Ove, pip’e pammadore. Le colazioni degli ortolani, verso le nove, erano piuttosto robuste, specie d’estate quando si cominciava a lavorare molto presto. Una delle colazioni più in uso era questo piatto: in una padella venivano cotti pomodori, peperoni e sale con un buon condimento di olio; quando il pomodoro era cotto, si versavano due o tre uova e si copriva il tegame. Dopo che le uova si erano “incamiciate” si servivano a tavola.
D’inverno si usava la cipolla al posto del peperone ed il piatto veniva chiamato: l’ove a sciuscelle.
dal libro Gli Ortolani di Vasto
di Nicolangelo e Nicola D'Adamo
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