giovedì 15 aprile 2010

Verso le elezioni

Da Giuseppe F. Pollutri riceviamo e pubblichiamo
Fare politica (o meglio, come non farla)
Non vi dirò, come fa Bassolino (!) in internet rivolgendosi ai giovani: “Queste sono le istruzioni per fare politica”. In realtà quelle pubblicate nel blog di tale personaggio sono una serie di avvertimenti e regolette, pratiche e utili, che chiaramente riguardano il ‘come darsi alla politica’, cosa ben diversa dal “fare politica”, eppure da non trascurare.
Troppo spesso, o di solito, chi si candida a essere “eletto” nelle Istituzioni, lo fa senza averne specifiche capacità e attitudini, e nemmeno consapevolezza di quel che sia il compito cui dovrà dare pratica e risposta. Lo vediamo in quel che avviene (anzi, in quel che non-avviene) nei Consigli Comunali (per limitarci al primo livello della cosa-pubblica). In linea di massima gli eletti si limitano, quando presenziano, a votare, generalmente allineandosi al capogruppo, taluni senza avere voglia o magari capacità di dire, a favore o contro, alcunchè. Poi un bel giorno, qualcuno, (per sentirsi vivo e a suo modo capace), salta sù a dire “a no, io non ci sto”, aggiungendo, a domanda “ma del perchè... se non lo so neppure io, figurati se posso dirlo a te!”. Oppure, secondo lo spirare del vento, di terra o di mare, di tramontana o di libeccio, si viene a sapere che “tizio non sta più con caio” o che “aspetta di fare gruppo o un Nuovo Progetto, magari con il Sempronio che verrà”!
Il prossimo anno, ancora una volta, ne vedremo delle belle nel baillame delle centinaia di aspiranti “che vogliono andare al Comune”. Manifesti, facce, slogan, comizi, eventi, riunioni, discussioni, appelli, trattative, esortazioni, inviti, raccomandazioni, di piazza in piazza, di porta in porta, di cellulare in cellulare, di sms in msm, di blog in blog... Parrà, ancora una volta, che ...s’ha funute lu monne! Poi: votazioni, elezioni, nomine (magari qualche bronto-lamento, timide accuse, qualche reclamo non escluso). Infine la proclamazione: - “Cittadini, popolo e gente, sapete che c’è? Io sono Il Sindaco e questi sono i miei Assessori. Tutti insieme vi aringraziamo per l’elezione, ma sia ben chiaro che - come disse il Marchese del Grillo - io sono Io (il Sindaco) e voi, per cinque anni innanzi, ...nun sete un ca...!”
Questo è quel che il canovaccio della Commedia cittadina prevede, questo è quanto si è recitato qui da noi in questa “consigliatura”. Leggo da qualche parte che “non sarà più così” per l’innanzi. Non voglio fare il “disfattista” se dico che non mi è chiaro il perchè e per come, e soprattutto ad opera di chi questo sarà. Voglio crederlo, ma, come San Tommaso, chiederò di toccare con mano.
“C’è già in giro - domando – un Qualcuno “risorto”, con il costato ferito?”.
Giuseppe F. Pollutri

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