DA GIUSEPPE F. POLLUTRI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Per rispondere, come educazione o cortesia vuole, non per replicare. Per ampliare se possibile la discussione, per approfondire un po’ quel che si dice e non per contro-battere a chi la pensa diversamente. Senza animosità, per nulla richiesta, senza personalimi sterili e dunque privi di senso, soprattutto. Se non capiamo e non facciamo questo, meglio - come ebbe a dire C. Pavese - “una strada da passeggiare in più” da donare alla propria giornata. Certo, lo dico anche a me stesso, non poche volte.
“Odia con fede” (succede)
In questi giorni, su questo blog ho annotato (un po’ alla Pasquino) che quelli di Rifondazione in Italia si sono creati per utilità elettorale un …“paravento”, vista la “caduta del muro” (comunista). Per inciso richiamavo anche l’attenzione “degli ex-dc di sinistra” a considerare che per una ricerca della giustizia (individuale e sociale), per il sollievo dalla povertà degli uomini sfruttati da chi troppo vuole, non c’era proprio bisogno di ‘scoprire’ o rifarsi all’ideologia marxista. Notavo che per questo c’era e c’è ancora l’insegnamento evangelico. Mentre io non ha mai pensato e scritto che il cristianesimo sia per ciò “di destra” o appannaggio dei partiti “conservatori”, un esponente locale dei citati dossettiani, oggi di casa nel pd, mi dice che un cattolico può stare dove vuole (e perché no?), che “non esiste più il partito unico dei cattolici” (dove lui per anni è rimasto, contrapponendosi al PCI), e che soprattutto - come in cerca di legittimazione a un passaggio forse neppure molto digerito – in fondo in fondo (saggi intellettuali alla mano) esiste anche un “Cristo socialista”! Contento lui… Io invece me ne preoccuperei, perché affermarlo come presupposto ideologico - andrebbe a significare una giustificazione degli effetti deleteri di una “telogia della liberazione”, o persino, dall’altra, la storica violenza “santa” delle Crociate, perché …”Dio lo vuole”.
L’integralismo, il giustizialismo, la lotta di classe, l’opposizione armata, (l’esproprio proletario persino) avrebbero così una loro “santità” e necessità inoppugnabile. Come per Rosy Bindi, esemplare discepola del monaco-politico Dossetti che fece diventare strumento ideologico di lotta il solidarismo cristiano, parafrasando le parole, paradossali se non capite, di Tommaso d’Aquino (“Ama e fai quel che vuoi”) si potrebbe allora dire: “Odia per giustizia (o per fede) e fai quello che vuoi”. Non a caso Don Luigi Verzè, quello del San Raffaele di Milano (ospedale di riconosciuta efficienza sanitaria), ha definito il nuovo Presidente del Partito Democratico semplicemente: …“komeinista”. Opinabile certo, ma che definisce bene la persona e lo stile comune a questo gruppo di cattolici … riformati.
Osservo che se la fede cristiana (anzi ogni fede religiosa, compreso l’islamismo) non può essere appannaggio di alcun partito politico (giacché “cesare” è altro che “dio”), non si può usarla neppure per tutto ciò che è contro l’insegnamento cristiano “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso” o, in positivo, “ama il prossimo tuo…”. Aggiungo che non è “odiare” la critica alle idee (agli uomini e ai loro partiti), lo è invece insultare l’avversario, vedendolo nemico da abbattere, anche fisicamente, com’è avvenuto negli “anni di piombo” in Italia e altrove succede ancor oggi nel mondo.
A volte la memoria è corta, o troppo facilmente assolutrice. Così, pure invecchiati, non cresceremo mai.
Giuseppe F. Pollutri
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