Da Giuseppe F. Pollutri riceviamo e pubblichiamo
E’ una buona (promettente) premessa
In questo momento, è naturale, ciascuno conta e riconta i voti ricevuti o non avuti, chi con soddisfazione e chi (magari un po’ tutti) con un qualche rammarico... Ma, se usa dire anche in politica (come per una gara o una partita) “carta vince, carta perde”, qui c’è altro in ballo. Qui occorre ancora stabilire chi e con quali idee avrà il governo della città.
Scrivevo nei giorni scorsi, per invitare a una presa di coscienza da parte dei tanti e variamente collocati candidati che l’Amministrazione della città non può che essere affidata a una ed una sola parte. Occorre definire una maggioranza e un’opposizione, così democrazia e ragionevolezza vogliono. Annotavo: “per Vasto” tutti, ma con chi? Se a ciascuno era dato di poter tentare una personale sfida, era altrettanto chiaro che così (remando ognuno per proprio conto) non si andava sicuramente in porto. Siamo rimasti a guardarci, l’un l’altro, candidati e cittadini, in mare aperto. E’ noto, io amo il mare, mi dà respiro (potrei dire “fiato”) il mare, ma so che la vita è cercare e andare all’approdo.
Ora è chiaro (elettoralmente parlando) che la maggioranza dei vastesi non vuole il sindaco uscente e le forze politiche di riferimento. Le forze di sinistra hanno espresso un forte consenso al loro candidato, ma è altrettanto evidente che sono minoranza in città. Vasto, con il voto al primo turno, sia pure in modo sparso e contradittorio (dove i personalismi hanno spinto a giocare ciascuno per sé le proprie carte), ha evidenziato che le forze “moderate” prevalgono. Nella evidente contrapposizione, può ancora avere successo chi pensa che si debba governare città e territorio con idee e progetti per fare, sia pure con un appassionante sogno (personale e civico) ma con lucido raziocinio e buon senso, con rigore e se e quando serve duttilità, non sottomettendo se stesso, gli altri e le cose a un’astratta e talora bislacca tesi ideologica e massimalista. Sogni e concretezza, poesia e parcheggi, servizi sociali e turismo, cultura e viabilità, sviluppo e valorizzazione dell’ambiente (naturale e costruito): questi sono gli elementi di un nuon “progetto per Vasto”. Che ci siano i numeri per attuarlo è evidente, che ci sia la consapevolezza da parte dei Della Porta, Desiati, Del Prete e Ronzitti e quanti, giovani o più anziani, dalla gente hanno avuto ampio o sia pure minore consenso, è quanto “per Vasto” si deve. Quanto per la ‘mia’ città , pur “vastese di fuori”, ancora io credo possibile e spero.
Giuseppe F. Pollutri
5 commenti:
fate Vincere Vasto!
Il buon Davide voleva "far vincere Vasto" con la coppietta Del Prete\D'Alessandro, adesso fa la stessa invocazione, ma omette il soggetto. Si rivolge a Lapenna o a della Porta? Chi si rivolge a Della Porta (lui farebbe "vincere Vasto"?) è il sig. Pollutri, evidentemente rammaricato per la brutta SCONFITTA dei berlusconiani, ed è talmente sconcertato che parla ancora di "forze di sinistra" che sarebbero , tout court, "minoranza in città"...A ben vedere questo linguaggio, le "forze di sinistra", è stato mutuato dal frasario abituale di Berlusconi che continua ad inveire contro i "comunisti" quando anche i bambini sanno che in Italia essi sono scomparsi e semmai ci vorrebbe una legge per proteggerne la "specie" un pò come facciamo con la foca monaca... Il signor Pollutri dovrebbe spiegare, anche su Qui Quotidiano su cui appare lo stesso articolo, quanto sono "di sinistra" V. Sputore, P.Forte, L. Marchesani, D.Molino, N. Tiberio che sono i primi eletti della lista dl PD. Certo nella coalizione, ampia e vincente , di Lapenna ci sono partiti di sinistra ed eletti di questi partiti: può piacere o non piacere, a mio avviso è un valore aggiunto, ma si tratta di una minoranza all'interno della coalizione, una parte, non il tutto. Correttezza informativa vorrebbe che i termini venissero usati con il loro preciso significato, quando servono ed evitando il troppo facile e frequente ricorso al linguaggio metaforico ed allusivo.
Il discorso parte da una premessa completamente errata. Se la maggioranza dei vastesi non vuole più il sindaco uscente, è altrettanto vero che non vuole nemmeno uno dei suoi sfidanti, considerato che non si sono nemmeno avvicinati alla quota raggiunta da Lapenna. Se la premessa fosse corretta, l'istituto del ballottaggio non sarebbe nemmeno stato introdotto in caso di ricandidatura del sindaco uscente. Sarebbe bastato far vincere direttamente i suoi avversari. Ma grazie a qualcuno, il ballottaggio esiste e sarà esso a decidere chi ha la maggioranza o meno.
Devo un riscontro.
D'accordo, ho esemplificato, ma non pensavo che nell'ambito di una coalizione che si contrappone al 'centrodestra' (o centro-destra) ci possano essere persone che si offendano ad essere definite genericamente di "sinistra". In fondo, non diversamente, un certo Bertinotti, per anni, nel suo forbito e apparentemente corretto eloquio, ha definito con tono manicheo come "le destre" (naturalmente "da battere", ...non a cui contrapporsi) tutti i partiti che non fossero a lui omogenei o contigui.
Quanto ai sopra nominati personaggi, tutti (o quasi, per quanto memoria mi dice) già appartenenti alla famiglia democristiana, è vero che non sono certamente di sinistra, ma riciclandosi, si sono schierati in una compagine politico-partitica che annovera (e non in minoranza) appartenenti a vecchi e nuovi partiti comunisti. Associarsi, fare azione comune e poi volersi distinguere è un po' sofistico. Tant'è che poi, coerentemente, quando una presa di coscienza di quel che vado annotando prevale sull'opportunismo politico-elettorale contingente, ecco che c'è qualcuno che fuori-esce per questo ingombrante 'sinistrismo'.Vedi Rutelli, vedi Del Prete ed altri, anche se poi restano in una sorta di limbo o di non spazio politico.
Concludo facendo osservare che, dall'altra parte, essere detti tutti "berlusconiani" quelli che stanno di quà, se non dovesse essere inteso come "metaforico e allusivo" potrebbe suonare (e lo è) offensivo.
Ancora un particolare che mi pare degno di attenzione. Mentre Nicolangelo finisce col definire "un valore aggiunto" per la 'sua' coalizione i "minoranza" di sinistra, al contrario io non ho mai considerato in tale maniera certi ninoritari gruppi di destra che in varie occasioni hanno fatto coalizione con il centrodestra.
Tanto per dire. Poi, per restare all'espressione di una libera opinione, come pretendo sia considerata la mia, ...non credo proprio che io debba spiegare (nel senso di giustificarmi) ai vari Sputore, Forte, Molino perchè io li abbia definiti tout court appartenenti ad uno schieramento di sinistra. Del resto, non mi pare che costoro (in particolare Sputore) abbiano mai spiegato, nè a me, nè ad alcun altro (che io sappia), come e perchè ad un certo momento abbiano cambiato "credo" e "casacca".
Almeno Del Prete, in senso contrario, pur restando nel guado (con danno suo e di Vasto), lo ha fatto. Peppino Forte, invece ha dichiarato quasi pontificando in piazza che per lui l'importante è "esserci", dove che sia, con chi sia, sia, non ha importanza!
Quando si dice il significato delle parole!
zzz...zzz...zzz...
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