martedì 13 settembre 2011

Vasto Marina anni '30: quel mastodontico "ritrovo mondano" in riva al mare che non vide mai la luce

Elegante kursaal su più livelli con cabine, pontile e trampolino per tuffi, stabilimento elioterapico, campi da tennis e pallacanestro, cucina, bar, emporio, ampia sala da ballo e cinema da 400 posti!

Anni '30: progetto di una struttura turistica di avanguardia per Vasto Marina 

Frontale dell'elegante kursaal

Piccolo pontile per tuffi

Cinema da 400 posti


Chissà come si presenterebbe oggi Vasto Marina se alla fine degli anni ’30 fosse stato approvato il progetto per la costruzione dell’imponente Kursaal.
Osservando il progetto, conservato presso l’Archivio Storico di Casa Rossetti, si ha l’idea di un’opera che avrebbe cambiato il volto della Marina, un “ritrovo mondano”, come lo hanno definito i progettisti, “che attirando i forestieri valorizzi come merita la Città”.
Scopo dell’iniziativa, promossa dal Podestà della città era di “dotare la Marina di uno stabilimento che oltre a rispondere alle esigenze della colonia balneare durante l’estate, possa venire utilizzata durante la rimanente parte dell’anno. Si tratta di un elegante edificio da costruirsi sopra l’arenile, su più livelli”. Nel seminterrato era prevista la presenza di un vasto Emporio, a disposizione dei venditori ambulanti, alcuni piccoli negozi, uno studio fotografico, alcuni locali di servizio, l’infermeria e una cucina per il servizio del piano superiore. Sul lato verso il mare erano previste eleganti cabine a due piani.
Il piano rialzato, a parte la sala da pranzo, era interamente dedicato all’intrattenimento, con la “sala da ballo e sport”, il bar con annessa sala per il gioco, una sala biliardo e una sala lettura. Mentre al piano superiore era prevista una grande sala da 400 posti per cinema, varietà e concerti, con tanto di palcoscenico “smontabile”, spazio per l’operatore cinematografico, camerini e biglietteria. Lateralmente alla struttura erano previste due terrazze all’aperto per godere del bel panorama marino vastese. “L’opera”, scrivono i progettisti pescaresi Attilio Giammaria e Giovanni Barbante, “viene completata da una passerella che si protende nel mare e che finisce con una piattaforma di medie dimensioni dove dovranno appoggiarsi tutti i giuochi marini (trampolino per tuffi, altalena, anelli, campo di palla nuovo etc.). Sulla spiaggia arenosa ai due lati e simmetricamente alla passerella stessa dovranno trovar posto i campi per il giuoco del tennis e della palla canestro”.
Costo totale dell’opera 812.510 lire: una cifra sicuramente eccessiva, che sarebbe stata parzialmente recuperata nel corso egli anni attraverso gl’introiti derivanti dall’affitto delle 32 cabine, del bar, della sala da ballo e della sala cinematografica, stimati in circa 34.000 lire annui.
L’idea iniziale era di sicuro impatto, ma di difficile realizzazione. La possibilità di ottenere finanziamenti pubblici per un’opera del genere, così come progettata inizialmente, sarebbero state molto scarse, per questo l’Ente Provinciale del Turismo consigliò di trasformare il progetto in uno “Stabilimento idroterapico”, o anche in uno “stabilimento balneare con annessi impianti per idroterapia marina”.
Il progetto venne immediatamente modificato, anche per la scadenza dei termini di presentazione, con il piano seminterrato destinato per le cure idroterapiche. Questi i locali previsti: n.11 camerini da bagno con acqua calda a 35-40 gradi, sala delle sabbiature calde con lampade solari, saletta delle polverizzazioni-nebulizzatori, una per le inalazioni secche-umide, una per le irrigazioni ginecologiche ed infine una per le irrigazioni intestinali. Il tutto sfruttando l’acqua di mare, come spiega il presidente della Proloco di Vasto, Prof. Vittorio Bedarida, nella relazione di presentazione “ricca di cloruro di sodio, di calcio e di magnesio ricca di Sali di bromo e di jodio”, che “può essere usufruita per inalazioni di una serie di malattie catarrali croniche, ed anche della gola, del naso e dell’orecchio in processi irritativi ed infiammatori delle prime vie aeree, cioè nelle reniti, nelle farangiti, nelle bronchiti etc.”. Molte altre le applicazioni possibili attraverso l’utilizzo dell’acqua marina, senza dimenticare “le sabbiature calde, associate ad irradiazioni di lampade solari (quarzo) eseguite in speciale terrazza chiusa come in una serra, le quali possono essere di grande giovamento a tutte le forme reumatiche ed artritiche…”.
Il progetto ovviamente è sfumato, probabilmente anche a causa dell’imminente ingresso in guerra dell’Italia, e oggi non ci rimane che un flebile ricordo conservato nel nostro archivio storico.


Lino Spadaccini

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