60 anni fa moriva Beniamino Laccetti, economista, industriale, insigne africanista a livello nazionale. Ad inizio '900 lanciò il progetto per il Porto di Punta Penna, "il gran porto".
di Beniamino Fiore
Il 16 maggio 1949 moriva a Napoli il comm. Beniamino Laccetti. Figlio di un piccolo commerciante di generi alimentari, era nato a Vasto il 25 gennaio 1855. Dedicatosi inizialmente, suo malgrado, al commercio cerealicolo nella città partenopea, Beniamino Laccetti fu industriale, economista ed insigne africanista. Si interessò al problema dei trasporti regionali e nazionali, delle comunicazioni mondiali, alle questioni agricole e bancarie, alle proposizioni sociali e alla vita coloniale. “Sentì l'attività personale come proiezione individuale e quella nazionale come forza d'espansione con le armi pacifiche della penetrazione commerciale”.
Si appassionò intensamente, e per lungo tempo, alla realizzazione del porto di Punta Penna. Il gran porto, come amava definirlo, e perciò “batté il suo cuore come a martello” per destare l'interesse dei politici e l'attenzione dei governanti del tempo. “Se avesse potuto, egli avrebbe chiuso nel suo pugno e la sua città e i suoi abitanti e li avrebbe lanciati arditamente sulle onde a farsi moli, banchine, darsene per prodigio di creazione”, così scriveva, tra l'altro, il giornale d'informazione Histonium all'indomani della sua scomparsa.
Fu autore di numerose monografie, tra le quali citiamo: Pro Vasto Industriale e Porto a Punta Penna (1904); Case regionali di esportazione e Dazio sul Grano (1905); L'Agricoltura nazionale e il suo avvenire (1905); Punta Penna presso Vasto Porto Mercantile e gran centro industriale (1906); Pro grande porto e centro industriale e Punta Penna (1908); L'Italia Economica nei principali quesiti (1911); Cinque mesi in Eritrea (1912); La nuova Italia economica (1916); Proposte sul Programma Economico Italiano (1922); L'Italia nelle Grandi Vie del Mondo (1928).
Il 16 maggio 1949 moriva a Napoli il comm. Beniamino Laccetti. Figlio di un piccolo commerciante di generi alimentari, era nato a Vasto il 25 gennaio 1855. Dedicatosi inizialmente, suo malgrado, al commercio cerealicolo nella città partenopea, Beniamino Laccetti fu industriale, economista ed insigne africanista. Si interessò al problema dei trasporti regionali e nazionali, delle comunicazioni mondiali, alle questioni agricole e bancarie, alle proposizioni sociali e alla vita coloniale. “Sentì l'attività personale come proiezione individuale e quella nazionale come forza d'espansione con le armi pacifiche della penetrazione commerciale”.
Si appassionò intensamente, e per lungo tempo, alla realizzazione del porto di Punta Penna. Il gran porto, come amava definirlo, e perciò “batté il suo cuore come a martello” per destare l'interesse dei politici e l'attenzione dei governanti del tempo. “Se avesse potuto, egli avrebbe chiuso nel suo pugno e la sua città e i suoi abitanti e li avrebbe lanciati arditamente sulle onde a farsi moli, banchine, darsene per prodigio di creazione”, così scriveva, tra l'altro, il giornale d'informazione Histonium all'indomani della sua scomparsa.
Fu autore di numerose monografie, tra le quali citiamo: Pro Vasto Industriale e Porto a Punta Penna (1904); Case regionali di esportazione e Dazio sul Grano (1905); L'Agricoltura nazionale e il suo avvenire (1905); Punta Penna presso Vasto Porto Mercantile e gran centro industriale (1906); Pro grande porto e centro industriale e Punta Penna (1908); L'Italia Economica nei principali quesiti (1911); Cinque mesi in Eritrea (1912); La nuova Italia economica (1916); Proposte sul Programma Economico Italiano (1922); L'Italia nelle Grandi Vie del Mondo (1928).
Nessun commento:
Posta un commento