Il ritorno a Vasto di Enzo La Verghetta
Una mattina di riconciliazione
Una fuga dall’afa della città per quella voglia irrefrenabile di mare, di fare una serie di“ bagnazze” e possibile prendere “du cioccola nere, pe tojeme na vulie “ che mi perseguita da mesi. Si anche a Roma si vendono le cozze, ma sono di allevamento e non hanno il sapore di quelle Wastarule.
L’astinenza mi porta ad uscire di casa quando la città si sta appena svegliando, il sole è già alto ma il refrigerio della notte appena trascorsa attenua il suo calore.
Varcato il portone di Via Leopardi ho voglia di riconciliarmi con la mia città, e con qualche cittadino,che ha commentato le mie riflessioni esposte su “Noi vastesi: “ma ni j va bone pruprie niende.. sa sole dice male?”. Forse ho un po’ esagerato? Sarà pure vero, ma volevo solo spronare i concittadini per migliorare ciò che amiamo: Vasto. Le mie proposte saranno opinabili e teoriche ma sono solo un invito a riflettere per trovare soluzioni per il bene comune, anche contrarie alle mie.
Ritorniamo alla mattinata, aprire il portone di palazzo Miscione, palazzo Liberty già sotto l’egida delle Belle Arti, mi riempie di gioia, un portone tutto il legno massello alto oltre 4 metri, oggetto ormai irrealizzabile.
Forse perché ci sono nato, per me ha un significato particolare,mi riporta, con tanta gratitudine, a mio nonno Sebastiano, che con tanti sacrifici targati Usa, l’ha costruita insieme al cugino Michele; ed a mio padre che è riuscito , come diceva mia mamma. “con un ago”, a ritagliarmene un’altra fetta.
C’è ancora qualche parcheggio disponibile e via Smargiassi è ancora quasi deserta, sembra una città a misura d’uomo, anche perché faccio di tutto per non vedere l’ex Panoramic .
Piazza Marconi , è li ancora semi sgombra, ma non te ne accorgi perché rimani abbagliato da quella lastra d’argento che ti ricorda che sei a Vasto, per cui vale la pena alzarsi qualche minuto prima per ammirarla.
Un rapido passaggio per il mercato della verdura, oggi non è sabato, e ci sono pochi venditori, ma il profumo e i colori ti ripercorrono.
Una breve sosta al giornalaio di Piazza Rossetti, per comprare un po’ di bugie nazionali e ritirare i giornalini locali che daranno un po’ di pepe alle chiacchierate giornaliere sui “ li fatterelli di lu Waste”, in particolate sul toto nuovo sindaco.
voglio solo godermi la piazza, ancora per pochi intimi, e rassicurarmi alla vista di due operai cercano di rivitalizzare le aiuole, avevo dimenticato di annotare il passaggio del camion per il ritiro della spazzatura, abbiamo scongiurato anche per oggi il pericolo Napoli o Palermo.
Poi tutti al mare.
Spero che questa luna di miele con a mia città duri fino a sera.
Enzo La Verghetta
Una fuga dall’afa della città per quella voglia irrefrenabile di mare, di fare una serie di“ bagnazze” e possibile prendere “du cioccola nere, pe tojeme na vulie “ che mi perseguita da mesi. Si anche a Roma si vendono le cozze, ma sono di allevamento e non hanno il sapore di quelle Wastarule.
L’astinenza mi porta ad uscire di casa quando la città si sta appena svegliando, il sole è già alto ma il refrigerio della notte appena trascorsa attenua il suo calore.
Varcato il portone di Via Leopardi ho voglia di riconciliarmi con la mia città, e con qualche cittadino,che ha commentato le mie riflessioni esposte su “Noi vastesi: “ma ni j va bone pruprie niende.. sa sole dice male?”. Forse ho un po’ esagerato? Sarà pure vero, ma volevo solo spronare i concittadini per migliorare ciò che amiamo: Vasto. Le mie proposte saranno opinabili e teoriche ma sono solo un invito a riflettere per trovare soluzioni per il bene comune, anche contrarie alle mie.
Ritorniamo alla mattinata, aprire il portone di palazzo Miscione, palazzo Liberty già sotto l’egida delle Belle Arti, mi riempie di gioia, un portone tutto il legno massello alto oltre 4 metri, oggetto ormai irrealizzabile.
Forse perché ci sono nato, per me ha un significato particolare,mi riporta, con tanta gratitudine, a mio nonno Sebastiano, che con tanti sacrifici targati Usa, l’ha costruita insieme al cugino Michele; ed a mio padre che è riuscito , come diceva mia mamma. “con un ago”, a ritagliarmene un’altra fetta.
C’è ancora qualche parcheggio disponibile e via Smargiassi è ancora quasi deserta, sembra una città a misura d’uomo, anche perché faccio di tutto per non vedere l’ex Panoramic .
Piazza Marconi , è li ancora semi sgombra, ma non te ne accorgi perché rimani abbagliato da quella lastra d’argento che ti ricorda che sei a Vasto, per cui vale la pena alzarsi qualche minuto prima per ammirarla.
Un rapido passaggio per il mercato della verdura, oggi non è sabato, e ci sono pochi venditori, ma il profumo e i colori ti ripercorrono.
Una breve sosta al giornalaio di Piazza Rossetti, per comprare un po’ di bugie nazionali e ritirare i giornalini locali che daranno un po’ di pepe alle chiacchierate giornaliere sui “ li fatterelli di lu Waste”, in particolate sul toto nuovo sindaco.
voglio solo godermi la piazza, ancora per pochi intimi, e rassicurarmi alla vista di due operai cercano di rivitalizzare le aiuole, avevo dimenticato di annotare il passaggio del camion per il ritiro della spazzatura, abbiamo scongiurato anche per oggi il pericolo Napoli o Palermo.
Poi tutti al mare.
Spero che questa luna di miele con a mia città duri fino a sera.
Enzo La Verghetta
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