Una indagine dello IARES sul ruolo della SIV nella crescita
del comprensorio. Gli effetti indotti e le variazioni della struttura
produttiva.
Il ruolo che la
SIV ha avuto nello sviluppo del comprensorio è stato oggetto
di analisi economiche e di studi. Nel 1986, promosso dalla stessa Società, si
tenne un convegno che si svolse all' interno dello stabilimento di S. Salvo. Più recentemente è stato lo
IARES, Istituto Abruzzese di Ricerca e Sviluppo, ad interessarsi dell'argomento
con uno studio dal titolo: "L'insediamento SIV nel Vastese - Analisi
territoriale ed economica", che è in corso di pubblicazione.
La ricercatrice dello IARES Gabriella Salvatorelli, che
vi
ha lavorato, anticipa per Vetrosiv i risultati cui si è pervenuti, rispondendo
alle nostre domande.
Perché una ricerca
proprio sulla SIV e l'area del Vastese?
"Lo sviluppo industriale dell'Abruzzo si è avviato con
molto ritardo rispetto al resto dell'Italia, ciò nonostante la nostra regione è
oggi la più industrializzata del Mezzogiorno. Fra gli elementi che hanno
concorso a determinare tale decollo è individuabile l'affermarsi di un modello
di industrializzazione guidata, incentrato sulla grande industria, quale
fattore di propulsione e di crescita economico-sociale. L'installazione della
SIV nell' area del Vastese, la cui localizzazione
è considerata uno dei fenomeni più rilevanti dell'economia
abruzzese in generale e dell'area in particolare, rientra in questo modello di
sviluppo. Il nostro lavoro di ricerca si è proposto
di analizzare le modificazioni economiche e sociali che
hanno caratterizzato il Vastese dagli anni '60 ad oggi ed in quale misura esse
siano state prodotte dalla decisione di installare nell' area un grande
impianto come la SIV
".
Come si configurava
il comprensorio prima del 1962
a livello economico?
"II riconoscimento del nucleo industriale, avvenuto nel
1962, in
concomitanza con la nascita della SIV, segnò l'avvio del processo di
industrializzazione nell'ampia zona del Vastese. Prima che si producessero gli
effetti di tale intervento, la struttura produttiva dell'area era
caratterizzata da una netta prevalenza del settore primario (l'agricoltura) che
assorbiva, al 1961, il 54,98% della popolazione attiva, contro, rispettivamente
il 28,45% del secondario ed il 16,57% del terziario. L'apporto dei settori
extra agricoli era assai modesto tenuto conto che l'industria doveva fare i
conti con una inesistente iniziativa imprenditoriale, con l'assenza di ampi
mercati di sbocco e con una struttura tutt' altro che moderna costituita da
piccole imprese e aziende artigiane. Il terziario, a sua volta, era
completamente sprovvisto di adeguate strutture e politiche di promozione nei
suoi principali settori: commercio, turismo e credito. A causa delle disastrose
condizioni strutturali dell'agricoltura, miseria, depressione e quindi
emigrazione configuravano l'economia appunto prevalentemente agricola
dell'area.
L'unico comune in cui si registrava, all'epoca, una certa
vitalità sia industriale (37,84%) che terziaria (32,25%) era Vasto che assumeva
il ruolo di centro commerciale della zona (ruolo che si è andato consolidando
ancor più nel tempo). In tutti gli altri comuni l'incidenza dei settori;
secondario
" Nel 1971 la popolazione attiva dell'area appare
suddivisa, tra i vari settori produttivi, in maniera più omogenea rispetto al
decennio precedente, pur risultando la percentuale di attivi in agricoltura
assai elevata (41.95%) e sempre più lontana dal dato regionale (27,60%). Se nel
terziario il valore medio dell' area (22,48%) risulta inferiore quello della
regione (35,44%) nel settore industriale si assiste ad una crescita consistente
degli attivi il cui peso percentuale (il 35,57%) si allinea al valore regionale
(36,96%). Motore trainante di tale sviluppo industriale è sicuramente
l'installazione della SIV cui seguirà, nel 1973 quella della Magneti Marelli.
Lo sviluppo economico dell'area in complesso, dagli anni 70 ad oggi, è in gran
parte legato a queste due aziende e soprattutto alla SIV. Nel 1981 la struttura
produttiva dell' area conferma l'andamento già evidenziato nel 1971 delineando,
in maniera più compiuta i caratteri numerici delle tre zone considerate. Nella
zona costiera, al consolidamento dello sviluppo industriale, confermato
dall'alto indice di industrializzazione di San Salvo e da quelli apprezzabili
di Vasto, si accompagna una notevole crescita produttiva del primario che mette
in evidenza un legame industria-agricoltura assai significativo. L'evoluzione
del settore agricolo, infatti, trae proprio dalla industria le risorse
finanziarie che ne favoriscono il miglioramento qualitativo
e la crescita dei
progetti. Anche il settore terziario registra un processo di
concentrazione, soprattutto
nel ramo dei servizi, del credito e del turismo.
Quali valutazioni sui
principali effetti indotti?
A fronte di politiche di intervento che, attraverso la
localizzazione di poli industriali, in aree definite arretrate, non sono riuscite
a promuovere, nella quasi totalità dei casi, un opportuno processo di crescita
economica, l'installazione della SIV rappresenta un raro esempio di approccio
di industrializzazione importata che ha garantito certi effetti. In sintesi si
è avuto uno spostamento della popolazione delle zone montane alla costa, ma
nella fascia collinare una larga parte della popolazione si è stabilizzata.
Molti infatti raggiungono dei comuni della fascia pedemontana
il luogo di lavoro in tempi accettabili. Tale pendolarismo
ha permesso di mantenere in vita numerosi piccoli comuni ed il loro patrimonio
urbanistico, oltre che di tradizioni e di artigianato. Ha consentito inoltre la
sopravvivenza di un'agricoltura part-time che spesso integra il reddito
familiare
basato sul salario industriale percepito. Questo modello di
sviluppo ha prodotto una crescita del reddito pro-capite e dei consumi, una
stabilità dell'occupazione che in complesso ha resistito alle difficoltà degli
anni '80 che sono state risolte con adeguati processi di ristrutturazione. Se
dunque gli effetti moltiplicativi soprattutto occupazionali intesi in termini,
più che numerici, di arricchimento professionale della forza lavoro utilizzata,
sono evidenti, non lo sono, nella stessa misura, gli effetti indiretti
((sviluppo della domanda di beni e servizi promossa nell'area). I dati forniti dall'azienda,
in particolare la tipologia e la struttura delle forniture, mostrano che nell'
area non si è determinato ancora un significativo processo di attivazione di
autonomia imprenditoriale. Ne consegue una dipendenza economica del Vastese
dalla SIV che, in un certo senso, si potrebbe tradurre in un punto di debolezza
del modello di sviluppo sin qui
realizzato. E per la SIV
rappresenta anche una responsabilità molto grande. "
Nicola D’Adamo
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