giovedì 27 gennaio 2011

Personaggi: Luigi D'Aloisio, padre del pittore Carlo D'Aloisio da Vasto

Settant’anni fa il 27 gennaio del 1941, ci lasciava l’ing. Luigi D’Aloisio.
Apprezzato ingegnere, Luigi D’Aloisio insieme alla sua dolce consorte Lucia Jecco, può gloriarsi di aver dato alla luce dei figli straordinari, vanto della nostra città: parliamo dell’ing. Michele, del cav. Roberto, sergente di fanteria durante la prima guerra mondiale, decorato con la medaglia di bronzo al valor militare, di Nicola, giornalista, scrittore, commediografo e apprezzato conferenziere, ed infine Carlo, il pittore vastese più rappresentativo e famoso dell’intero panorama artistico novecentesco.
Tra i progetti più importanti legati al nome di Luigi D’Aloisio troviamo sicuramente il polmone verde della nostra città: la villa comunale. La prima fase della villa, con la realizzazione del Viale delle Rimembranze, venne inaugurato il 2 giugno del 1923. Il viale era costituito da tanti alberi quanti furono i caduti della Grande Guerra.
Le mani dell’ingegnere vastese le troviamo anche sulla variante del progetto realizzato nel 1908 per l’ampliamento di Corso De Parma. Mentre nel 1919, incaricato dal Comune, progettò la realizzazione di quattro scuole rurali, ciascuna per un numero di 50 alunni, oltre l’alloggio per l’insegnante. “In data 16 corrente Giugno”, si legge nella relazione dell’ing. D’Aloisio, “l’Ill.mo Sig. Sindaco di Vasto, mi dava incarico di redigere con ogni sollecitudine un progetto, tipo unico, di edificio per scuole elementari rurali, da costruirsi, ciascuno, nelle contrade di: S. Lorenzo, Stazione ferroviaria, Incoronata, e Rione Suriani, che rispondesse alle moderne esigenze delle scuole…”.

progetto per una scuola rurale


Agli inizi del 1900 meritò i pubblici elogi da parte del Prefetto “per l’opera pronta, intelligente ed attiva da lui prestata il mattino del 15 gennaio nella direzione dei lavori di salvataggio per la caduta della casa abitata da Paolo D’Annunzio”.
Luigi D’Aloisio riposa accanto alla moglie, ed ai figli Nicola e Carlo (insieme alla consorte Elisabetta Mayo), nel “cimitero nuovo” (per intenderci dove ci sono le tombe di Zaccagnini, Palmieri, Peluzzo, ecc.), in tombe poco decorose e abbandonate: ormai da molti mesi l’area è stata transennata per il pericolo di caduta dei calcinacci dalla parte superiore della struttura. Nessuno può avvicinarsi neanche per mettere un fiore. Qualche piccola composizione che si vede è molto vecchia e formata con fiori finti.
Ribadiamo quanto già espresso in altre occasioni: questi personaggi (ma in questo caso tutti i defunti collocati in quelle tombe) meriterebbero una sistemazione più decorosa. Il Comune dovrebbe intervenire almeno per mettere in sicurezza tutta la struttura. Mettere le transenne non è certamente una soluzione.
Lino Spadaccini

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