martedì 25 ottobre 2011

OGGI Santi Crispino e Crispiniano: una volta a Vasto era la festa dei calzolai


di Lino Spadaccini
Il 25 ottobre la Chiesa Cattolica ricorda i Santi Crispino e Crispiniano, patroni dei calzolai e ciabattini.
Fino a non molti anni fa questa ricorrenza era molto sentita anche a Vasto per la presenza di tanti artigiani del settore (li scarpére), ma ormai questo è uno dei tanti mestieri che va scomparendo e con essa anche la festa.
I Santi Crispino e Crispiniano erano due fratelli di origine romana, appartenente ad una famiglia agiata, che ad un certo punto decisero di farsi cristiani, così di giorno diffondevano la parola del Signore e di notte lavoravano per vivere facendo i calzolai.
Da Roma si trasferirono in Francia dove continuarono a diffondere di nascosto il Vangelo. Scoperti, furono arrestati e torturati, poi condannati a morte e decapitati.
Nell’iconografia popolare solitamente si rappresenta Crispino con le fattezze di un giovane, mentre Crispiniano con quelle di un uomo più attempato. La raffigurazione più comune li presenta intenti a lavorare.
A Vasto, la festa religiosa si svolgeva solitamente nella Cattedrale di San Giuseppe, dove si celebravano le funzioni religiose, con la prima messa all’alba a devozione di Crispiniano Bottari, e una dietro l’altra, senza interruzione, le altre messe fino a mezzogiorno. Alla sera, si svolgeva la benedizione, spari di mortaretti e le copiose offerte da parte dei calzolai in onore del loro santo protettore.
E terminiamo con uno “strambotto” di Antonio Rossetti, conservata manoscritta presso l’Archivio Comunale di Casa Rossetti, dedicata ai Santi Crispino e Crispiniano:
Sotto l’Impero barbaro
Del fiero, ed inumano
Perfido rio crudel Diocleziano,
Voi Santi Nobilissimi
Crispino, e Crispiniano,
Con Ortodosso zelo
Confessando di Cristo il pio Vangelo,
Soffriste con intrepida
Costanza aspro martirio;
Confondendo così gli iniqui increduli;
E al timido Cristiano, e a tutti i deboli,
Deste di ogni coraggio eterno esempio,
Facendo lor veder, come si autentica
La vera fè col sangue, come calcasi
Il bel sentiero, che introduce al Cielo.
Voi dunque, o Santi Eroi,
Pregate Iddio per noi,
Acciò che ci fortifichi
Il core pari a Voi; e che resistere
Faccia a l’afflitta, e misera
Umanità fiacchissima
À tre nemici suoi perversi, ed empii,
Carne, Mondo, e Satanno,
Che troppo strazio ad essa ognora danno.

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