La capillare organizzazione dei Balilla e i campi estivi fascisti. Anche da Vasto una nutrita rappresentanza.
Avanguardisti Vastesi ai Campi Dux, settembre 1931 |
Con l’avvento del fascismo gli italiani furono subito inquadrati militarmente, a cominciare dalle prime classi delle scuole elementari e sino ai 55 anni, attraverso capillari organizzazioni. Perni della manovra furono la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e l’Opera Nazionale Balilla.
L’Opera Nazionale Balilla fu istituita il 3 aprile 1926 come ente autonomo, per riorganizzare i movimenti giovanili che dal 1922 al 1925 erano andati prosperando, e venne affidata alla guida dell’ex ardito Renato Ricci, nuovo sottosegretario all’istruzione. L’ONB, che Ricci avrebbe diretto per oltre undici anni, di fatto militarizzava i ragazzi dagli 8 ai 14 anni nel corpo dei “balilla” e quelli dai 14 ai 18 negli “avanguardisti”. I più anziani dei due gruppi aggiungevano il nome di “moschettieri”. Per le bambine e le ragazze, c’erano, secondo le stesse divisioni d’età, le formazioni delle “piccole italiane” e delle “giovani italiane”.
Furono questi gli strumenti che permisero al fascismo di irreggimentare la gioventù: strumenti via via rafforzati da decreti che proibirono l’attività e la creazione di altre organizzazioni giovanili. Nel 1927, furono soppressi gli “Esploratori Cattolici” e, nell’aprile del 1928, il governo cercò di sciogliere i circoli giovanili dell’Azione Cattolica, ma, per la forte opposizione del Vaticano con cui stava trattando il Concordato, dovette rimangiarsi il provvedimento, permettendo che rimanessero in vita quelli “con finalità prevalentemente religiose”.
Scopo dell’ONB era di inculcare nei giovani, attraverso l’educazione morale, l’istruzione premilitare, l’attività ginnico-sportiva, professionale e tecnica, il sentimento dell’italianità e del loro ruolo di “fascisti del domani”. A tale scopo, nell’aprile del 1929, anno VII dell’era fascista, venne organizzato il primo Concorso nazionale Dux.
I “Campi Dux” nazionali dei migliori avanguardisti si tenevano ogni anno a Roma, nella pittoresca zona dell’ippodromo dei Parioli ed erano un misto di saggi ginnici, sportivi e canori. Il tutto era organizzato come un campeggio militare. I saggi finali si svolgevano, con la premiazione dei più meritevoli, sulla “pelouse” dello stadio del Partito Nazionale Fascista al cospetto di Mussolini.
Grande importanza veniva dato, già dalla prima edizione, anche alla preparazione dei reparti marinai dell’Opera Balilla; gare per marinaretti avvenivano presso la Legione “Caio Duilio” al lungotevere Flaminio, dove esisteva un veliero a tre alberi e bompresso fissato sul cemento per le esercitazioni. I più importanti raduni, con l’apertura di altri campi a Tor di Quinto, Macchia Madama e Foro Mussolini, si svolsero dal 1929 al 1933.
“In quegli anni l’attività ginnico-sportiva era una grande valvola di sfogo”, ricordava il giornalista Rosario Assunto nel 1986, “l’estrema povertà generale consentiva di praticare dello sport soltanto attraverso queste manifestazioni, peraltro molto gradevoli per noi ragazzi, poiché ci consentivano di uscire dalle nostre cittadine e di stare assieme ad altri giovani in un’atmosfera scanzonata, goliardica, camuffata da militarismo. Goliardi con tutto quello che significava allora questo spirito, con delle strane divise mezze militari e mezze borghesi”.
La prima edizione, come abbiamo detto, si svolse nel 1929 e precisamente dal 22 al 25 aprile e vide la partecipazione di quasi ottocento rappresentative provenienti da ogni parte d’Italia per un totale di quindicimila avanguardisti.
Curioso è rileggere, ad oltre ottanta anni di distanza dalla pubblicazione, alcuni precetti del “Decalogo degli Avanguardisti dei campi Dux”. La prima norma riferisce che “Nessun avanguardista potrà partire per il campo e nessun graduato per l’adunata nazionale senza che sia fornito della cartella sanitaria individuale. Prima della partenza, senza deroghe di sorta, tutti dovranno essere rigorosamente sottoposti alla visita dei medici dell’Opera, con ogni cura, col massimo ordine”. Sulle disposizioni del viaggio, durante il quale i ragazzi erano accompagnati da ufficiali ed istruttori, si legge: “L’avanguardista, dal momento in cui giunge alla stazione di partenza per recarsi al grande raduno romano, si consideri investito di un altissimo grado di distinzione, si reputi missionario ed esempio di perfetta vita fascista. La simpatia con cui la cittadinanza lo saluta è prova della stima che egli nutre e che egli deve sapere custodire. Sia nella permanenza o nella sosta alla stazione, sia stando in treno, l’avanguardista non si abbandoni a schiamazzi e a sollazzi e disordini; abbia la massima cura del materiale ferroviario, il massimo rispetto al personale delle Ferrovie e pensi che mille occhi sono fissati su di lui e mille persone lo giudicano. La presenza dell’ufficiale che viaggia con lui gli riveli le cure che gli sono dedicate continuamente. L’ufficiale è spesso un educatore che conobbe i sacrifici della guerra. L’avanguardista ne sia orgoglioso e moltiplichi i suoi sforzi per essere degno della sua assistenza”.
Il decalogo reca poi le disposizioni relative al comportamento da tenere al campo: “Il contegno degli avanguardisti sia quello sia è stato sempre ammirato dalla cittadinanza romana. Durante le varie gare essi debbono tendere tutte le loro energie alla vittoria e nobilmente e con cavalleria debbono adoperarsi per conquistarla, conferendo onore a se stessi ed ai loro istruttori. Debbono essere consapevoli ed orgogliosi di rappresentare nella Capitale tutti i camerati delle loro province, le loro famiglie, i loro concittadini”. Infine sulle sfilate e sul saggio finale si legge: “Gli avanguardisti debbono tenere presente che lo sguardo del Duce, l’occhio di tutta Roma, di centinaia di stranieri li segue costantemente. In ogni circostanza, le giovanissime Camicie nere debbono mostrare carattere e maturità; debbono sentirsi fieri di dedicare se stessi all’affermazione di quelle idealità per le quali si immolarono i Martiri della Grande Guerra e della Rivoluzione”.
Curioso è anche la pratica, a partire già dal primo “campo”, del nuovo gioco a carattere scolastico-sportivo di avviamento alla palla a volo denominato “palla rilanciata per terziglie”, ideato dal prof. Eugenio Farrauto, direttore ginnico sportivo della presidenza dell’ONB.
Sin dalla prima edizione del 1929, gli avanguardisti di Vasto presero parte ai campi Dux. La squadra, composta da Carmine Celenza (capitano), Giacomo Bonacci, Francescopaolo Cieri, Donetro De Fanis, Antonio La Verghetta , Paolo Maniglio, Paolo Martella, Luigi Martelli, Francesco Menna, Ernani Petrini, Mario Spadaccini, Michele Suriani, Agostino Tessitore e Antonio Vitelli, superando ogni ottimistica previsione, otteneva la medaglia d’argento e la promozione in prima fascia. “Di tale brillante risultato – scriveva il 15 maggio il Vastese d’oltre Oceano – va dato principalmente lode all’istruttore ing. Pietro Mariani, tenente della Milizia, che ha saputo addestrare i ragazzi in modo veramente encomiabile nel complesso di tutte le prove cui sono stati sottoposti […]”. A tale proposito l’ing. Mariani, il 26 dicembre 1929, riceveva dal Comitato provinciale Fascista una medaglia d’argento con relativo diploma per “aver magistralmente istruita la squadra di avanguardisti di Vasto al primo concorso nazionale Dux”.
Ernani Petrini, 3 sett. 1931 |
L’ottimo risultato ottenuto nel primo anno fu ulteriormente migliorato nel 1931, quando gli avanguardisti vastesi, appartenenti alla 72° Legione “Silvio Spaventa”, diretti sempre da Pietro Mariani e al comando del capo squadra Giuseppe Muzii, ottengono la quindicesima posizione fra le 1400 rappresentative convenute nella capitale, grazie anche ai buoni risultati raggiunti dal gruppo dei “marinaretti”. La squadra era formata da: Giuseppe Baccalà, Cesario Bottari, Alberto Cancellieri, Alfredo Celenza, Donetro De Fanis, Luigi De Filippis, Fulvio D’Ercole, Michele Galante, Antonio La Verghetta , Ugo Lazzaro, Francesco Menna, Antonio Muratore, Ernani Petrini, Giosaffatte Pietrocola, Antonio Santarelli, Mario Spadaccini e Angelo Turilli.
I ragazzi vastesi, dopo dieci giorni di campeggio durante i quali ebbero la visita del Segretario del partito, dei ministri della Guerra e dell’Educazione Nazionale e l’onore di essere “passati in rivista” dal duce, assieme ad altri avanguardisti di Vasto che avevano pure preso parte alla grande adunata, ripartirono alla volta della nostra città dove furono accolti trionfalmente dalle autorità civili e militari e da una “gran folla di popolo” al suono degli inni della Patria, eseguiti dalla banda musicale cittadina.
Beniamino Fiore
(foto tratte da www.pinopetrini.it)
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