L'altro ieri abbiamo pubblicato la poesia di Fernando D'Annunzio "Due Novembre". Il prof. Francesco MUGONI ha inviato una lettera personale a Fernando esprimendo sentite parole di apprezzamento per i suoi versi. Ecco il testo della lettera:
Caro Fernando,
ho letto, ho riletto i tuoi versi "Due novembre", e mi dicevo: "Ma che Musica, che quadro, che volo inquietante quello dell'amico Poeta vastese, D'Annunzio: i suoi versi dimessi illuminano il mistero dell'uomo di sempre, senza pace.
ho letto, ho riletto i tuoi versi "Due novembre", e mi dicevo: "Ma che Musica, che quadro, che volo inquietante quello dell'amico Poeta vastese, D'Annunzio: i suoi versi dimessi illuminano il mistero dell'uomo di sempre, senza pace.
Di fronte alla morte folle e alla vita assurda i suoi versi -dicevo- si librano in alto, sereni e freschi; e sono versi che fanno luce sull'abisso dell'uomo, di ogni uomo; per cui, creano poesia nell'aria dolente dell'autunno,
e note musicali fra l'intreccio delle dimore dei Defunti.
Sì, sono versi che poi sono la vita senza veli in questo giorno segnato dai fiori dei Defunti; ma i versi di Fernando si fanno anche preghiera muta, insistente, insieme diventano chiara speranza, fame di vita, ma di un'altra vita, quella che a noi seguirà, un giorno qualsiasi.
Oggi noi vogliamo forte che quel Domani, terribilmente ignoto, sia un giorno pieno di luce, di sorrisi e di affetti, quelli di una volta, fermi in fondo all'anima di ognuno di noi.
Il nostro amico Fernando, stavolta, e non è la prima, quasi ci prende per mano e ci fa strada, in quella "strada" trafficata assai, ma umanamente buia, e, grazie ai suoi versi e alla lingua ereditata dalla madre, nel giorno dei Morti, in un baleno, ci sospinge dentro una dimensione assolutamente vera, come vero è il senso del suo canto. Poesia, ragione e vita si incontrano felicemente.
e note musicali fra l'intreccio delle dimore dei Defunti.
Sì, sono versi che poi sono la vita senza veli in questo giorno segnato dai fiori dei Defunti; ma i versi di Fernando si fanno anche preghiera muta, insistente, insieme diventano chiara speranza, fame di vita, ma di un'altra vita, quella che a noi seguirà, un giorno qualsiasi.
Oggi noi vogliamo forte che quel Domani, terribilmente ignoto, sia un giorno pieno di luce, di sorrisi e di affetti, quelli di una volta, fermi in fondo all'anima di ognuno di noi.
Il nostro amico Fernando, stavolta, e non è la prima, quasi ci prende per mano e ci fa strada, in quella "strada" trafficata assai, ma umanamente buia, e, grazie ai suoi versi e alla lingua ereditata dalla madre, nel giorno dei Morti, in un baleno, ci sospinge dentro una dimensione assolutamente vera, come vero è il senso del suo canto. Poesia, ragione e vita si incontrano felicemente.
F. Mugoni – prof. di Italiano e Storia
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