lunedì 18 maggio 2009

Nelle feste paesane c'è tutta la nostra Vastesità


Ancora qualche stralcio da “La storia di Vasto” del Marchesani, questa volta sulle feste cittadine.
A cura di Francescopaolo (Cicco) Spadaccini.
Da gran pezza molte rurali chiesoline e moltissime cappelle erette dentro le chiese urbane sono perite insieme alle loro doti; nulladimeno cittadini devoti raccogliendo limosine e ricevendo qualche tenue soccorso dalla Beneficienza, che le rendite de' luoghi pii amministra, fanno celebrare frequentissime festicciole: lo scampanio, in che le chiese nostre largheggiano, e la distribuzione di oggettini benedetti, come figurine, panettini, ne formano tutta la esterior pompa: ma quando le grandi festività, principalmente quelle di S.Pietro Apostolo, di S.Maria Assunta e di S.Michele Arcangelo, si solennizzano, campanile alcuno non si rimane in silenzio, spesa non si risparmia per pompa chiesastica, spettacolo pubblico non si trascura

...LA CACCIA DEL TORO, avanzo de' giuochi romani, è caduta in disuso da pochi anni: davasi ne' larghi della Fontana, di Palazzo e di Portapalazzo, barricandosi le strade, che vi si aprono. Robusti e coraggiosi cani Corsi de' nostri beccai e de' vicini paesi apprendendosi agli orecchi del muggente inferocito animale sforzavansi di fermarlo. Un premio di dava al padrone di quel cane, che nella pericolosa impresa ... riusciva.LA CARRIERA A CAVALLO, imitazione de' Troiani giuochi, dà principio agli spettacoli delle ore vespertine. Il Tamburino della città convoca il popolo. I cavalieri, che sono i nostri vaticali quando gli esteri corridori mancano, si schierano a piè della nuova strada della marina per terminare a Portanuova; ovvero, fatta meta l'Aragona, si spiccano dal sito di S.Sebastiano nelle prime corse, e da S.Francesco di Paola nell'ultima o mezza corsa: spesse volte a cavallo scapolo, cui prima insegnasi la via, concorre al premio.…Succede alla carriera la elevazione di più MACCHINE AEROSTATICHE di carta o palloni volanti, cui gl'ingegnosi Vastesi danno varia configurazione. Il fumo le riempie, e l'animelia vi sostiene la rarefazione dell'aria.Viene indi LA CUCCAGNA. Un alto albero da altimone, spalmato di morchia, impiantato, sorregge con la cima il premio di quel garzone del basso ceto, il quale avviticchiato all'albero, superando con lo sforzo muscolare la lubricità, e su traendosi perviene al famoso paese della felicità, al premio. Oh quanti garzoni, mentre il defaticato braccio al sospirato guiderdone stendono, le gambe inavvedutamente rallentano, e giù scorrono avviticchiati tuttavia all'ingrato albero! Qui vince la vigoria; in altro simile giuoco l'equilibrio. Sta per più palmi elevato dall'arenoso suolo, proteso orizzontalmente, e girevole sull'asse, sta un prisma triangolare equilatero di legno: sono di palmi dieci e di palmi quattro i suoi diametri. Il garzone percorrer ne ebbe il superior lato da una stremità all'altra o strisciando col ventre, ovvero a cavalcioni; delle braccia ei servesi per l'equilibrio. S'ei ponta in modo che il suo centro di gravità passi sempre per l'asse, perviene alla stremità, dov'è il guiderdone; ma se un tantino va a pendere per la destra o per la sinistra parte, il prisma si rivolge ed egli è smontato. Valore di premio non già, ma stimolo di gloria chiama a' giuochi. …E' questa l'ora, in cui il piano del Castello, o la largura fuori Portanuova, formicola di gente: le bianche, le rosee, le cilestri vestiture delle artigiane e delle villanelle s'intersecano, si mischiano, si separano nella folla di giovani signori e plebei, di matrone, di fanciulli: non isdegna la seria età di mescolarvisi, e sol la passione del bigliardo, o del giuoco alla mora tiene lungi dalla comun gioja qualche galantuomo, o una brigata di villani.V'à di mezzo la gente de' vicini paesi, che a goder delle nostre feste concorre: maggiore ne sarebbe l'afluenza se le quattro Locande fossero meglio fornite. Alcuni forestieri accolgonsi nelle nostre famiglie, ove a mensa comune (dalla quale le donne di casa non sono escluse) seggono.

Nota di Spadaccini: immaginate queste feste, quasi campestri, dove tutta la popolazione si mischiava. Arrivava gente da Cupello, Montedorisio, Scerni, ... Traspaiono anche alcune divisioni sociali che però la festa abbatteva. Pure la "seria età", gli anziani, si abbandonavano alla gioia della festa. Un'altra bella nota è che alcune famiglie vastesi ospitavano "forestieri" a tavola, e le donne di casa potevano partecipare, cioè non c'era la tradizionale gelosia che faceva tenere le donne lontane da occhi di sconosciuti.

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