Il faro di Punta Penna in questi ultimi anni sente addosso il peso dei suoi anni e necessita di urgenti lavori di manutenzione. A causa soprattutto della sua esposizione alle intemperie, in molti tratti del faro ormai non c’è più l’intonaco e sono visibili i mattoni a vista.
Speriamo che le autorità competenti, in questo caso la Marina Militari, si attivi per ridare al faro, uno dei “simboli” della nostra città, un aspetto più decoroso, perché non dobbiamo scordarci che il con i suoi 70 metri di altezza, e i suoi 307 scalini a chiocciola, il faro di Punta Penna è il secondo più alto d’Italia, dopo la Lanterna di Genova.
Sappiamo che programmare un lavoro d’intervento è costosissimo, proprio per l’altezza della struttura e per la sua forma, ma ogni anno che passa le condizioni peggiorano sempre più e questo potrebbe far lievitare maggiormente i costi di ristrutturazione.
La struttura che vediamo oggi, non è quella originale: al 10 maggio del 1909 risale la posa della prima pietra per mano dell’On. Ciccarone e, tre anni dopo il faro è entrato regolarmente in funzione. Distrutto in parte dai tedeschi nel 1944, il faro venne demolito e ricostruito due anni dopo, su disegno di Olindo Tarcione. Alla presenza di autorità civili e militari, il 2 maggio del 1948 fu inaugurata la nuova struttura così come la vediamo oggi.
Lino Spadaccini
Speriamo che le autorità competenti, in questo caso la Marina Militari, si attivi per ridare al faro, uno dei “simboli” della nostra città, un aspetto più decoroso, perché non dobbiamo scordarci che il con i suoi 70 metri di altezza, e i suoi 307 scalini a chiocciola, il faro di Punta Penna è il secondo più alto d’Italia, dopo la Lanterna di Genova.
Sappiamo che programmare un lavoro d’intervento è costosissimo, proprio per l’altezza della struttura e per la sua forma, ma ogni anno che passa le condizioni peggiorano sempre più e questo potrebbe far lievitare maggiormente i costi di ristrutturazione.
La struttura che vediamo oggi, non è quella originale: al 10 maggio del 1909 risale la posa della prima pietra per mano dell’On. Ciccarone e, tre anni dopo il faro è entrato regolarmente in funzione. Distrutto in parte dai tedeschi nel 1944, il faro venne demolito e ricostruito due anni dopo, su disegno di Olindo Tarcione. Alla presenza di autorità civili e militari, il 2 maggio del 1948 fu inaugurata la nuova struttura così come la vediamo oggi.
Lino Spadaccini
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