Elena Sangro, diva del cinema muto e donna di straordinaria bellezza, con l’avvento del sonoro e l’inevitabile declino, ritorna sui set in sporadiche apparizioni. Per un periodo di tempo si esibisce come soprano, con lo pseudonimo di Lilia Flores, in alcuni concerti trasmessi per radio.
Nell’immediato dopoguerra, fonda una società cinematografica,
Sul sito dell’Istituto Luce è presente, e può essere visionato, un interessante documentario da lei diretto. “Sogno d’amore” è il titolo di questo filmato di 9 minuti e 22 secondi dedicato al noto compositore ungherese Franz Liszt. Prodotto dalla Opus Film, con la fotografia di Pupilli Piero e Manelli Ubaldo e le didascalie realizzate da Pitotti Goffredo, questo documentario rievoca un romantico episodio inedito vissuto da Franz Liszt nella celebre Villa d’Este di Tivoli, dove egli visse tra il 1867 ed il 1882.
Dopo una breve carrellata di foto che ritraggono il giovane compositore ungherese, accompagnata dalla voce fuori campo che scandisce alcuni passaggi biografici, le scene si spostano a Tivoli , con i principali luoghi frequentati da Franz Liszt. Non mancano le splendide immagini delle famose fontane, esaltate dalle riprese impresse nella pellicola di celluloide.
Più che un documentario, l’opera dell’attrice e regista vastese è una vera e propria fiction con la partecipazione di veri attori che interpretano i vari Liszt, la sua amata Angela, che giunge alla villa del compositore per imparare la musica e per essere allontanata dalla rude autorità del padre, inviata da Louise, la dama miratrice. Anche se non compaiono i nomi degli attori nei titoli di testa o di coda, sembra che in questo documentario appaia per la prima volta sulle scene Gina Lollobrigida.
Angela si applica intensamente e perfeziona il suo talento musicale sotto la guida del Maestro. Nell’affascinante Villa d’Este, che in passato aveva ispirato pittori e musicisti, i due scambiano lunghi colloqui. Ma Angela rappresenta per Liszt un ritorno alla giovinezza e tra i due scoppia inevitabilmente l’amore. L’arrivo alla villa della madre di lei rompe l’incantesimo che si è creato: Liszt è tormentato e si chiude nella sua solitudine, immerso nella musica.
Lino Spadaccini
Nessun commento:
Posta un commento