
di Lino Spadaccini
Il 7 novembre del 1853 moriva Antonio Rossetti, fratello di Gabriele il “Tirteo d’Italia”.
Al contrario dei fratelli Gabriele e Domenico, che lasciarono Vasto per proseguire gli studi, Antonio rimase nella sua amata Vasto vivendo per tutta la vita in povertà esercitando la professione di barbiere.
Di animo nobile e gentile, come i fratelli Gabriele e Domenico, amava cimentarsi nella nobile arte della poesia, definendosi “incolto natural poeta”, infatti, nonostante la mancanza di un’istruzione adeguata, si cimentò, con discreto successo, in una poesia semplice e spontanea ma, nello stesso tempo, arguta e pungente prendendo spunto dagli avvenimenti paesani.
I vastesi da sempre hanno mostrato affetto e stima verso quell’umile barbiere rimasto nella sua terra, ridotto in condizioni di miseria, fino a quando la morte lo colse all’età di 82 anni.
Sedici anni dopo fu effettuata una sottoscrizione pubblica per l’erezione di una lapide in suo onore da affiggersi nel cimitero. La proposta del comitato promotore arrivò in consiglio comunale il 15 maggio 1869 e, dopo la sua approvazione, il mese successivo due lapidi furono murate ai lati dell’ingresso principale del cimitero, dove ancora oggi si trovano: una dedicata ad Antonio e l’altra al fratello Domenico (purtroppo, oggi, parzialmente coperta da un bidone della spazzatura!!!). Le stesse furono inaugurate il 7 novembre dello stesso anno, nell’anniversario della morte di Antonio.
Entrambe le epigrafi furono dettate da Giacinto Barbarotta. Quella di Antonio così recita: OH! LA NOBILE ANIMA / DI ANTONIO ROSSETTI / A DOMENICO E GABRIELE / MERAVIGLIOSI INGEGNI / GERMANO PREDILETTO / ONESTO / PROBO UMANISSIMO / CITTADINO EMINENTE / DE’ COMPATRIOTI SUOI LA MISERIA MEDITANDO / LA DIESILLA / CANTICO INSPIRATO PRODUSSE: / L’UMANITA’ CONTRARIATA DIEDE IN LUI UN BARBIERE / ISTONIO / SEMPRE DEPLORERA’ ALTRA GLORIA ABORTITA: / MORIVA D’ANNI 82 / A DI 7 NOVEMBRE 1853.
Per dare un saggio della poesia di Antonio, voglio citare alcuni brani declamati in occasione di un “Brindisi recitato in un pranzo offerto dal Padre Guardiano nel Convento di S. Onofrio”. Il testo manoscritto è conservato presso la Biblioteca Comunale nel volume ms. 6/4/6.
Canti chi vuol cantare / Perché io voglio mangiare / Ed indi in fin di tavolo / Io voglio predicare. /
Voi per un Pantalone / E per un reo Buffone / Mi avete preso già, / Ma quando il mio Sermone /
Attenti ascolterete / Voi vi ricrederete. / L’impegno mio sarà / Di far vedere a Voi / Ch’io son fra i magni eroi / Non sono un Pulcinella. / Non sono un vil Brighella / Ma son predicatore / Esimio, e di valore…
Giuro a tutte le porchette, / Che farò le mie vendette! / Corpo d’un gran Baccalà! / Tant’aggravio a me si fa?... / Che vegg’io mai nell’Atmosfera!... assiso / Sù d’un gruppo di nubi in aria corre /
Il gran Pudente! ei già s’arresta, e fiso / Il Vasto guata, e lui così discorre: / Mia Patria Istonio / Rosetti Antonio, / è un Pulcinella, è un Pantalone / è un vil Brighella e un reo Buffone…
Questa pizza molto vale / Può mangiarla un Cardinale. / Può mangiarla anch’un Sovrano. / Viva il Padre Guardiano. / Viva in tutte l’ore / Della pizza pur l’Autore…
Miserere Miserere! / Quì buon vin si pensa a bere / E si pensa a ben mangiare; / Ed a ridere, e a scherzare! / Dies illa dies ire! / Nol volete Caro mio Signore / Deh! al ciel chiedi o peccatore, / Il perdon con ver dolore / Del tuo reo trascorso errore / Se sei vero Cristiano / Viva il Padre Guardiano…
Voi già in udire la mia dotta predica / Con stile ricercato, arguto, e forte, / Siete restati tutti a bocche storte! / Credevate ch’io fossi un ruffiano? / Evviva il degno Padre Guardiano. / Evviva tutti, evviva l’allegria, / Evviva questa nobil compagnia, / Evviva la mia rozza poesia
Antonio Rossetti
Il 7 novembre del 1853 moriva Antonio Rossetti, fratello di Gabriele il “Tirteo d’Italia”.
Al contrario dei fratelli Gabriele e Domenico, che lasciarono Vasto per proseguire gli studi, Antonio rimase nella sua amata Vasto vivendo per tutta la vita in povertà esercitando la professione di barbiere.
Di animo nobile e gentile, come i fratelli Gabriele e Domenico, amava cimentarsi nella nobile arte della poesia, definendosi “incolto natural poeta”, infatti, nonostante la mancanza di un’istruzione adeguata, si cimentò, con discreto successo, in una poesia semplice e spontanea ma, nello stesso tempo, arguta e pungente prendendo spunto dagli avvenimenti paesani.
I vastesi da sempre hanno mostrato affetto e stima verso quell’umile barbiere rimasto nella sua terra, ridotto in condizioni di miseria, fino a quando la morte lo colse all’età di 82 anni.
Sedici anni dopo fu effettuata una sottoscrizione pubblica per l’erezione di una lapide in suo onore da affiggersi nel cimitero. La proposta del comitato promotore arrivò in consiglio comunale il 15 maggio 1869 e, dopo la sua approvazione, il mese successivo due lapidi furono murate ai lati dell’ingresso principale del cimitero, dove ancora oggi si trovano: una dedicata ad Antonio e l’altra al fratello Domenico (purtroppo, oggi, parzialmente coperta da un bidone della spazzatura!!!). Le stesse furono inaugurate il 7 novembre dello stesso anno, nell’anniversario della morte di Antonio.
Entrambe le epigrafi furono dettate da Giacinto Barbarotta. Quella di Antonio così recita: OH! LA NOBILE ANIMA / DI ANTONIO ROSSETTI / A DOMENICO E GABRIELE / MERAVIGLIOSI INGEGNI / GERMANO PREDILETTO / ONESTO / PROBO UMANISSIMO / CITTADINO EMINENTE / DE’ COMPATRIOTI SUOI LA MISERIA MEDITANDO / LA DIESILLA / CANTICO INSPIRATO PRODUSSE: / L’UMANITA’ CONTRARIATA DIEDE IN LUI UN BARBIERE / ISTONIO / SEMPRE DEPLORERA’ ALTRA GLORIA ABORTITA: / MORIVA D’ANNI 82 / A DI 7 NOVEMBRE 1853.
Per dare un saggio della poesia di Antonio, voglio citare alcuni brani declamati in occasione di un “Brindisi recitato in un pranzo offerto dal Padre Guardiano nel Convento di S. Onofrio”. Il testo manoscritto è conservato presso la Biblioteca Comunale nel volume ms. 6/4/6.
Canti chi vuol cantare / Perché io voglio mangiare / Ed indi in fin di tavolo / Io voglio predicare. /
Voi per un Pantalone / E per un reo Buffone / Mi avete preso già, / Ma quando il mio Sermone /
Attenti ascolterete / Voi vi ricrederete. / L’impegno mio sarà / Di far vedere a Voi / Ch’io son fra i magni eroi / Non sono un Pulcinella. / Non sono un vil Brighella / Ma son predicatore / Esimio, e di valore…
Giuro a tutte le porchette, / Che farò le mie vendette! / Corpo d’un gran Baccalà! / Tant’aggravio a me si fa?... / Che vegg’io mai nell’Atmosfera!... assiso / Sù d’un gruppo di nubi in aria corre /
Il gran Pudente! ei già s’arresta, e fiso / Il Vasto guata, e lui così discorre: / Mia Patria Istonio / Rosetti Antonio, / è un Pulcinella, è un Pantalone / è un vil Brighella e un reo Buffone…
Questa pizza molto vale / Può mangiarla un Cardinale. / Può mangiarla anch’un Sovrano. / Viva il Padre Guardiano. / Viva in tutte l’ore / Della pizza pur l’Autore…
Miserere Miserere! / Quì buon vin si pensa a bere / E si pensa a ben mangiare; / Ed a ridere, e a scherzare! / Dies illa dies ire! / Nol volete Caro mio Signore / Deh! al ciel chiedi o peccatore, / Il perdon con ver dolore / Del tuo reo trascorso errore / Se sei vero Cristiano / Viva il Padre Guardiano…
Voi già in udire la mia dotta predica / Con stile ricercato, arguto, e forte, / Siete restati tutti a bocche storte! / Credevate ch’io fossi un ruffiano? / Evviva il degno Padre Guardiano. / Evviva tutti, evviva l’allegria, / Evviva questa nobil compagnia, / Evviva la mia rozza poesia
Antonio Rossetti
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