riceviamo e pubblichiamo
GIANFRANCO MIGLIO E I MERIDIONALI
Giacinto Zappacosta ha scritto uno stupendo articolo (di rara bellezza stilistica) dal titolo “Meridionali: Figli di un Dio Minore”, a commento di una vecchia esternazione dell’ideologo della Lega, Gianfranco Miglio, sui meridionali “antropologicamente diversi” e, addirittura, sulla nefasta eredità della cultura greco romana che graverebbe soprattutto su noi meridionali. Esternazione mai ritrattata, anzi ingigantita, con fatti e parole, dai suoi “discepoli” ancor più volgari e rozzi, come sempre avviene, del “maestro”. Mi piacerebbe che soprattutto i giovani leggessero l’articolo di Zappacosta e ne facessero oggetto di riflessione e discussione e segnatamente quei giovani che “sanno di greco e di latino” : E questo da un lato per riscoprire l’orgoglio per tanta eredità culturale, che dalle nostre terre ha segnato per sempre lo sviluppo di tutto l’Occidente, e dall’altro per comprendere su quali forzature e grossolane storture è nato il fenomeno leghista, alimentato, dopo, da un altissimo tasso di odio etnico mai attutito neppure dalle finzioni ipocrite del “politicamente corretto”.
A quella lettura i giovani potrebbero unire i saggi classici di Hannah Arendt (in particolare “Le Origini del Totalitarismo”) che riconoscono alla cultura classica un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’ Occidente: “…il 90% di ciò che l’uomo ha detto di importante, l’ha detto in greco o in latino”. Ovvero le grandi conquiste della civiltà occidentale: sistemi di governo (il concetto di politica e di democrazia), leggi, giustizia , l’etica e la pedagogia la filosofia, la poesia ecc. appartengono ai grandi pensatori greci e latini che hanno fornito ai moderni le basi di partenza, le “pietre angolari” su cui si è sviluppata tutta la riflessione successiva.
Sarebbe stata opera meritoria del Governo o di qualche Università pubblicare l’anno prossimo, in coincidenza del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, studi e ricerche, anche di pensatori del passato, sulla cultura classica e le tracce di quella cultura sulle istituzioni moderne. Anche gli scettici o gli smemorati si renderebbero conto di quanto siamo debitori a quel mondo. Ci siamo tanto scandalizzati per il mancato inserimento nella Costituzione Europea di un qualche riferimento al Cristianesimo, ma la base filosofica a tutta la riflessione teologica cristiana non è stata offerta propria dalla cultura greco romana? E se si sottostima o addirittura demonizza quella cultura, come si giudica la successiva riflessione teologica?
NICOLANGELO D'ADAMO
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