martedì 15 febbraio 2011

Crisi PD: tre opinioni a confronto

DAVIDE D'ALESSANDRO
Non si gioca con le Istituzioni
A Sinistra sono molto bravi a fare le frittate ma, soprattutto, a rigirarle. Lapenna, nella pratica, è artista insuperabile. Vuole darci a intendere di essersi dimesso perché, con un assessore ballerino e un presidente del consiglio sleale, non sarebbe stato in grado di salvaguardare le Istituzioni. In effetti, non si gioca con le Istituzioni. Perché gli uomini, di piccolo o grande valore, passano, ma le Istituzioni restano e non vanno né mortificate, né piegate alle proprie ambizioni, né alle lotte intestine tipiche di partiti sempre più personali, sempre meno popolari. Dopo aver detto sì alle Primarie puoi, per paura di perderle, ritirarti, ma non puoi far saltare il banco trascinandoti dietro il Comune, esponendo l’Istituzione al rischio paralisi. Peggio se, come temo, le dimissioni sono un escamotage per ridare vita a una nuova Giunta, elettorale, e gestire il voto da una posizione di forza. Non è giusto. Non lo merita Vasto e non lo meritano i Vastesi. Del resto, sono stato facile profeta. Il 31 gennaio scorso ho scritto: “Luciano non è fatto per competere. È fatto per vincere quando la partita è già vinta, come nel 2006. Alle ultime provinciali è stato sbaragliato dalla Menna e da Soria, una colossale brutta figura, senza precedenti, per un sindaco in carica. Non ha consenso, Luciano. Ha con sé pezzetti di potere, gente molto interessata e una Sinistra che lo vede come il salvatore. Ma la storiella sta per giungere al termine”. Poi, mi si consenta, ma la parola “sleale”, sulla bocca di Lapenna, suona come la parola democrazia sulla bocca dei capi del Soviet. Quest’uomo ha fucilato alla schiena, e con il silenziatore, quattro assessori senza giustificazione, se non la salvaguardia della propria poltrona. Qualcuno ieri ha scritto che la mossa di Lapenna significa “Muoia Sansone con tutti i filistei”. Non è vero. Significa: muoiano tutti i filistei, ma non Sansone. Sansone deve restare vivo e vegeto e, secondo le calcolate logiche di potere, rimettere su una Giunta, organizzare una Lista Lapenna (Civica è offensivo per le Civiche vere), stringersi con Sel e Rc e ritentare il miracolo. Tutto questo può un uomo che non ha rispetto per le Istituzioni.
Davide D’Alessandro

Gen. Antonio Santini
Caro Nicola,
 Ho letto i vari articoli relativi alle dimissioni del Sindaco, compreso il tuo,  tutti concordi nel criticarlo, nessuno che pone in risalto il ruolo di Forte nella vicenda che ha aspettato l’ultima mossa di Lapenna  per pugnalarlo alla schiena. In tutti questi anni Forte ha sempre difeso l’operato del Sindaco e della sua Giunta. quando il Sindaco decide di sottoporsi alle primarie Forte, all’ultimo minuto, si candida. Chiaro segno di contrapposizione alla candidatura di Lapenna.  Quindi Forte ritiene  che Lapenna non abbia ben amministrato la città, di conseguenza in tutti questi anni, sostenendolo con forza, ha ingannato i suoi elettori e tutti i cittadini. Io ritengo che Forte per raggiungere un suo premeditato obiettivo non abbia esitato a tradire l’ex sodale Lapenna , come aveva già fatto con la lista “Forte per Vasto” e con le liste alleate. Non voglio difendere Lapenna che ritengo abbia fatto poco per la città in questi 5 anni e commesso molti errori:l’alleanza  con Forte comprato(con scrittura privata) con due assessorati e con la Presidenza del Consiglio comunale, la scelta degli assessori e dei collaboratori, l’eliminazione degli assessori che esprimevano idee proprie, ma capisco la sua decisione.  Antonio Santini

Arch. Francescopaolo D'Adamo
Il ricatto
Il sindaco dimissionario (fino a questo momento) sta mettendo in atto, ai danni della Città del Vasto, un ricatto del tipo “o mi ricandidate o sfascio tutto”. Dopo l’incontro avvenuto in quella che già cominciano a chiamare “l’Arcore di via San Biagio”, emerge tutta la prepotenza di una persona che, giocando sulla dialettica, cerca di far passare come un atto a favore della cittadinanza quello che invece è un vero sopruso nei confronti di questa. Con le sue dimissioni non ha pensato ai problemi che causa alla città ma solo al suo tornaconto.
Prova numero 1. Oggi (15.2.2011) era convocato un’importante Consiglio Comunale per analizzare il dissesto della sanità che impatta in maniera devastante su Vasto. Lui era formalmente presente, ma tutti i consiglieri di maggioranza (a questo punto moralmente colpevoli quanto lui) erano assenti, dimostrando così un totale disprezzo dei problemi della gente.
Prova numero 2. Se possibile ancor più grave, il Presidente del Consiglio Comunale causa mancanza del numero legale, non ha potuto formalmente informare il Consiglio Comunale delle dimissioni del Sindaco, per cui ai sensi dell’art. 53 co. 3 tuel non è ancora iniziato il conteggio dei 20 giorni entro i quali lui deve confermare o ritirare le sue dimissioni. Ancora un atto subdolo di ricatto al suo partito a danno della città che lui dice di amare.
È orribile fare lotta politica utilizzando l’amministrazione della città, soprattutto facendo credere al cittadino che si sta operando per il suo bene.
FP D'Adamo
 

1 commento:

vastese ha detto...

I commenti si dovrebbero fare entrando nel merito dei fatti e non rovesciando sul "nemico" metri cubi di fiele. Signor Architetto D'Adamo, se non si fosse trattato di Lapenna, il suo giudizio sull'operato di Forte sarebbe cambiato?