Ricordo di NELLA LALLI che vive da oltre 50 anni a Bologna. Il rito della nascita del Bambino, il Presepio, la Messa di mezzanotte. L'atmosfera natalizia nelle palazzine dei maestri in via Naumachia
"A MEZZANOTTE C'ERA LA MESSA DI NATALE: NOI RIGOROSAMENTE A SAN GIUSEPPE..." |
Insomma un altro Natale: c'erano gli zampognari, povera gente, che con le loro nenie natalizie, annunciavano la nascita del Bambino e davano la sensazione che stava venendo giù la neve, che ci fosse o no.
IL NATALE NELLE "CASE DEI MAESTRI" (alla fine di via Naumachia). Nelle nostre case c'era la tradizione più bella di tutte! La notte di Natale, quando il Presepio era già pronto e mancava solo la deposizione del Bambinello, arrivava la Schola Cantorum del Maestro Zaccardi, amico di famiglia da sempre, che con i suoi allievi (tutti di una certa età) intonavano i canti classici di Natale, da Adeste Fideles al più popolare Tu vieni dalle stelle. E tutti in ginocchio davanti al Presepio dove il più piccolo della casa (ovviamente mio fratello, classe 1953) avrebbe deposto il Bambinello fra i canti augurali della Schola Cantorum. E poi il brindisi augurale, con spumante (!!!!) e dolci fatti in casa. Ancora ricordo con emozione e commozione le voci calde e baritonali dei cantori, che, persone di comune estrazione, sapevano però comunicare lo spirito essenziale e intimo del Natale. Lo stesso Maestro Zaccardi era di nascita un fornaio, aveva mani che sembravano pale, per via della sua professione. Ma quando suonava, o cantava, era un angelo, e questo è il più bel ricordo del Natale della mia infanzia.
IL PRESEPIO. Dimenticavo, il Presepio era fatto rigorosamente a mano (fondali, grotte di carta colorata ...) con pezzi di cartapesta vecchissimi, e il babbo lo preparava (quasi) personalmente, compresi i laghetti e i ruscelli dove l'acqua scorreva. E i Re Magi si avvicinavano sempre di più, prima con i pezzi piccolini sullo sfondo, poi con quelli medi a metà strada, a finire, il 6 gennaio, con i pezzi grandi, per l'Epifania. E il Presepio veniva sempre "composto" sulle stesse tavole (erano i lati di un lettino per bambini) religiosamente conservate in cantina. E la sera si suonavano i 78 giri con i canti di Natale in dialetto.
LA MESSA. Poi la Messa di mezzanotte: io rigorosamente a S. Giuseppe, insieme con i miei (c'era ancora la mia nonna...), dove si andava almeno un'ora prima, se no non c'era posto per sedersi, e i bambini come me ... in piedi, molto assonnati. Però dopo la messa c'erano i saluti e gli auguri sul sagrato, con le luminarie di Natale, e poi si tornava a casa per mangiare il panettone dopo la "vigilia". E la "vigilia" era allora la pasta con il tonno, in attesa del Natale e del panettone.
CAPODANNO E LA BEFANA. E oltre al Natale, ricordiamoci ancora Capodanno (Maestro Zaccardi e Schola Cantorum) il canto "Buon Capodanno signori". So che in parecchi hanno continuato questa tradizione. E naturalmente mi fa molto piacere.
E infine la Befana. Nel nostro "condominio" (le case dei maestri) , la notte prima dell'Epifania, il figlio più grande della famiglia dell'ultimo piano si vestiva da "befana" e scendeva lungo tutti i piani (tre) accompagnato da canti e auguri e brindisi...Confesso, ho nostalgia per quei tempi in cui valevano ancora semplicità, amicizia, l'essere tutti "core a core". Ancora mi commuovo se penso a quella notte in cui la gente si incontrava, si riconosceva, si abbracciava, si dava gli auguri per il presente e il futuro. Basta, se no mi commuovo troppo, anche se devo dire che dove abito adesso ho la parrocchia di fronte a casa, una di quelle dove si rispettano ancora le tradizioni di un tempo: processioni, veglie e quant'altro...
Un abbraccio e un Buon Natale a tutti gli amici di Vasto.
Nella Lalli (Bologna)
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