mercoledì 23 maggio 2012

50° SIV - IL DECOLLO DEL VASTESE

Da VetroSIV, periodico diretto da Nicola D'Adamo, aprile  1992 
Una indagine dello IARES sul ruolo della SIV nella crescita del comprensorio. Gli effetti indotti e le variazioni della struttura produttiva.
1963. La strada a sinistra è quella che passa davanti la vecchia palazzina uffici
della SIV  (non quella del terrapieno).  In lontananza si vede San Salvo
con i suoi  4.000 abitanti. L'autostrada passerà alcuni anni dopo. 




Il ruolo che la SIV ha avuto nello sviluppo del comprensorio è stato oggetto di analisi economiche e di studi. Nel 1986, promosso dalla stessa Società, si tenne un convegno che si svolse all' interno dello stabilimento di S. Salvo. Più recentemente è stato lo IARES, Istituto Abruzzese di Ricerca e Sviluppo, ad interessarsi dell'argomento con uno studio dal titolo: "L'insediamento SIV nel Vastese - Analisi territoriale ed economica", che è in corso di pubblicazione.
La ricercatrice dello IARES Gabriella Salvatorelli, che
vi ha lavorato, anticipa per Vetrosiv i risultati cui si è pervenuti, rispondendo alle nostre domande.

Perché una ricerca proprio sulla SIV e l'area del Vastese?
"Lo sviluppo industriale dell'Abruzzo si è avviato con molto ritardo rispetto al resto dell'Italia, ciò nonostante la nostra regione è oggi la più industrializzata del Mezzogiorno. Fra gli elementi che hanno concorso a determinare tale decollo è individuabile l'affermarsi di un modello di industrializzazione guidata, incentrato sulla grande industria, quale fattore di propulsione e di crescita economico-sociale. L'installazione della SIV nell' area del Vastese, la cui localizzazione
è considerata uno dei fenomeni più rilevanti dell'economia abruzzese in generale e dell'area in particolare, rientra in questo modello di sviluppo. Il nostro lavoro di ricerca si è proposto
di analizzare le modificazioni economiche e sociali che hanno caratterizzato il Vastese dagli anni '60 ad oggi ed in quale misura esse siano state prodotte dalla decisione di installare nell' area un grande impianto come la SIV ".
Come si configurava il comprensorio prima del 1962 a livello economico?
"II riconoscimento del nucleo industriale, avvenuto nel 1962, in concomitanza con la nascita della SIV, segnò l'avvio del processo di industrializzazione nell'ampia zona del Vastese. Prima che si producessero gli effetti di tale intervento, la struttura produttiva dell'area era caratterizzata da una netta prevalenza del settore primario (l'agricoltura) che assorbiva, al 1961, il 54,98% della popolazione attiva, contro, rispettivamente il 28,45% del secondario ed il 16,57% del terziario. L'apporto dei settori extra agricoli era assai modesto tenuto conto che l'industria doveva fare i conti con una inesistente iniziativa imprenditoriale, con l'assenza di ampi mercati di sbocco e con una struttura tutt' altro che moderna costituita da piccole imprese e aziende artigiane. Il terziario, a sua volta, era completamente sprovvisto di adeguate strutture e politiche di promozione nei suoi principali settori: commercio, turismo e credito. A causa delle disastrose condizioni strutturali dell'agricoltura, miseria, depressione e quindi emigrazione configuravano l'economia appunto prevalentemente agricola dell'area.
L'unico comune in cui si registrava, all'epoca, una certa vitalità sia industriale (37,84%) che terziaria (32,25%) era Vasto che assumeva il ruolo di centro commerciale della zona (ruolo che si è andato consolidando ancor più nel tempo). In tutti gli altri comuni l'incidenza dei settori; secondario
e terziario era davvero minima. "
Quali modifiche sono avvenute negli anni'70 e'80?
" Nel 1971 la popolazione attiva dell'area appare suddivisa, tra i vari settori produttivi, in maniera più omogenea rispetto al decennio precedente, pur risultando la percentuale di attivi in agricoltura assai elevata (41.95%) e sempre più lontana dal dato regionale (27,60%). Se nel terziario il valore medio dell' area (22,48%) risulta inferiore quello della regione (35,44%) nel settore industriale si assiste ad una crescita consistente degli attivi il cui peso percentuale (il 35,57%) si allinea al valore regionale (36,96%). Motore trainante di tale sviluppo industriale è sicuramente l'installazione della SIV cui seguirà, nel 1973 quella della Magneti Marelli. Lo sviluppo economico dell'area in complesso, dagli anni 70 ad oggi, è in gran parte legato a queste due aziende e soprattutto alla SIV. Nel 1981 la struttura produttiva dell' area conferma l'andamento già evidenziato nel 1971 delineando, in maniera più compiuta i caratteri numerici delle tre zone considerate. Nella zona costiera, al consolidamento dello sviluppo industriale, confermato dall'alto indice di industrializzazione di San Salvo e da quelli apprezzabili di Vasto, si accompagna una notevole crescita produttiva del primario che mette in evidenza un legame industria-agricoltura assai significativo. L'evoluzione del settore agricolo, infatti, trae proprio dalla industria le risorse
finanziarie che ne favoriscono il miglioramento qualitativo e la crescita dei
progetti. Anche il settore terziario registra un processo di concentrazione, soprattutto
nel ramo dei servizi, del credito e del turismo.
Quali valutazioni sui principali effetti indotti?
A fronte di politiche di intervento che, attraverso la localizzazione di poli industriali, in aree definite arretrate, non sono riuscite a promuovere, nella quasi totalità dei casi, un opportuno processo di crescita economica, l'installazione della SIV rappresenta un raro esempio di approccio di industrializzazione importata che ha garantito certi effetti. In sintesi si è avuto uno spostamento della popolazione delle zone montane alla costa, ma nella fascia collinare una larga parte della popolazione si è stabilizzata. Molti infatti raggiungono dei comuni della fascia pedemontana
il luogo di lavoro in tempi accettabili. Tale pendolarismo ha permesso di mantenere in vita numerosi piccoli comuni ed il loro patrimonio urbanistico, oltre che di tradizioni e di artigianato. Ha consentito inoltre la sopravvivenza di un'agricoltura part-time che spesso integra il reddito familiare
basato sul salario industriale percepito. Questo modello di sviluppo ha prodotto una crescita del reddito pro-capite e dei consumi, una stabilità dell'occupazione che in complesso ha resistito alle difficoltà degli anni '80 che sono state risolte con adeguati processi di ristrutturazione. Se dunque gli effetti moltiplicativi soprattutto occupazionali intesi in termini, più che numerici, di arricchimento professionale della forza lavoro utilizzata, sono evidenti, non lo sono, nella stessa misura, gli effetti indiretti ((sviluppo della domanda di beni e servizi promossa nell'area). I dati forniti dall'azienda, in particolare la tipologia e la struttura delle forniture, mostrano che nell' area non si è determinato ancora un significativo processo di attivazione di autonomia imprenditoriale. Ne consegue una dipendenza economica del Vastese dalla SIV che, in un certo senso, si potrebbe tradurre in un punto di debolezza del modello di sviluppo  sin qui realizzato. E per la SIV rappresenta anche una responsabilità molto  grande. "

Nicola D’Adamo

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