decidemmo di mettere a frutto il suo lungo
rapporto con il direttore dell’Accademia, Xu Mao Lu, e una volta chiusa la
ricerca per il Ministero, aprimmo il nostro Studio.
E’ in quella fase che, oltre ai progetti, nacque l’idea del libro “Pechino, la Città Nuova ?
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Il libro pubblicato da Carlo Santoro e Claudio Greco |
Sì. Nel 2006, dopo 3 anni, con lo studio avevamo
prodotto un discreto numero di progetti, ma piu’ che altro studiato a fondo le
dinamiche di sviluppo delle maggiori citta’ cinesi e accumulato un mare di
documentazione su Pechino. Decidemmo allora di mettere su carta la
“nostra” Pechino. Preparai l’indice con una breve introduzione per ogni
capitolo di un libro che decidemmo di intitolare Pechino, La Citta ’ Nuova, nel quale
annotare tutte le trasformazioni di cui eravamo stati diretti testimoni. Di li’
a poco firmammo un contratto con la casa editrice Skira’. Trasformammo
l’ufficio in una piccola redazione, accatastando riviste e libri ovunque. Dopo
un anno il piu’ era fatto, non restava che impaginare con i grafici di Milano.
Altre esperienze nel campo della progettazione?
Lo studio all’Accademia stava acquisendo connotati
troppo teorici, era ora per me di mettere in campo sul serio le conoscenze
apprese. Decisi di svoltare definitivamente pagina partendo per Shanghai,
assunto da uno studio di Singapore specializzato in progettazione residenziale
di torri multipiano. Chen Bing, il capo dell’ufficio, mi prese sotto le sue ali
e imparai letteralmente a macinare metriquadri, ogni lotto 30 torri, ogni torre
di 30 piani, 300.000 mq per volta, ogni mese un nuovo incarico, da nord a sud
viaggiai in tutta la Cina. Lo
studio era una macchina efficientissima che produceva appartamenti su
appartamenti.
Carlo, la
tua descrizione dà la precisa idea della frenetica crescita della Cina negli
ultimi anni. Qual è stato il passaggio successivo?
A Pechino si stavano per aprire le Olimpiadi, il
libro era ormai pronto per le stampe, i miei contatti all’Accademia rimanevano
in piedi, anzi si fortificavano. A settembre del 2007 iniziai anche un nuovo
programma di studi per il recupero di un quartiere centrale della antica
capitale.
Trovai l’occasione giusta per combinare tutto
accettando di lavorare per lo studio canadese Zeidler. Ritornai definitivamente
Pechino ad inizio 2008. Fu un periodo senza piu’ un secondo di pausa. Avrei
voluto allungare le giornate. L’attivita’ di ricerca era ripresa a pieno ritmo
con un post-dottorato al Centro Studi Scientifici Beni Culturali della Accademia
delle Scienze. I nuovi contatti mi diedero piu’ accesso ai rappresentati del
governo locale e cosi’ penetrai nel cuore della Pechino antica. Dall’altra
parte da Zeidler i progetti non erano piu’ solo palazzine, c’era di tutto, dai
centri commerciali, agli uffici, edifici pubblici e un gruppo di colleghi
provenienti da tutte le parti del mondo.
Sono passati 4 anni. Oggi sono associato dello
studio Zeidler e dirigo la mia squadra di architetti. Per lo piu’ ci occupiamo
di progettazione urbana a grande scala. Ho smesso di contare i metriquadri e mi
piace pensare in termini di persone. Ogni progetto sara’ l’habitat nel quale si
muoveranno 5.000, 10.000 cinesi della prossima generazione. Ognuno di questi
quartieri, in Italia avrebbe la dimensione di un paese. Il piu’ delle volte
quando vado a visitare il terreno da edificare, l’area e’ completamente vuota.
Negli incontri con i costruttori e governatori si discute di quali attivita’
proporre, come organizzare le strade, dove costruire i parchi pubblici, le aree
verdi dove far scorrere le acque. Il tutto si traduce in edifici da disporre in
maniera coerente ai programmi concordati, anche se io sono inclinato a vederla
in modo un po’ diverso e ogni volta cerco di progettare esperienze piuttosto
che edifici. Proposte per una qualita’ di vita sempre migliore.
Che programmi hai per il tuo futuro?
E con Vasto come la metti?
Italo Calvino in “Le Citta’ Invisibili” ha scritto:
- Sire, ormai ti ho parlato di tutte le citta’
che conosco
- Ne resta
una di cui non mi parli mai.
Marco Polo chino’ il capo.
- Venezia
- disse il Kan
Marco sorrise. – E di che altro credevi che ti parlassi?
Simpatica
l’ultima battuta dell’ing./arch. Carlo Santoro al quale auguriamo un brillante
futuro professionale. Una domanda sorge spontanea: quando riusciremo a frenare
l’esodo dall’Italia di tante energie creative?
Nicola D’Adamo
1 commento:
Propongo un'intervista a quest'altro "cervello vastese" fuggito anni fa.
http://www.francescoevangelista.com/bio/
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