domenica 15 novembre 2009

Turismo:Vasto solo pesce o anche vino ed olio?


"FESTIVol": la festa dell'olio, dall’Umbria una lezione sul turismo
di Enzo La Verghetta
In questi giorni di raccolta dell’ulivo e di piena attività di frantoi i nostri operatori turistici e amministratori dovrebbero recarsi in Umbria per apprendere come si coniugano le risorse del territorio con turismo.
Partendo da una azione mediatica sui giornali nazionali, che molti avranno visto, sono state fornite precise indicazione su dove recarsi, cosa vedere e le iniziative che “accolgono e accompagnano i turisti”.
Il percorso turistico parte da una visita ad un frantoio, dove ai futuri clienti viene mostrato un dvd che illustra l’iter di trasformazione dell’ ulivo in olio, poi un esperto è pronto a rispondere alle domande dei presenti su come riconoscere la qualità del prodotto, il metodo di conservazione e altre domande, per poi finire con bruschetta a volontà annaffiato da vino umbro, tutto offerto. A questo punto sei entrato nel clima del Festivaoil e non puoi fare a meno di acquistare un po’ di olio e di altri prodotti derivati non trascurando nemmeno i prodotti di bellezza all’olio d’oliva.
Ma non finisce qua, ti attende un trenino, sempre gratuito, che ti porta sul campo a vedere la raccolta dell’ulivo,poi ti mostrano una pianta secolare che nobilita ai tuoi occhi la qualità di una tradizione che si perde nel tempo e che certifica che hai fatto un buon acquisto. Alla fine del tour sei consegnato alle botteghe del centro storico, dove trovi prodotti locali che vanno dai legumi agli insaccati passando per il vino e proseguono su manufatti dell’artigianato locale o limitrofo; e anche in questo caso non puoi fare a meno di portare a casa uno o più souvenir.
Se poi cerchi un risvolto culturale alla tua giornata, hai diritto ad una visita guidata,sempre offerta , che ti conduce nei luoghi più significativi e negli antichi palazzi della cittadina e durante il percorso ti imbatti con angoli musicali dove artisti con i loro strumenti allietano il tuo passaggio e non può mancare la banda, o meglio una band che ti propone del jazz nostrano.
A fine giornata anche se il portafoglio piange tu sei contento di esserti divertito, aver visto qualcosa di diverso, aver comprato prodotti genuini e tipici; e sei contento di aver fatto quei chilometri per partecipare al “Festival oil”.
Tornando alla nostra amata cittadina; un mio amico, a cui ho descritto questa manifestazione, mi ha fatto presente che molto di quell’olio viene dai nostri frantoi , comprato a prezzi di realizzo e rivenduto a prezzi da amatore. Questo è possibile solo perché questi ultimi hanno saputo costruire e valorizzare la loro immagine e il prodotto creando intorno un’atmosfera di qualità che va a valorizzare anche tutto ciò che è presente nel territorio. E’ fondamentale oltre a disporre di prodotti di qualità saperli valorizzare, costruire un’immagine accattivante e costruire un corollario di manifestazioni che coinvolgano il turista a 360 gradi.
Purtroppo a Vasto siamo ancora fermi a ” Gli diamo sto cielo, sto mare che vogliono di più” . Ho letto con piacere l’articolo “Bisogna voltare pagina” di Qui del 7/11/09, ma il problema non è solo di organizzare delle manifestazioni che richiamano la gente.
Se la vocazione di Vasto è quella turistica, occorre creare un sistema completo, sviluppato dalle istituzioni pubbliche e dagli operatori privati, capace di invogliare i turisti a venire da noi , sia pronto ad accoglierli in base alle loro esigenze e che li invogli a tornare anche in futuro, per raggiungere quello che gli esperti chiamano “customer satisfaction”.
Il pubblico ed il privato devono unire le loro forze identificare e sviluppare delle attività complementari che vanno a valorizzare le nostre risorse creando ricchezza nel nostro territorio e non essere i fornitori di altre realtà che con una sapiente attività di marketing riescono a valorizzare i nostri prodotti che hanno perso la loro paternità.
Questa sarebbe la vera linfa vitale per il centro storico, di cui tanto si parla, seguendo il famoso detto “ non sapevo che dire allora parlai tanto”. Non è lavando la faccia dei palazzi che si crea un centro storico, ma è “tipicizzandolo” creando un qualcosa che non trovi in altre realtà locali, iniziamo questo percorso dando l’opportunità almeno durante le feste e manifestazioni cittadine di mostrare e vendere i prodotti tipici del vastese ai nostri ospiti che oltre all’abbronzatura potranno acquisire un po’ della nostra tradizione culinaria e non.
Enzo La Verghetta

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