lunedì 26 settembre 2011

Quell'incidente del 1957 che rimase nella memoria collettiva

Fortunatamente nessun morto
Il 28 agosto 1957 un’autocorriera in servizio Vasto Città  - scalo ferroviario, con trentanove persone a bordo, precipitava in un burrone in località Casarza.
Poteva essere una vera e propria tragedia ma fortunatamente non ci furono vittime. Nell’incidente rimasero ferite 32 persone, delle quali 17 ricoverate in ospedale con prognosi riservata, tre in gravi condizioni. Sul posto si recarono immediatamente le autorità, tra cui il sindaco di Vasto, Idiano Andreini, il vice-prefetto Ruggieri, il questore Oliva e il medico provinciale dott. Solleciti.
Ma vediamo come si sono svolti i fatti secondo le notizie apparse sulla stampa dell’epoca.
Verso le ore 20, l’autocorriera mentre procedeva in direzione di Vasto Marina, per l’improvvisa rottura dei freni, perdeva il controllo del mezzo, il quale a causa della strada in discesa e tortuosa acquistava sempre più velocità e, dopo aver demolito un grosso muro di sostegno sul ciglio della strada, precipitava nel burrone per oltre trenta metri, capovolgendosi più volte. Probabilmente la buona tenuta del tetto dell’autobus ha evitato il peggio.
L’evento ha avuto ampio risalto anche sulla stampa nazionale. La tribuna illustrata gli ha dedicato anche la copertina, con un suggestivo disegno di Vittorio Pisani. “Mentre l’autobus che unisce l’abitato di Vasto (Chieti) alla spiaggia percorreva una strada costiera, caratterizzata da strette curve”, si legge nella didascalia, “l’autista si accorgeva che i freni non funzionavano più. Il pesante automezzo, con 40 persone a bordo, abbatteva un muretto di protezione e compiva un volo di trenta metri, cadendo su un rialzo di terreno, da cui rimbalzava per altri trenta metri, schiantandosi fra alcuni ulivi”.
 “Precipita in un burrone una corriera con 34 persone” è il titolo de “La Stampa” di Torino, mentre l’Unità, riassumendo i diversi incidenti della giornata, da spazio a quello più grave titolando “Un’autocorriera finisce fuori strada e rotola in una scarpata di 30 metri”.

La Stampa
Più dettagliata la cronaca di Espedito Ferrara sul suo Histonium, che cerca di capire le cause del disastro. “Tutti si sono domandati come sia avvenuto il tristissimo incidente”, scrive il giornalista vastese, “in attesa dei risultati ufficiale dell’inchiesta, dalle voci in giro e dalle ammissioni di alcuni ricoverati si desume che la macchina è partita con molto ritardo, verso le ore 20,05 da piazza Rossetti per fare il treno delle 20,11, abbinando il servizio stazione e il servizio spiaggia. La velocità era eccessiva, aggravata dalla discesa e dal numero delle persone sovrabbondante alla capacità della macchina, abbastanza malandata e cigolante, si dice”. A questi informazioni bisogna aggiungere anche la stanchezza dell’autista in servizio dalle otto del mattino. Partito in ritardo da Piazza Rossetti, alla prima fermata a piazza Verdi, l’autista avvisò i passeggeri che la fermata al villino Crisci sarebbe stata soppressa, tanto che due donne, per fortuna loro, scesero dall’autobus. “Preoccupato”, prosegue Espedito Ferrara, “l’autista ha stretto sulla destra cercando di ridurre in qualche modo la corsa, ma al ponte di Casarza la corriera, avendo urtato contro uno sprone di muro dell’abitato ha subito un contraccolpo, che l’ha deviata trasversalmente, senza che l’autista riuscisse a padroneggiare la velocità e la guida. L’automezzo così ha rotto il parapetto del ponte ed è precipitato per una quarantina di metri nel burrone capovolgendosi tre volte e giacendo infine con le ruote in su come un’enorme testuggine rovesciata. Fortunatamente il fondo melmoso e la resistenza dell’imperiale hanno attenuato l’urto, limitando conseguenze più funeste”.
Lino Spadaccini
L'Unità

1 commento:

Pierfrancesco Nardizzi ha detto...

Complimenti per l'articolo.
Per caso c'è qualcuno che ha delle foto di questo incidente? Grazie