sabato 3 settembre 2011

Nicola Tiberi: una vita nella ricerca e catalogazione di conchiglie dell’area mediterranea

di Lino Spadaccini
Il 3 settembre del 1885, presso la sua residenza di Resina, vicino Napoli,  moriva il vastese Nicola Tiberi, uno dei più grandi malacologi italiani.
Figlio di Antonio Tiberi, discendente della nobile famiglia vastese, che può vantare tra l’altro la presenza del pittore e poeta Nicola e del letterato Giuseppe, in arcadia Cloneso Licio, dell’illustre studioso vastese non si hanno molte notizie biografiche, ma ci piace immaginare che abbia cominciato ad appassionarsi alla malacologia raccogliendo le tante varietà di conchiglie presenti lungo la nostra costa.
Molto conosciuto e apprezzato negli ambienti scientifici italiani ed europei, Nicola Tiberi ha speso tutta la sua vita nella ricerca e catalogazione di conchiglie dell’area mediterranea. Numerose sono le sue pubblicazioni apparse sulle principali riveste del settore quali ad esempio il Bullettino Macologico Italiano e il Journal de Conchyliologie, stampato in Francia.
Tra i suoi saggi più importanti ricordiamo “Descrizione di alcuni nuovi testacei viventi nel Mediterraneo” (Napoli, 1855), “Des testaces de la Mediterranee qui doivent etre compris dans les genres Lachesis et Nesaea de Risso” (1868),  Articles de conchyliologie mediterraneenne” (1868), Spigolamenti della conchiologia mediterranea” (1869), “Generi e specie della fam. Solariidae, viventi nel Mediterraneo e fossili nel terreno pliocenico italiano” (1872), “Appendice a’ Chitonidi Italiani” (1877), “Fam. Chitonidi. Specie viventi mediterranee e fossili terziarie italiane” (1878), “De quelques mollusques terrestres napolitans ou nuoveaux ou peu connus” (Bruxelles, 1878), “Cefalopodi, Pteropodi, Eteropodi viventi nel Mediterraneo e fossili nel terreno terziario italiano con aggiunte e correzioni” (1880), “Le conchiglie pompeiane” (Napoli, 1879, ristampa anastatica Como, 1979). In ultimo mi piace sottolineare il saggio “Intorno ad alcune conciglie degli Abruzzi”, apparso per la prima volta sulla rivista tedesca Malacozoologische Blätter (1868), e riassunto successivamente, con l’aggiunta di alcune note, sul Bullettino Malacologico Italiano, dove è presente una nota che testualmente cita: “La patria dell’Autore di queste note, al presente domiciliato in Portici, presso Napoli, è vasto, in Abruzzo Citra, posto sull’adriatico e detta anticamente Histonium”.
Poco prima della morte del Tiberi, la sua ricca collezione venne acquistata da un altro illustre e conosciuto esperto di malacologia, il palermitano Tommaso Allery Di Maria, Marchese di Monterosato. La notizia dell’avvenuta acquisizione venne sottolineato positivamente dal Journal de Conchyliologie perché in tal modo non si sarebbe disperso un patrimonio inestimabile: “Nous félicitons notre honorable confrère et ami de Palerme de cette acquisition, grâce à laquelle la remarquable réumion de raretés méditerranéènnes, provenant particulièrement des fonds coralligènes, qui avait été formée, depuis tant d’années, par le Dr Tiberi, ne sera point dispersée et perdue pour la science”.
Giacinto Barbarotta nella prima parte del secondo volume delle Iscrizioni italiane, gli ha dedicato la seguente epigrafe:
A
NICOLA TIBERI
DOTTO MEDICO
OTTIMO CLINICO:
NELLE SCIENZE NATURALI
VERSATISSIMO
NON POCHE VARIETÀ DI CONCHIGLIE
RINVENNE
DILIGENTEMENTE DESCRISSE:
O ELETTISSIMO INGEGNO
VECCHIO ED ONESTO LIBERALE
TU PURE ACCRESCI IL BEL NUMERO
DEI NOSTRI VIRTUOSI VASTESI

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