martedì 16 novembre 2010

Francesco Romani, primo medico omeopata

Il 14 novembre 1852 moriva Francesco Romani, eminente medico vastese noto soprattutto per aver introdotto la medicina omeopatica in Italia.
Nato da Eligio e Grazia Laccetti, Francesco venne guidato negli studi di filosofia e matematica da padre Vincenzo Gaetani. Dopo aver insegnato per un anno a Vasto, abbandò la nostra città per proseguire gli studi medici presso l’ateneo napoletano. Affascinato dalle teorie formulate dall’Hahnemann sulla medicina omeopatica, studiò con passione la nuova scienza, applicandola anche su se stesso, per guarire un male cronico.  Fu il primo ad introdurre in Italia le nuove tecniche di cura, istituendo nell’ospedale della Trinità in Napoli una clinica omeopatica, di cui assunse la direzione.
Il dottor Francesco Romani, del quale deploreremo sempre la perdita”, scrisse nel 1857 di dottor Francesco Benedetti dopo la sua morte, “fu il primo introduttore e scrittore del metodo omiopatico in Italia, che egli per molti anni esercitò in Napoli onoratamente e con quella forza di convinzione che dà il vero. Noi che per lungo tempo ammirammo l’animo illibato di lui ed il tesoro delle sue dottrine, e l’avemmo a guida e maestro nei precetti della scienza omiopatica, qui non possiamo che solo ricordarlo per debito di gratitudine, ma il suo nome avrà la pagina più bella nella storia dell’omeopatia appresso gl’Italiani”.
Molti i lavori scientifici da lui pubblicati: Principj di Zoognosia di Pasquale Borrelli (1808), Ricordi sulla Peste redatti in un sistema teorico-pratico (1816), Sullo stato di mente del Sacerdote Alessandro Lombardi, Memoria psicologico-anatomico-legale (1825), Elogio storico di Samuello Anemanno (1845), Sulla Omiopatia Discorsi (1828), Pura dottrina delle medicine dell’Hahnemann (1825), Su i preservativi omiopatici del Colera Indiano e sulla disinfettazione degli edifizii (1836), Cenno biografico del conte Sebastiano de’ Guidi introduttore dell’omeopatia in Francia (1837). Ma il Romani fu anche un valente poeta: oltre alla bellissima poesia dialettale dal titolo Sciaraballêine, di cui abbiamo già trattato in passato, ha pubblicato diverse poesie tra le quali ricordiamo Poemetto in morte del Cav. Domenico Cotugno (1824), Ode in morte del celebre Astronomo Piazzi (1824),  Ode saffica a Francesco Paolo De Meis, Ode Saffica per le nozze Shrewsbury e Doria-Pamphili (1839).
Uomo di straordinaria generosità, il Romani viene ricordato anche per il famoso “Legato Romani”, accordando una rendita annua di 600 ducati, di cui 100 per i maritaggi di quattro ragazze povere e 500 per sostenere una scuola teorico-pratica di agricoltura. In data 12 ottobre 1853, con Real Decreto, venne autorizzato il Comune di Vasto ad accettare la disposizione fatta dal medico vastese.
Ma come tante altre donazioni illustri, anche questa volta le tante amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo, hanno disatteso le volontà del donatore. Mai nessuno è riuscito a mettere in pratica le volontà testamentarie del Romani, disposizioni attente e ben particolareggiate, per non lasciare nulla al caso. Addirittura, il Giornale Agrario Toscano nel 1856 annunciò l’istituzione della nuova scuola, titolando “Nuova Cattedra di Agraria fondata a Vasto (Abruzzi)”, pubblicando un lungo articolo, citando ampi passi del testamento del Romani e la lodevole iniziativa benefica per tutto il nostro territorio. Ma l’argomento è molto ampio e merita ulteriori approfondimenti e una trattazione più vasta.
Nel testamento il Romani diede disposizioni al fidato nipote Eligio, anche lui valente medico omeopata, di far “elevare un monumento nel nuovo Camposanto di Napoli”. Alla morte dello zio, sulla sua tomba Eligio collocò la seguente iscrizione: FRANCESCO ROMANI / NATO IL GIORNO 26 SETTEMBRE 1785 / FILOSOFO MEDICO POETA / STRENUO INTRODUTTORE DELL’OMIOPATIA IN NAPOLI / ED ISTITUTORE LIBERISSIMO / DI UNA CATTEDRA DI AGRONOMIA NELLA SUA VASTO / MORİ IL GIORNO 16 NOVEMBRE 1852 / ED A LUI IL NIPOTE ELIGIO ROMANI / CON REVERENTE AFFETTO / POSE QUESTA MEMORIA.  
Lino Spadaccini






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