lunedì 27 aprile 2009

Pasquino a Vasto


Pasquino a Vasto

In Comune sì, in Piazza no

Non più palloncini, di giocoliere funi e bastoni
Non proclami, firme ed appelli, da palchi
E panchetti di popolo, per decorosità d’Istonio.

L’ordinanza è fatta, la Giunta l’ha bandita: “Che
Di Diomede alla piazza e dei Barbacani pure,
Attorno alla fontana, assembramenti e tumulti
Più non s’hanno da fare, radunare e praticare!”

E il popolo tutto, cambiato alfine e compunto,
Mena il suo passo recitando soltanto orazioni
E di Gabriele (dico Rossetti) versi e intercalari,
Sussurrando sommessamente al vicino di passo:
“Compare, di quello che sai, che dici, …ti pare?
“Lassa fa Ddé, cchiùttoste demme tì: lu vrudàtte
a la piazze, a ggìgne, s’ha da guardà sulamente,
o le putéme pìre …assaggià?”

“Zètte tì, Micchè,
… è scritto, non è il caso di menar il can per l’aia
E dire a voce alta ch’è nudo il re e il sindaco pure,
con tutto il marchese… Devi capire che di giocare
Con la gente e le parole è lecito, e così ora sia,
Alla casa del Sindaco, ma per rispetto e decenza,
Alla Piazza, No!"

“Ggiuvà, sìnde, ca dece tì:
…si le cagneme, ‘ssu sëneche mmalamente,
e ne faceme ‘naddre, che … ‘jè pìre de lu Uaste?

Giuseppe F. Pollutri
23 aprile 2009

Pollutri ha scritto questa bella satira prima del Consiglio Comunale del 27 aprile, seduta nella quale i consiglieri all'unanimità hanno invitato il Sindaco a ritirare la nota delibera che vieta la raccolta di firme e spettacoli per bambini in centro storico.

Nessun commento: