
Un viaggio in Italia per trovare l’ispirazione
«Inizialmente mi sono trasferito a Vasto per accendere la mia vena creativa»
I canadesi sono coscienti della narrativa degli immigrati: il viaggio verso una terra lontana e sconosciuta in cerca di un’opportunità e i numerosi ostacoli che accompagnano questo ambizioso sforzo. Ma raramente sentiamo parlare di italocanadesi di prima o seconda generazione che tornano nella terra dei loro genitori o nonni, con lo scopo di fare accendere «una immaginazione più creativa».
Eppure questo è ciò che è accaduto a Luigi Monteferrante, musicista, autore e poeta nato e cresciuto a Montréal, che circa venti anni fa si è trasferito a Vasto Marina, in Abruzzo, (una cittadina sulla costa e il posto da dove provengono i suoi genitori) in cerca di ispirazione per un racconto su cui stava lavorando a quel tempo.
L’ambizioso artista ha realizzato vari Cd. L’ultimo è Gang of Tolstoy, che possiede un’impronta elettronica unica. Monteferrante ha continuato a scrivere, dirigendo allo stesso tempo un bed and breakfast (“Villa Monteferrante”, situato nella costa adriatica), dove tiene regolari workshops in lingua inglese. «Inizialmente sono venuto qui a Vasto perché cercavo un qualcosa che accendesse la mia vena creativa», racconta. «Ho pensato che questo fosse il posto giusto, visto che ho trascorso molto tempo qui quand’ero piccolo», dice Monteferrante.
«Fino ad oggi, ho pubblicato diversi racconti e album che ricordano, in un modo o nell’altro, tutti i posti in cui ho vissuto e le cose che hanno acceso la mia immaginazione. Gang of Tolstoy, ad esempio, è stato ispirato dal mio stupore di fronte allo stile di vita urbano, in una città come Montréal, tra i grattacieli, l’energia della città stessa, diversi paesaggi. Ho unito tutto ciò con l’uso di vari ensembles, sia software che elettronici, e ne è emerso quello che credo sia un risultato unico».
Quando è partito per il Belpaese, Monteferrante era uno scrittore e poeta, e racconta che «il passaggio dalla scrittura alla poesia è stato il risultato di collaborazioni con miei amici che erano musicisti. Mi sono chiesto perché non scrivessero personalmente i propri pezzi ed è stato da quel momento che ho cominciato a scrivere la mia musica. Mi piace esplorare nuove forme d’arte». Il che è evidente di fronte alla grande varietà presente nel lavoro di Monteferrante.
«Credo che il mio prossimo lavoro avrà un’impronta classica», dice. Da teenager, crescendo a Montréal, Monteferrante è stato ispirato e influenzato dalla musica classica: «Mia madre cantava pezzi classici, ed io ho sempre ascoltato la musica classica su Cbc Radio, mentre scrivevo nel mio garage. La ascolto ancora oggi, via Internet».
A parte la musica classica, i generi e gli artisti che hanno influenzato Monteferrante sono eclettici: «Da Monteverdi e Vivaldi, alla rock band americana Talking Heads. Mi piace pensare che il mio lavoro sia il risultato di tutte queste influenze», dice. Una carriera artistica così varia è senz’altro meritevole di riconoscimento - basta pensare che nel 2002 partì a bordo di una Vespa per il tour nordamericano di presentazione di un suo libro. L’idea gli venne dopo aver visto Caro Diario, il film pluripremiato del 1994, in cui il famoso regista italiano Nanni Moretti si imbarca su una Vespa in un viaggio attraverso l’Italia per riscoprire se stesso. Monteferrante è andato da Montréal a Washington su un modello PX125 E del 1986 (per coloro che non sono fanatici della Vespa, si tratta di un modello che raggiunge una velocità massima di 85 chilometri orari). Quando gli si domanda se il ritornare in Canada, nell’arco della sua carriera, abbia mai scatenato sentimenti di nostalgia, Monteferrante risponde che «tornerò a vivere in Montréal un giorno. Amo l’energia della città». Tutto sommato, si tratta di un artista da seguire.
«Inizialmente mi sono trasferito a Vasto per accendere la mia vena creativa»
I canadesi sono coscienti della narrativa degli immigrati: il viaggio verso una terra lontana e sconosciuta in cerca di un’opportunità e i numerosi ostacoli che accompagnano questo ambizioso sforzo. Ma raramente sentiamo parlare di italocanadesi di prima o seconda generazione che tornano nella terra dei loro genitori o nonni, con lo scopo di fare accendere «una immaginazione più creativa».
Eppure questo è ciò che è accaduto a Luigi Monteferrante, musicista, autore e poeta nato e cresciuto a Montréal, che circa venti anni fa si è trasferito a Vasto Marina, in Abruzzo, (una cittadina sulla costa e il posto da dove provengono i suoi genitori) in cerca di ispirazione per un racconto su cui stava lavorando a quel tempo.
L’ambizioso artista ha realizzato vari Cd. L’ultimo è Gang of Tolstoy, che possiede un’impronta elettronica unica. Monteferrante ha continuato a scrivere, dirigendo allo stesso tempo un bed and breakfast (“Villa Monteferrante”, situato nella costa adriatica), dove tiene regolari workshops in lingua inglese. «Inizialmente sono venuto qui a Vasto perché cercavo un qualcosa che accendesse la mia vena creativa», racconta. «Ho pensato che questo fosse il posto giusto, visto che ho trascorso molto tempo qui quand’ero piccolo», dice Monteferrante.
«Fino ad oggi, ho pubblicato diversi racconti e album che ricordano, in un modo o nell’altro, tutti i posti in cui ho vissuto e le cose che hanno acceso la mia immaginazione. Gang of Tolstoy, ad esempio, è stato ispirato dal mio stupore di fronte allo stile di vita urbano, in una città come Montréal, tra i grattacieli, l’energia della città stessa, diversi paesaggi. Ho unito tutto ciò con l’uso di vari ensembles, sia software che elettronici, e ne è emerso quello che credo sia un risultato unico».
Quando è partito per il Belpaese, Monteferrante era uno scrittore e poeta, e racconta che «il passaggio dalla scrittura alla poesia è stato il risultato di collaborazioni con miei amici che erano musicisti. Mi sono chiesto perché non scrivessero personalmente i propri pezzi ed è stato da quel momento che ho cominciato a scrivere la mia musica. Mi piace esplorare nuove forme d’arte». Il che è evidente di fronte alla grande varietà presente nel lavoro di Monteferrante.
«Credo che il mio prossimo lavoro avrà un’impronta classica», dice. Da teenager, crescendo a Montréal, Monteferrante è stato ispirato e influenzato dalla musica classica: «Mia madre cantava pezzi classici, ed io ho sempre ascoltato la musica classica su Cbc Radio, mentre scrivevo nel mio garage. La ascolto ancora oggi, via Internet».
A parte la musica classica, i generi e gli artisti che hanno influenzato Monteferrante sono eclettici: «Da Monteverdi e Vivaldi, alla rock band americana Talking Heads. Mi piace pensare che il mio lavoro sia il risultato di tutte queste influenze», dice. Una carriera artistica così varia è senz’altro meritevole di riconoscimento - basta pensare che nel 2002 partì a bordo di una Vespa per il tour nordamericano di presentazione di un suo libro. L’idea gli venne dopo aver visto Caro Diario, il film pluripremiato del 1994, in cui il famoso regista italiano Nanni Moretti si imbarca su una Vespa in un viaggio attraverso l’Italia per riscoprire se stesso. Monteferrante è andato da Montréal a Washington su un modello PX125 E del 1986 (per coloro che non sono fanatici della Vespa, si tratta di un modello che raggiunge una velocità massima di 85 chilometri orari). Quando gli si domanda se il ritornare in Canada, nell’arco della sua carriera, abbia mai scatenato sentimenti di nostalgia, Monteferrante risponde che «tornerò a vivere in Montréal un giorno. Amo l’energia della città». Tutto sommato, si tratta di un artista da seguire.
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