Il capogruppo Sisti e il vice capogruppo Sigismondi: “Il Parco della Costa Teatina è privo di qualsiasi progetto, avrà ricadute devastanti per il sistema agricolo e produttivo. E il centro sinistra, privo di strategie, tace nelle sedi istituzionali e urla nelle piazze”
“Il Parco deve rappresentare un’occasione di sviluppo ma così come lo si vorrebbe far nascere, a tutti i costi, rischia solo di ingessare il territorio perché in realtà è privo di qualsiasi progetto. Di qui la contrarietà delle popolazioni ma anche dei Comuni che vedono nel Parco della Costa teatina la negazione di un’occasione di sviluppo”. Lo affermano il capogruppo del Pdl alla Provincia Paolo Sisti e il vice capogruppo Etelwardo Sigismondi che aggiungono: “L’area che oggi si vorrebbe interessata dal Parco, è già oggetto di attenzione ovvero di iniziative concrete: c’è il progetto Via Verde che prevede la realizzazione di una pista ciclopedonale e quelle aree sono state già acquisite dalla Provincia; c’è il Progetto speciale della fascia costiera, che tra l’altro recepisce la Via Verde ; e c’è lo Studio di fattibilità del Comprensorio turistico della Costa dei Trabocchi che grazie ad uno esame approfondito e analitico indica, fra l’altro, le strategie e le azioni per il rilancio del turismo. La progettazione dunque c’è ed è in fase avanzata. Il Parco della Costa Teatina, al contrario, nasce privo di contenuti, non si comprende quale debba essere il suo ruolo, tra l’altro nasce in base ad una legge quadro sulle aree protette voluta principalmente per le zone montane. In questo caso invece è interessata una zona costiera, altamente antropizzata e il Parco avrebbe ricadute devastanti per il sistema agricolo e produttivo. Oggi la corsa alla perimetrazione rischia di provocare solo danni. Se poi il ruolo del Parco deve essere la tutela, allora ci sono altri strumenti: non da ultimi i Consigli comunali potrebbero intervenire con i rispettivi Piani regolatori generali. Il tentativo di addossare la responsabilità all’assessore regionale Mauro Febbo rivela quanto sia stato inadempiente il centro sinistra su questo problema e manifesta l’assenza di una benché minima strategia in quella coalizione: basti pensare che a Vasto, dove il centro sinistra governa da oltre cinque anni e la scadenza del 30 settembre è ben nota da tempo, in Consiglio comunale non si è mai aperto un dibattito. Più in generale il centro sinistra in provincia di Chieti anche sul problema Parco tace nelle sedi istituzionali e urla nelle piazze: secondo la migliore tradizione di chi non ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità”.
Chieti, 10 settembre 2011
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