Caro Nicola,
dopo la lettera di mons.
Monterisi che hai pubblicato sul blog con l'appropriato tuo commento, ho pensato
di inviarti un passo che parla della Diocesi di Vasto tratto dal
ponderoso
volume di G. Liberatoscioli "Nicola Monterisi Arcivescovo di Chieti e
Vasto" ( un libro di quasi 500 pagine, pieno di notizie e curiosità con
aneddoti vari ), edito nel 2002 per Tinari di Villamagna, nei "quaderni
dell'archivio arcivescovile di Chieti-Vasto".
DIOCESI DI VASTO
Durante l’Ottocento,
la diocesi teatina fu fortemente ridimensionata
nel prestigio e nel territorio di giurisdizione diocesana. Infatti, se
all’inizio del secolo Pio VII, con la bolla di Circoscrizione del 27 giugno
1818, stabilì che la chiesa arcivescovile di Chieti rimanesse senza Chiese
suffraganee, a metà secolo, per l’impegno del marchese D’Avalos presso la corte
napoletana e le sollecitazioni di Ferdinando II re di Napoli, Pio IX con la
bolla In apostolica omnium ecclesiarum sollecitudine del 23 Luglio 1853, eresse
la diocesi di Vasto, che ebbe come territorio “il distretto di Vasto”, nella
sua circoscrizione territoriale civile allora esistente, separandola dalla
diocesi teatina ( Il provvedimento di Pio VII portò di conseguenza la
soppressione delle diocesi di Campli e di Ortiona. Se la prima fu unita alla
diocesi di Teramo, Ortona fu incorporata alla sede arcivescovile di Lanciano.
Sarà papa Gregorio XVI, il 17 maggio 1834, a ricostituire la diocesi di Ortona
affidandola in amministrazione all’arcivescovo di Lanciano). La bolla di Pio IX
fu eseguita il 14 giugno 1857 e, oltre a istituire come cattedrale la
collegiata , sotto il titolo di S. Giuseppe, stabiliva che , “in verità, l’una
dall’altra in nessun modo dipendano tra loro; tuttavia sia retta da un solo e
medesimo vescovo, il quale perciò
teatino e vastese si dovrà sempre chiamare e sottoscrivere”. Così il governo
della nuova diocesi, composta da 34 Comuni e da 38 parrocchie, fu data
all’arcivescovo di Chieti che prese anche il nome di “amministratore perpetuo
di Vasto”.
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