martedì 24 agosto 2010

VERSO IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI PIETRO DI DONATO


Lo scrittore proletario

DI GENEROSO D’AGNESE
Chieti, gennaio 2010. Nella sala della Provincia viene proiettato il documentario di Stefano Falco incentrato sulla vita dello scrittore italoamericano Pietro Di Donato. Segue il dibattito sull’emigrazione italiana nelle Americhe e molti spettatori confessano di non aver mai immaginato la ricchezza prodotta dalla presenza italiana nel mondo.
Ricchezza economica, scientifica e culturale. Ricchezza che la memoria collettiva degli italiani ha rimosso per anni e che ora – nel continuo tema giornaliero sulle problematiche immigratorie – inizia a riaffiorare sulle labbra attraverso le cinque domande. Chi, dove, quando, come, perché.
Quella di Pietro Di Donato è una delle storie emblematiche dell’italianità in America. Sconosciuta ai più ma di grande patrimonio sociale.
Una storia che affonda nelle radici di quella lotta sociale che nel corso di 100 anni ha portato i diseredati della Penisola ai vertici dell’amministrazione statunitense. Era il 1945 quando in Italia viene pubblicato da Bompiani «Cristo fra i muratori», un libro destinato a riscuotere tantissimo successo in lingua inglese (pubblicato nel 1939) e tra i lettori americani. L’autore, Pietro Di Donato è un muratore che ama scrivere e scrive bene, ma che non cerca la gloria letteraria per il suo romanzo. Nelle sue pagine egli infatti trasfonde infatti semplicemente il suo mondo, i suoi colori, la sua identità di italoamericano, figlio del assimilazione statunitense, in pratica figlio di nessuno.
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