martedì 26 luglio 2011

Rena d’estate, di G. F. Pollutri

Non alla merce, non al mercato (la città e l’uomo)
Ce lo dice anche l’archi-D’Adamo (Francescopaolo) nel suo blog, ma è pensiero di molti da non tenere più per sé. Si protesta anche per molto meno, bisognerebbe farlo - a voce alta e forte - anche per un’Amministrazione civica (e lo faccio senza riferimento specifico e per nulla personale per i ‘governanti’ attuali del Vasto) che sta progressivamente snaturando e svilendo il nostro habitat urbanistico e storico. Assurdo, ma questo accade nel mentre s’installa manufatti d’arte là dove il sito non richiederebbe altro che rispetto, cura e ordine, al tempo stesso naturalistico ma anche civile e antropico. Va da sé che aver sfrattato dalla Piazza Rossetti il noto teatrino estivo dei Ferraiolo, e farla poi invadere senza ragione da gazebo e bancarelle da mercato, fa il paio con il massimalistico precetto di aver vietato a lungo ogni possibilità di porre servizi turistici da spiaggia in area SIC alla Marina e continuare a permettere o a non vedere in spiaggia (persino sulla battigia), o a sera sul Lungomare Cordella, il mercato (abusivo e illegale) di ogni tipo di mercanzia (cianfrusaglie e taroccati).
Per dirla tutta, se sotto il mio ombrellone devo interrompere ogni cinque minuti la conversazione o la lettura, vuol dire che siamo ormai alla mercé della merce, dei “vu cumprà” e di quelli che con i voti ideologicamente ricevuti o ‘cumprati’ pensano di essere padroni del Palazzo, Comune o Stato, e dunque delle nostre vite individuali e private. Sarà il caso di pensare e dire che più aumenta il ‘libero’ mercato, più si restringe il nostro spazio di autentica libertà individuale.
“Non ci resta che piangere…”, allora? Ci mancherebbe! Occorre proclamare un NO-CittàMercato, farsi promotori per un SI-Piazze, e strade e spiagge, e giardini per quel che sono: un Agorà dove ‘naturalisticamente’ socializzare, passeggiando o sedendo, nella buona stagione anche all’esterno, nella dovuta misura di spazio, d’ingombro e di decoro, a un ristorante o bar e, di quanto in quanto, assieparsi per un concerto, per un comizio, per una processione o un rito. Come Cultura o Storia dell’uomo ‘urbano’ vuole. (Giuseppe F. Pollutri)

1 commento:

Ell ha detto...

Il problema dei venditori abusivi é un problema che va affrontato (come nel resto d'Italia) con l'impiego di una strategia interforze (vigili GdF etc..). Pensare che i vigili abbiano il solo compito di far sgombrare persone é un'idiozia (perfino razzista), perfettamente in linea con l'ipocrisia degli articoli di GFP. Soprattutto se come riporta GFP queste vendono merce contraffatta (e quindi si configura ben altra ipotesi di reato! da cui la necessità di coinvolgere GdF etc..). Poi questo clima da attentato alla vastesità perenne é una contraffazione propagandistica bella e buona. Ma dove erano queste anime bianche durante i decenni di monocolore dc, quando l'unica attenzione degli amministratori era quello di trovare lavoro alla propria clientela, oppure quando negli anni passati taluni hanno svenduto il patrimonio immobiliare vastese?

La critica per poterla fare richiede una patente ben precisa..a voi decidere quale sia