Un intervento di Francescopaolo (Cicco) Spadaccini sui “trabbocchi” (con due B): macchè ristoranti, vanno lasciati così come sono!
Ci sono persone a Vasto che ringhiano come belve feroci perchè si parcheggia in modo selvaggio, oppure per le erbacce lungo alcuni viali cittadini, o anche per le buche sul piano stradale che stressano le balestre delle auto, mentre poche voci si sollevano davanti a questi veri e propri sfregi alle nostre scogliere.
L'anno scorso avevo trovato indicazioni sulla realizzazione in già corso di un nuovo trabocco all’esterno del braccio a nord del porto. Sul sito della capitaneria di porto si può vedere anche la planimetria; la metratura è di tutto rispetto, un vero e proprio gioiello sul mare, con tanto di WC e corrente elettrica.Il mio commento di allora è quello che faccio anche qui partendo dalla domanda banale o retorica su cosa sono e rappresentano i trabbocchi.Per me sono una caratteristica storica e sociale della nostra costa, che testimoniano l’ingegnosità dei nostri nonni e l’arte di arrangiarsi per sopravvivere; un reperto storico a tutti gli effetti. Quindi la prima caratteristica che dovrebbe contraddistinguerle è l’età; la seconda è la tecnica con cui sono state realizzate (a mani nude con materiali di recupero), la terza è rappresentata dalle sue finalità cioè pescare e guadagnarsi il pane.Costruirne oggi di nuovi è snaturarne l’essenza storica e culturale. E’ qualcosa di posticcio, la classica americanata stile Las Vegas dove ricostruiscono piazza San Marco Marco dentro un hotel per illudere i pensionati, che infilano i cent nelle slot machine, di trovarsi a Venezia mentre in realtà si stanno facendo fottere.
Se vedessi costruire un trabbocco nuovo direi ... e perchè a lui sì e a me no? Visto che non posso farmi una casetta in muratura sulla costa di un parco naturale, quale modo migliore di fottere tutti chiedendo di poter pescare facendomi un trabocco ipertecnologico di 50 mq. con annessa veranda, ovviamente con strada d’accesso e parcheggio ospiti sulla riva debitamente autorizzati. E che nessuno si arrabbi se dopo me lo recinto.Pescarci? Si, ci proverò ma so già che non si prende niente, eppoi i vavosi non mi piacciono per niente, quindi se permettete il pesce me lo porto da casa e me lo cucino direttamente là sopra. Volete sapere se pago l’ICI seconda casa? Ovviamente no, e nemmeno la Tarsu se proprio volete saperlo. Mica ci dormo lì; ci vado solo per divertirmi con gli amici e stare tranquillo senza scocciatori con bimbi ed ombrelloni.
Fuori di metafora, accettare l’idea che un reperto storico possa essere non soltanto oggetto di ammirazione e conoscenza della storia del luogo, ma anche utilizzato per fini commerciali porta inevitabilmente ad estendere il concetto un po’ a tutto il resto.Potremmo anche aprire una pista da ballo sulla vasca del delfino, alle Terme vicino S.Antonio così diamo al turista l’illusione di danzare nell’età romanica.E se è normale aprire una trattoria su un trabocco perchè non facciamo di D’Avalos un residence di lusso per turisti danarosi.Il principio è il solito, legittimato dalla necessità di uno sviluppo compatibile: attirare il turista, anche a costo di prostituire la nostra storia. Esagerato? Potrei fare mille esempi di castelli medievali venduti a commercianti senza scrupoli che ne hanno fatto friggitorie e dancing di liscio.
Dall’articolo che riguardava un trabbocco ritrutturato a trattoria leggevo che quell’iniziativa aveva avuto tutte le autorizzazioni. Mi chiedo come il titolare abbia dimostrato di avere servizi igienici separati, M e W, quali sistemi antincendio in cucina, quali vie di fuga in caso di tzunami, con quali calcoli di ingegneria abbia confermato la stabilità delle strutture, ecc. ecc. Avrà assunto un bagnino? Non si sa mai che, stordita dal trebbiano fresco, la grossa tedesca cada inavvertitamente in mare.Dite che i piatti si preparavano a terra? Magnifico! Quindi una struttura fissa sulla costa, con strada d’accesso, parcheggio per avventori e personale di servizio, illuminazione notturna, camerieri con diploma di equilibrista per attraversare la passerella reggendo piatti e bicchieri.
E’ proprio vero: siamo una nazione dalla fantasia infinita e dalla morale elastica. Se scoprissimo che ci si potrebbe guadagnare, apparecchieremmo sulle tombe dei nonni per i turisti necrofili”.
FP Spadaccini
1 commento:
Per quanto riguarda la tua ultima affermazione, credo che già si faccia, ma solo per nonni famosi, e di certo non per recitare A Livella...
Sui trabocchi o trabbocchi, non saprei che dire, da bimba, ricordo avrei voluto salirci sopra, ma mi dissero che era vietato ed erano pericolanti....
Mi chiedo, invece, perchè non abbiano fatto un bar o ristorante al pontile, alla fine del pontile, con un canadair ancorato sotto per gli incendi.. Ed un bel ed una bella bagnina come butta fuori, che fungessero da entra dentro e spendi....
I wc, naturalmente, come i treni, quelli vecchi, quelli moderni, non saprei, è tanto che non vado in treno...
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