giovedì 27 maggio 2010

Gli "eletti" fanno quello che dicono i loro elettori?

L’albero e la Costituzione

di Giuseppe F. Pollutri
Immagino che l’accostamento lo troviate curioso e forse esagerato. Dico dell’albero (si parla di un cedro) spiantato da addetti comunali nell’aiuola dedicata ai Marinai d’Italia, tra Piazza del Popolo e Via Adriatica. L’ho visto in foto, fatto a rocchi e frattame, messo sul cassone di un camion pronto per la discarica. Non parlo di questioni ambientaliste, pur legittime se ve ne sono di presupposti per cui qualcuno, se ha sbagliato, ne dovrà rispondere... Ma, ecco, questo è il punto: il pubblico amministratore è di per sè ir-responsabile e dunque non perseguibile per l’esercizio della sua volontà politica. Lo è in forza della nostra Costituzione. Parlo dell’art. 1, fatto di due commi, una decina di parole o poco più. Rileggiamolo: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. La prima affermazione, che conoscono tutti, almeno per sentito dire, irrisoria non poco per giovani o meno che ‘penano’ a trovarne una di occupazione, appare più un dogma di fede che un vero e sostanziale principio fondante. Anche su questo tralascio. Qui m’interessa riflettere insieme con voi sul “comma secondo”. A mio avviso la dice lunga di quale tipo sia “la sovranità” data al popolo dalla nostra Carta istituzionale: una democrazia esercitata “nelle forme” (leggi sistema elettorale dato, riformato e riformabile secondo chi governa), e soprattutto “nei limiti”, evidenti e pesanti.
Che cosa vuol dire questo per restare in ambito comunale? Sta a significare che tu cittadino eleggi con voto virtualmente libero il tuo partito o il tuo candidato, perchè vada nel Palazzo ad amministrare ciò che è pubblico in tua rappresentanza. In realtà il “tuo” eletto – fatti alla mano – farà e dirà, oppure non, a suo esclusivo piacimento o a quello della sua parte di provenienza o di nuova e inopinata ricollocazione. E tu popolo-cittadino che lo hai eletto che ci puoi fare? Niente, se non tornare quando sarà a votare, perchè la nostra demo-crazia ha questa forma ...formale e questi ineludibili limiti. Tant’è che all’amministratore che in Comune ha deciso che certi alberi in città andavano tolti di mezzo, che piaccia o no a qualcuno, o a molti di noi, tu che gli fai? La risposta è la stessa di sopra. Si troverà modo di dire che la “forma” è salva e i “limiti” continuano a essere costituzionalmente tutti nostri.
Sia dunque pace demo-cratica, se non più vegetal vita, al cedro sradicato del Vasto. Se fosse un film, vedrei bene a conclusione una scena del genere felliniano: gente che balla e canta tenendosi per mano in tondo, mentre al centro crepita e brucia in gloria celebrativa democratica l’albero abbattutto. In una Vasto che cambia, ci può stare. Avanti il prossimo...! Parlo di albero, certo.

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