Foto: i due cimiteri, in alto Torino di Sangro, in basso Ortona |
25 aprile 2015. Omaggio ai 4.331
giovani che riposano nel Cimitero Inglese di Torino di Sangro e nel Cimitero Canadese di Ortona, che sono morti per donare a noi la libertà.
Per la ricorrenza del 25 aprile Festa
della Liberazione negli ultimi anni ho parlato del ruolo avuto dal Giuseppe Spataro (vastese, padre fondatore
della DC, più volte ministro) e del
ruolo avuto dagli antifascisti che erano ospiti del campo di internamento di “Istonio” Marina, arruolatisi poi, in buona parte, nelle formazioni partigiane.
Quest’anno voglio ricordare il 25 aprile con una poesia dialettale che ha racchiuso in pochi versi un’idea in cui ho sempre creduto: il contributo di vite umane dato dagli Alleati per donare la libertà a noi italiani.
Con il pensiero sempre rivolto al pesante il bilancio di vittime nella nostra zona durante le battaglie del Sangro e di Ortona. Pensate che nel Cimitero Inglese di Torino di Sangro sono sepolti 2.616 militari del Commonwealth britannico (in maggior parte del Regno Unito (1.768), della Nuova Zelanda (355), dell'India e del Pakistan (335), del Sud Africa (74); nel Cimitero di Ortona riposano 1.615 militari canadesi.
IN TOTALE 4.331 GIOVANI, quasi tutti ventenni venuti da lontano che si sono sacrificati per garantire a noi la libertà. Dire un Grazie è troppo poco. Ci dovremmo mettere a piangere e versare tutte le lacrime che hanno versato i loro genitori. Allora Gloria a questi soldati inglesi e canadesi che salvarono l'onore del popolo italiano e diedero il loro vitale contributo alla riconquista della libertà!
IN TOTALE 4.331 GIOVANI, quasi tutti ventenni venuti da lontano che si sono sacrificati per garantire a noi la libertà. Dire un Grazie è troppo poco. Ci dovremmo mettere a piangere e versare tutte le lacrime che hanno versato i loro genitori. Allora Gloria a questi soldati inglesi e canadesi che salvarono l'onore del popolo italiano e diedero il loro vitale contributo alla riconquista della libertà!
La poesia di cui parlavo all’inizio è appunto “Sacrarie Canadese” e si riferisce al Cimitero Canadese di Ortona. E’ stata scritta da Luciano Flamminio, poeta e cantore di S. Vito, ed ha vinto l’ultima edizione del Premio di Poesia dei Salesiani.
Flamminio ha anche riferito la storia che c’è dietro questa poesia. Lui stava in Canada per i suoi tour artistici quando incontrò il presidente di un’organizzazione che una volta saputo che lui era della zona di Ortona ha insistito per farlo incontrare con un vecchio reduce canadese che aveva combattuto proprio in quelle zone durante la guerra. L’incontro fu molto toccante e il reduce gli disse che lui era stato molto fortunato perché si era salvato, ma che centinaia e centinaia di suoi amici erano morti durante quei terribili giorni. Il vecchio lo pregò di portare un fiore al Cimitero di Canadese di Ortona e di rivolgere una preghiera ai suoi amici. Una volta in Italia, Flamminio si recò al Cimitero, ma questa visita era del tutto diversa dalle altre fatte in precedenza. Vagando fra le numerose tombe, ricordando il sacrificio di tanti giovani vite, gli venne in mente il sonetto “Lu Sacrarie Canadese.
SACRARIE CANADESE
Di Luciano Flamminio
Madonne quante croce a ‘stu Sacrarie!...
Lu piante di li mamme e di li spose,
‘mbonne la vija ritte a ‘stu Calvarie,
addò’ marite e fije c-i-aripose
Lu frutte di cunflitte maledette
è ‘stu puste di Fede e di dilore:
chi li decide certe nen riflette
che a la fine n’ci stà nu vincitore.
Li sa, invece, chi porte lu lutte
pè ‘sti suldate che stà’ sotta terre,
dentre a ‘stu Campisante aperte a tutte.
Nen vence manghe chi è lu cchiù forte:
la vittoria, pe’ sempre, di ogne guerre,
Flamminio ha anche riferito la storia che c’è dietro questa poesia. Lui stava in Canada per i suoi tour artistici quando incontrò il presidente di un’organizzazione che una volta saputo che lui era della zona di Ortona ha insistito per farlo incontrare con un vecchio reduce canadese che aveva combattuto proprio in quelle zone durante la guerra. L’incontro fu molto toccante e il reduce gli disse che lui era stato molto fortunato perché si era salvato, ma che centinaia e centinaia di suoi amici erano morti durante quei terribili giorni. Il vecchio lo pregò di portare un fiore al Cimitero di Canadese di Ortona e di rivolgere una preghiera ai suoi amici. Una volta in Italia, Flamminio si recò al Cimitero, ma questa visita era del tutto diversa dalle altre fatte in precedenza. Vagando fra le numerose tombe, ricordando il sacrificio di tanti giovani vite, gli venne in mente il sonetto “Lu Sacrarie Canadese.
SACRARIE CANADESE
Di Luciano Flamminio
Madonne quante croce a ‘stu Sacrarie!...
Lu piante di li mamme e di li spose,
‘mbonne la vija ritte a ‘stu Calvarie,
addò’ marite e fije c-i-aripose
Lu frutte di cunflitte maledette
è ‘stu puste di Fede e di dilore:
chi li decide certe nen riflette
che a la fine n’ci stà nu vincitore.
Li sa, invece, chi porte lu lutte
pè ‘sti suldate che stà’ sotta terre,
dentre a ‘stu Campisante aperte a tutte.
Nen vence manghe chi è lu cchiù forte:
la vittoria, pe’ sempre, di ogne guerre,
è certamente e sole di la morte!
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