venerdì 23 luglio 2010

Appunti di storia vastese: la Diocesi di Vasto


Il 23 luglio 1853 la chiesa collegiale del Vasto venne elevata a Concattedrale

Una lettera di papa Gelasio I attesta che Vasto era sede vescovile sin dal V secolo, anche se il testo nominava la città di Stomensis, al posto di Stoniensis, probabilmente per un errore di trascrizione.

Altre notizie sulla diocesi, purtroppo, sono assenti; quello che è certo è che fino al 1624 Vasto non fece mai parte di diocesi abruzzesi o molisane.

Tra i principali pensieri di Pietro Muzii era quello del ripristino della sede vescovile. Già un primo tentativo, non andato a buon fine, era stato fatto nel 1758 dal Comune di Vasto e dall’Arciprete Domenico Suriani. Il Muzii, il 30 novembre del 1815, scrisse una lettera al teologo D. Niccolò Suriani ed a Francesco Romani, che in quel periodo si trovavano a Napoli, affinché, come rappresentanti del clero e del comune, si presentassero al re Ferdinando I ed alle autorità ecclesiastiche, perchè ottenessero per la città di Vasto la reintegrazione della sede vescovile.

Dopo il Concordato del 1818 tra la Santa Sede e Ferdinando I, Pietro Muzii tornò alla carica, affinché, soppressa la diocesi di Termoli, fosse reintegrata quella di Vasto. Negli anni successivi vi fu anche l’intervento del marchese di Pescara e del Vasto, don Alfonso D’Avalos, verso Ferdinando II e Papa Pio IX. Finalmente, il 23 luglio 1853, con bolla apostolica, la chiesa collegiale del Vasto venne elevata a Concattedrale con quella teatina.

La bolla di Pio IX costringeva l’arcivescovo Michele Manzo a dimorare a Vasto almeno sei mesi all’anno ma, alquanto contrariato per l’imposizione, non volendo venir di persona a prender possesso della nuova diocesi, delegò Mons. Bottazzi, vescovo di Larino, a venire nella nostra città. Naturalmente questa situazione non poteva essere accettata dai vastesi: la bolla pontificia parlava chiaro e dopo tanti rinvii Mons. Manzo si vide costretto a venire a Vasto. L’inaugurazione della nuova cattedra vescovile da parte di Mons. Bottazzi avvenne solo nel giugno del 1857 e, per fatale destino, Pietro Muzii spirò un mese prima non potendo così assistere a quella festa memorabile che aveva fortemente desiderato.

Dal 1862 l’Arcivescovo divenne “in perpetuo” Amministratore della Diocesi di Vasto.

Nel quadro statistico della nuova diocesi, Vasto risultava avere una popolazione di 11234 abitanti, formata da un’unica parrocchia, quella di S. Giuseppe, composta da quattro Dignità, sedici Canonici e dodici Mansionari.

Sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, con Bolla Pontificia del 2 marzo 1982, le due diocesi vennero separate, ma quattro anni più tardi, il 30 settembre 1986, la Diocesi di Vasto venne soppressa e accorpata a quella teatina.


Lino Spadaccini

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