sabato 9 ottobre 2010

A margine del dibattito sul Parco della Costa Teatina

I vincoli del parco spaventano tutti, anche per aprire una finestrella, come dice l'arch. FP D'Adamo in questa nota:
La finestrella.
Ieri pomeriggio mi sono recato con interesse a Palazzo d’Avalos per seguire il dibattito pubblico dal titolo: “Parco Nazionale della Costa Teatina: Potenziale sviluppo o ingessamento?” Cercavo una risposta a questa domanda che anche io mi pongo. Quale valore aggiunto porterebbe il Parco a Vasto? Difatti io non sono contrario ad alcunché se mi si forniscono “inappuntabili spiegazioni” e queste cercavo.
Già dopo le prime battute però, mi sono trovato a disagio, poiché il filo conduttore del discorso non conduceva verso le “delucidazioni” che io mi aspettavo. Tuttavia, a differenza del sindaco che ha abbandonato la sala dopo pochi minuti, ho continuato ad ascoltare quanto i relatori esponevano.
Ho ritenuto interessante il punto di vista dell’Arch. Fabio Vallarola che, dimenticandosi che il suo collega Andrea Natale aveva esposto minuziosamente un progetto di Pianificazione territoriale, inerente il territorio di Fossacesia, durante il suo intervento ha giustificato la scelta di istituire il “Parco nazionale” dicendo che “l’urbanistica ha fallito” e cioè “non sono sufficienti gli strumenti comunali come i Piani Regolatori per la salvaguardia dei territori”. Mi permetto di contestare questo punto di vista poiché ritengo che a fallire siano state solo la politica e i progettisti inesperti o in malafede e non l'urbanistica. Sarei intervenuto, in risposta all’affermazione di Vallarola, se il moderatore Fabio Smargiassi non si fosse inserito nel discorso dicendo: “bisogna volare basso, qui c’è gente che ancora pensa che il Parco possa impedire anche di aprire una finestrella”. Mi aspettavo una risposta a questo intervento e presto questa è arrivata: “Col Parco non solo si potrà aprire la finestrella ma addirittura si potranno avere contributi per poter realizzare questa il legno e non in alluminio anodizzato”. Ora io mi chiedo: possibile che un relatore dia una risposta del genere? Possibile che un relatore non arrivi a capire che il problema non è “la finestrella” in sè ma la “burocrazia” che, con l’istituzione del Parco, aggiungerebbe un altro “ostacolo” a quelli già esistenti, per “aprire quella finestrella”? Secondo il cittadino, la “matriosca” dei vincoli ha già troppe “bambolette”. Questo è il vero problema. Se fossi intervenuto il discorso avrebbe preso un’altra piega, così, dopo questo intervento, una volta tanto ho seguito l’esempio del sindaco. Sono andato via.
Francescopaolo D'Adamo

1 commento:

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Ma guardate che se leggete bene,vi accorgerete che la paura non è mia. Della "finestrella" ha parlato Fabio Smargiassi.