UN RICCO REPERTORIO CAMERISTICO PRESENTATO DAL “CLASSIQUE TRIO”
Una serata di grande musica, inserita nella stupenda cornice dei giardini di Palazzo D’Avalos, ci informa il giornalista Luigi Medea.
Una serata di grande musica, inserita nella stupenda cornice dei giardini di Palazzo D’Avalos, ci informa il giornalista Luigi Medea.
Sul palco tre artisti: la vastese Marilena La Palombara (al pianoforte); Gerardo Carbone (Clarinetto); Fabrizio Fabiano (violoncello). Insieme da qualche anno hanno fondato il “ Classique Trio” nato “dal desiderio dei componenti di condividere i repertori ai quali nei diversi ambiti lavorativi, artistici e professionali si sono formati”.
Il trio non ha deluso le attese del numeroso ed esigente pubblico vastese, presentando un programma corposo ed appetibile, diviso in tre parti: il Trio in Si b Maggiore, op. 11. di L. van Beethoven; l’Act Stucke n. 8, in mi b minore, op. 83, di M. Bruch; il Trio di Nino Rota.
“Il programma - ha spiegato La Palombara - aiuterà i presenti ad attraversare un interessante e prezioso arco storico nella produzione della musica da camera, tenendo soprattutto presente il fatto che i tre autori si sono avvicendati nel tempo e la loro produzione testimonia proprio il passaggio, le evoluzioni e le innovazioni compositive, che rispecchiano le caratteristiche delle epoche stesse a cui appartengono”.
Gli scroscianti applausi finali – conclude Luigi Medea - sono stati la più concreta testimonianza del pubblico nell’approvare un progetto “giovanile” di grossa valenza culturale.
Il trio non ha deluso le attese del numeroso ed esigente pubblico vastese, presentando un programma corposo ed appetibile, diviso in tre parti: il Trio in Si b Maggiore, op. 11. di L. van Beethoven; l’Act Stucke n. 8, in mi b minore, op. 83, di M. Bruch; il Trio di Nino Rota.
“Il programma - ha spiegato La Palombara - aiuterà i presenti ad attraversare un interessante e prezioso arco storico nella produzione della musica da camera, tenendo soprattutto presente il fatto che i tre autori si sono avvicendati nel tempo e la loro produzione testimonia proprio il passaggio, le evoluzioni e le innovazioni compositive, che rispecchiano le caratteristiche delle epoche stesse a cui appartengono”.
Gli scroscianti applausi finali – conclude Luigi Medea - sono stati la più concreta testimonianza del pubblico nell’approvare un progetto “giovanile” di grossa valenza culturale.
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