Personale di Roberto Micolucci
Sala Mattioli, dal 25 settembre al 1 ottobre 2010
In una gestione degli spazi destinati a Galleria d’Arte al Palazzo R. Mattioli, caratterizzata da una sorta di mortificante sinecura politico-culturale di quel che si mette in mostra, e del come, capita ancora una volta che “tocchi” esporre a un artista autentico.
Roberto Micolucci, conterraneo di Fossacesia, è un artista che opera con materiali vari e con diverse tecniche, dal quadro che si direbbe tradizionale (nel modus pittorico almeno) all’installazione oggettuale e materica dei tempi nuovi. In questa sua personale ci espone soltanto opere di pittura. Mano sicura la sua e altrettanto efficace è la tecnica, esercitata al limite dell’iper-realismo, un malinteso trompe-oeil fotografico. In realtà, una sorta di astrazione concettuale della composizione, sempre e variamente presente, ci dice di un’arte meditata per significare (dare il segno di) qualcosa d’altro, in altre parole per rinviare a un pensiero, a un sentimento, magari a uno scarto di memoria figurativa ma anche introspettiva.
Ogni quadro è uno scandaglio dell’artista (per sé e per gli altri) nell’emozione non soltanto visiva che l’uomo prova di fronte ad uno squarcio di cielo, a una luce radente che scende dal monte, alla vista ‘minimale’ di come un semplice bullone, che mostra una sua aureola di ruggine sullo scolorito e levigato legno di un vecchio trabocco, sia confidenziale traccia del trascorrere del tempo vissuto dagli uomini e sedimentato sulle cose.
Una pittura che si fa testimonianza d’ambiente, umana e naturalistica; semplice a guardarsi, ma tutta poetica e …da meditazione. Da gustare, in tranquillità e rilassatezza, come sorseggiando un cognàc o se si preferisce un brandy d’annata.
Giuseppe F. Pollutri
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