mercoledì 17 novembre 2021

Personaggi: DOMENICO RAJANI medico, letterato e astronomo

di Lino Spadaccini

Il 31 ottobre del 1841 moriva Domenico Rajani, apprezzato medico e chirurgo vastese.
Nato nella nostra città da Cesario e Maria Mariani il 25 settembre 1767, Domenico Rajani fa parte di quella lunga schiera di cittadini benemeriti che hanno dato lustro alla nostra città, attraverso l’attività professionale attenta e sempre diretta all’aiuto dei più deboli.
Sue notizie ci sono state tramandate grazie ad una interessante pubblicazione del 1842 dello storico vastese Luigi Marchesani, dal titolo “Biologia del dottore in Medicina e Chirurgia Domenico Rajani di Vasto”.
Al contrario di molti suoi concittadini che hanno studiato presso l’ateneo napoletano, il Rajani ha preferito trasferirsi a Roma, dove ha conseguito la laurea con ottimi risultati, in Medicina Chirurgica ed Ostetricia presso “La Sapienza”.

Sul “Diario Ordinario” del 14 giugno 1788, pubblicato a Roma, si trova menzione di quattro giovani studenti  premiati con medaglia d’oro: “Quattro giovani del Ven. Archiospedale di S. Spirito in Sassia, che hanno atteso alla studio di Ostetricia nel Ven. Archiginnasio della Sapienza Romana e che si sono esposti all’esame detta Ostetricia per ottenerne premio la medaglia d’oro”. 

Di questi abbiamo un mantovano, un perugino e i vastesi Domenico Miscione e Domenico Rajani. “Per giudizio de’ Sig. Professori fu decretata la Medaglia al sudd. Sig. Domenico Rajani, e gli altri tre concorrenti furono ritrovati tanto ben istruiti, che ottennero un’ampio attestato della loro idoneità”. La medaglia d’oro del valore di circa 13 scudi, presentava l’immagine del Pontefice Pio VI sul recto e la Donna Puerpera sul verso.

Grazie alle spiccate doti e professionalità, il Rajani ha cominciato da subito a prestare la sua opera presso l’Arcispedale di S. Spirito in Saxia, nei pressi della Città del Vaticano (dove era primario un altro illustre vastese Giuseppe Delitiis), come Medico assistente e come medico curante delle donne presenti nel Convitto annesso all’Ospedale.

Roma esser doveva il teatro di sua gloria”, scriveva il Marchesani, “ei possedeva assai di sapere, di eloquenza e di animo per grandeggiare sulle cattedre, dissertare nelle accademie ed imperar presso i letti degl’infermi Principi e Porporati: poteva istigarlo l’esempio del Delitiis, che in Roma tra i Professori di medicina signoreggiava”. Ma ad un certo punto il Rajani preferì lasciare la caotica città romana per ricoprire prima il ruolo di primario a Ronciglione, nei pressi di Viterbo, e successivamente a Macerata.
Oltre all’attività medica il Rajani ha coltivato la passione per le lettere: suoi sono i Ritratti medici de’ più famigerati scrittori in medicina cui seguono alcune mediche osservazioni, pubblicati a Napoli nel 1801, Apologia medico-pratica (1797), il poema Ditirambo (Dori ne’ vigneti d’Istonio), del 1837, è dedicato al più volte sindaco vastese Pietro Muzii, mentre altre composizioni dovevano essere pubblicate nel 1841, ma l’improvvisa malattia e la successiva morte lo hanno impedito.
Appassionato anche di astronomia, il Rajani ha scritto il “Poema urania”, dedicato al vastese Francesco Romani, a cui è seguito un poemetto in versi sciolti dal titolo “Teoria dell’Universo emessa dall’Allix”. Entrambi questi lavori vennero frettolosamente stampati nel 1841, mentre il dottore vastese aveva contratto la malattia, impedendone le dovute correzioni. Altre composizioni furono rivolte alla sua città natale come una lode “All’Arcangelo S. Michele” ed in onore dei concittadini Nicola Tiberii, Vincenzo Codagnone e Niccolò Suriani.
Il corpo del medico vastese venne tumulato accanto alla cappella rurale di S. Nicola, dove in quel tempo sorgeva il cimitero provvisorio.

Alla sua morte il medico e letterato Giacinto Barbarotta compose quattro epitaffi che ornavano il catafalco del defunto, che ne riassumono molto bene la figura e l’opera. Per brevità riportiamo solo il primo ed il quarto: ALLA MEMORIA / DI DOMENICO RAJANI / FILOSOFO, MEDICO, CHIRURGO, / NELLE LETTERE DOTTISSIMO, / FERVIDO IN POETARE. / FELICITAVA LA PADRIA DILETTA / COL POEMA URANIA, / E DURATURO NOVELLO SPLENDORE PREPARAVALE 7 CO’ SUOI POETICI RITRATTI. / COLPITO DA MORTE IMPROVVISA / IL DI XXXI OTTOBRE MDCCCXLI / LASCIO’ DI SE / NOME ONORANDO E GLORIOSO…
SALVE VECCHIO ONORANDO, / E POSSANO I FIGLI DELLA PADRIA / NELLA GLORIA DEL CIELO / OFFRIRTI A GRATA RICORDANZA / UNA LAGRIMA ED UN SOSPIRO. 

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