Il “Mese del Brodetto” volge ormai al termine. Un mese denso di appuntamenti con commenti anche lusinghieri da parte della stampa nazionale e qualche piccola polemica sulle ricette e le varietà di pesci da utilizzare nel vero brodetto alla vastese.
Sfogliando alcuni giornali d’epoca mi ha colpito molto la figura di un personaggio storico vastese, Francesco Izzi, mago del brodetto di pesce, titolare della trattoria “Da Francesco”, che si affacciava su Piazza Barbacani, nei pressi dell’attuale “Nuova Libreria”. Il locale era molto piccolo, con disponibilità di una ventina di coperti, situato al primo piano del palazzo, da cui si accedeva tramite una scalinata stretta e ripidissima.
“Francesco e il suo brodetto sono andati in pensione”, con questo titolo Vasto Domani nel gennaio del 1973 annunciava l’addio ai fornelli di “Zi Frangische”, come era affettuosamente chiamato. Merito di Francesco Izzi fu quello di “aver con il suo brodetto di pesce saputo dare a Vasto una notorietà di città famosa per questo prelibato piatto di pesce”. E il cronista ricorda che “Il brodetto di pesce di Francesco aveva un suo sapore, un suo colore, un suo profumo tutto particolare. Quel gran tegame di coccio colmo di pesce di tutte le varietà che Francesco portava a tavola come un trofeo e dal quale toglieva il coperchio con una certa maestria davanti ai commensali incuriositi, costituiva l’elemento spettacolare di questo convito che ha visto nel corso della storia riuniti accanto al brodetto uomini di ieri e di oggi…”.
La trattoria di Francesco Izzi, per oltre cinquanta anni è stato il principale punto di riferimento dei commercianti e rappresentanti, ma anche di tutta la politica passata per la nostra città, dal periodo fascista fino agli anni ’70.
Molti lo ricordano come una figura di poche parole e anche abbastanza burbero. Bastava poco per farlo andare su tutte le furie… specialmente se qualcuno si recava nel suo locale e gli chiedeva di mangiare la carne.
Il profumo che usciva dal locale era inconfondibile e molti lo ricordano ancora adesso. “Il brodetto alla vastese di Francesco è una amalgama perfetta di sapori”, scriveva negli anni ’50 Carlo Travaglini sulle pagine dell’Histonium, con toni piuttosto aulici, “come il quadro panoramico di Vasto: è una fusione mirabile di mare, di cielo e di terra. Sono le triglie pescate tra gli scogli di Casarza, che hanno imprigionato il rosso dei tramonti; sono i merluzzi, bianchi come le nivee cime della Macella; sono le sogliole che conservano l’aurea biondezza della sabbia finissima; sono i guizzanti cefali, che hanno rubato uno spicco di azzurro al cielo; sono i prelibati abitatori dello sprofondo tolti alle loro tane con la forza delle reti, trainati più dai cuori che dagli argani di questi pescatori della vecchia marineria di Vasto, che la magia di Francesco sa offrirti, annegati nell’olio dolcissimo della Concarella d’oro e carezzati dalla tenera polpa dei pomodori e dalla schietta forza dei peperoni degli infiniti orti che tra ciuffi di fiori dalla verde incantevole collina degradano sino alla dolcissima spiaggia, la più bella del mondo”. Per riassumere in un’unica frase, possiamo dire che il brodetto alla vastese di Francesco Izzi è vera arte culinaria, un piatto che “esprime la freschezza del pescato e la fragranza degli elementi essenziali del condimento senza inutili aromi di essenze, senza pesanti grovigli di grassi…”.
Lino Spadaccini
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