Il 18 luglio 1992 saliva in cielo Padre Gaetano Piccirilli, cappuccino del convento dell’Incoronata di Vasto e fratello di Don Felice, amato parroco della Cattedrale di S. Giuseppe per tanti anni.
Nato a Vasto il 24 novembre 1917 da Gaetano e Rosaria D’Adamo, Michele, questo il suo nome di battesimo, da ragazzo ha intrapreso una strada diversa da quella di Felice, suo fratello maggiore, entrando nel seminario dei Cappuccini.
Ordinato sacerdote il 13 luglio 1941 da Mons. Confalonieri, poi divenuto cardinale, ha ricoperto numerose cariche in vari conventi d’Abruzzo, e dal 1971 al 1992, è rimasto nella nostra città, come parroco dell’Incoronata.
“Era un tipo che sapeva farsi voler bene dalla gente”, ricorda Padre Eugenio attuale parroco della chiesa dell’Incoronata, “Era una figura di sacerdote molto paterno, e di riflesso godeva la stima che i vastesi avevano verso Don Felice Piccirilli. Era aperto anche ai problemi di carattere sociale. Tra le iniziative organizzate da lui ricordo la mostra artigianale, presso i locali scolastici dell’Incoronata, dove per una settimana hanno esposto ceramiche, ferro battuto e altri lavori, artigiani provenienti da tutto l’Abruzzo”.
Nel 1969, ad un anno dalla morte del fratello, Padre Gaetano pubblica sulle pagine di Vasto Domani una lunga e accorata lettera in risposta ad un articolo pubblicato sull’Amico del Popolo, in merito agli esecutori testamentari di Don Felice e ai problemi della Domus Pacis. Senza entrare nel merito strettamente legato alla polemica, voglio riportare qualche brano scritto da Padre Gaetano per capire meglio la sua personalità e le motivazioni della nascita della Domus Pacis. “Ho l’impressione che si voglia considerare la Domus Pacis come una fonte di reddito”, scrive Padre Gaetano, “sia pur per attività parrocchiali, no, non è così; bisogna tornare indietro nel tempo e nelle circostanze per capire le motivazioni e le finalità per cui essa è sorta; bisogna rifarsi agli anni 1945-1960: schiere di fanciulli e di giovani che reclamavano spazio, le classi di catechismo che si moltiplicavano, Associazioni sempre più floride, la “Casa del fanciullo” per i bambini più poveri ecc. da ogni parte si reclamava nuovi e più efficienti locali! È stato un bisogno impellente della base che ha spinto a dar inizio e vita alla Domus, ed è stata da tutti voluta, incoraggiata e sostenuta in uno spirito di totale collaborazione… come una grande famiglia che, spinta dalla necessità, affronta gioiosamente e collettivamente ogni sacrificio pur di farsi una casa propria…”. E chiude la lunga lettera ricordando il fratello sacerdote: “…devo con amarezza rilevare che tra i tanti che crediamo offesi in un modo o in un altro, c’è forse UNO solo che viene offeso: ed è quegli che ha tanto lavorato sacrificandosi con vero spirito di apostolato: il suo esempio in questo primo anniversario dalla morte, valga a richiamarci tutti ad un sentimento di unità e fraternità: sentimenti che tanto vivamente espresse durante la malattia che lo condusse alla morte”.
Nel 2002, in occasione del decimo anniversario della morte, con una bella e sentita cerimonia, è stato inaugurato un artistico medaglione in bronzo realizzato dallo scultore vastese Antonio Di Spalatro, collocato sul muro d’ingresso al convento.
Lino Spadaccini
Nato a Vasto il 24 novembre 1917 da Gaetano e Rosaria D’Adamo, Michele, questo il suo nome di battesimo, da ragazzo ha intrapreso una strada diversa da quella di Felice, suo fratello maggiore, entrando nel seminario dei Cappuccini.
Ordinato sacerdote il 13 luglio 1941 da Mons. Confalonieri, poi divenuto cardinale, ha ricoperto numerose cariche in vari conventi d’Abruzzo, e dal 1971 al 1992, è rimasto nella nostra città, come parroco dell’Incoronata.
“Era un tipo che sapeva farsi voler bene dalla gente”, ricorda Padre Eugenio attuale parroco della chiesa dell’Incoronata, “Era una figura di sacerdote molto paterno, e di riflesso godeva la stima che i vastesi avevano verso Don Felice Piccirilli. Era aperto anche ai problemi di carattere sociale. Tra le iniziative organizzate da lui ricordo la mostra artigianale, presso i locali scolastici dell’Incoronata, dove per una settimana hanno esposto ceramiche, ferro battuto e altri lavori, artigiani provenienti da tutto l’Abruzzo”.
Nel 1969, ad un anno dalla morte del fratello, Padre Gaetano pubblica sulle pagine di Vasto Domani una lunga e accorata lettera in risposta ad un articolo pubblicato sull’Amico del Popolo, in merito agli esecutori testamentari di Don Felice e ai problemi della Domus Pacis. Senza entrare nel merito strettamente legato alla polemica, voglio riportare qualche brano scritto da Padre Gaetano per capire meglio la sua personalità e le motivazioni della nascita della Domus Pacis. “Ho l’impressione che si voglia considerare la Domus Pacis come una fonte di reddito”, scrive Padre Gaetano, “sia pur per attività parrocchiali, no, non è così; bisogna tornare indietro nel tempo e nelle circostanze per capire le motivazioni e le finalità per cui essa è sorta; bisogna rifarsi agli anni 1945-1960: schiere di fanciulli e di giovani che reclamavano spazio, le classi di catechismo che si moltiplicavano, Associazioni sempre più floride, la “Casa del fanciullo” per i bambini più poveri ecc. da ogni parte si reclamava nuovi e più efficienti locali! È stato un bisogno impellente della base che ha spinto a dar inizio e vita alla Domus, ed è stata da tutti voluta, incoraggiata e sostenuta in uno spirito di totale collaborazione… come una grande famiglia che, spinta dalla necessità, affronta gioiosamente e collettivamente ogni sacrificio pur di farsi una casa propria…”. E chiude la lunga lettera ricordando il fratello sacerdote: “…devo con amarezza rilevare che tra i tanti che crediamo offesi in un modo o in un altro, c’è forse UNO solo che viene offeso: ed è quegli che ha tanto lavorato sacrificandosi con vero spirito di apostolato: il suo esempio in questo primo anniversario dalla morte, valga a richiamarci tutti ad un sentimento di unità e fraternità: sentimenti che tanto vivamente espresse durante la malattia che lo condusse alla morte”.
Nel 2002, in occasione del decimo anniversario della morte, con una bella e sentita cerimonia, è stato inaugurato un artistico medaglione in bronzo realizzato dallo scultore vastese Antonio Di Spalatro, collocato sul muro d’ingresso al convento.
Lino Spadaccini
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