domenica 25 ottobre 2020

Parrocchia Ortodossa di Vasto, una realtà che cresce

Padre Petru Bogdan Voicu
Un luogo importante per mantenere vive le proprie radici . A colloquio con il parroco  padre Petru.

Chi vive in terra straniera cerca sempre un luogo dove poter incontrare connazionali con cui dialogare nella propria lingua. E questo luogo spesso è rappresentato dalla parrocchia o centro religioso della sua stessa fede, che diventa anche un centro vitale per conservare le proprie radici e mantenere le proprie tradizioni. 

A Vasto è il caso della Parrocchia Ortodossa, a totale servizio della comunità romena, con sede nell’antica chiesa di S. Maria di Costantinopoli, concessa in comodato dal Comune da dicembre 2013.
In questi anni il dinamico parroco padre Petru Bogdan Voicu ha coinvolto numerose famiglie e ha ricevuto grande disponibilità, trasformando la parrocchia anche in accogliente centro culturale per la numerosa comunità rumena.
La Pasqua Ortodossa a Vasto, prima del Covid.
“La nostra Parrocchia fa parte della diocesi Romeno-Ortodossa d'Italia (che comprende circa 300 parrocchie ortodosse rumene in tutta Italia) ed abbraccia anche le comunità di San Salvo e Termoli”, spiega padre Petru. “Nella zona abitano molti nostri connazionali: più o meno 1.300 a Vasto, 1.000 a San Salvo e 500 a Termoli. Qui a Vasto celebriamo la Messa in romeno ogni domenica alle 10 ed anche la festa dei santi. Come si sa la celebrazione è solenne e non usiamo strumenti musicali ma solo canti a voce. Voglio aggiungere che se un rumeno per qualche tempo non è andato in chiesa e torna da noi, appena ascolta la Messa in rumeno scoppia a piangere!”.

La Chiesa Cattolica e quella Ortodossa sono vicine, ma ci sono differenze. “Tutto ciò che la Chiesa fa è considerato sacramentale, ma i sacramenti, in senso proprio, sono sette. È diffuso il battesimo dei neonati, spesso seguito direttamente dalla Cresima e Prima Comunione, ragion per cui anche i bambini possono partecipare alla celebrazione eucaristica. Secondo la concezione ortodossa, il pane e il vino divengono il corpo e il sangue di Cristo grazie alla forza sublimatrice dello Spirito Santo”, spiega padre Petru.

“Per quanto riguarda i bambini, da noi ogni sabato dalle ore 16 in chiesa c’è il catechismo. Una volta preparati, a 7-8 anni fanno la prima confessione e prendono la Comunione. A scuola, normalmente i bambini romeni qui in Italia sono presenti nelle ore di religione cattolica, perché abbiamo comuni radici”.
La Pasqua Ortodossa svoltasi presso la Chiesa del Carmine

E le feste? “Per noi Ortodossi le feste più importanti sono, come per i cattolici, il Natale e la Pasqua. Solo che il Natale viene celebrato nello stesso giorno dei cattolici, mentre la Santa Pasqua cade in un giorno diverso solo per il fatto che noi calcoliamo la data sul calendario vecchio”.

E il matrimonio? “Per quanto riguarda il rito matrimoniale, bisogna chiarire che noi non possiamo celebrare matrimoni validi per lo Stato in quanto non abbiamo un Concordato come la chiesa cattolica. La prassi è questa: la coppia si sposa in Comune con rito civile, successivamente viene da noi per il rito religioso. Il matrimonio ortodosso è una cerimonia ricca di momenti di grande solennità e straordinaria ricchezza di simboli. Si conclude con la benedizione dei novelli sposi”.

E per quanto riguarda funerali? “Le cerimonie funebri, per chi risiede a Vasto, si celebrano qui con la presenza della bara del defunto. A Termoli e San Salvo invece la celebrazione avviene presso le chiese cattoliche che ci vengono concesse con grande disponibilità. La Divina Liturgia è cantata dal prete. Durante il funerale, anche da noi, più che lodare le virtù del defunto, le preghiere sottolineano la dura realtà della morte e la vittoriosa resurrezione di Cristo”.

Suscita curiosità tra i cattolici il fatto che i preti ortodossi si possono sposare. Il celibato è condizione necessaria solo ed esclusivamente per l'ordinazione dei vescovi.
“In effetti spesso mi viene chiesto del matrimonio del prete – spiega padre Petru. “Nella Chiesa ortodossa un uomo sposato può essere ordinato sacerdote. Ma il matrimonio (solo una volta e con una donna mai sposata) deve avvenire prima dell’ordinazione sacerdotale. Il celibato è imposto solo ai vescovi, ma non ai sacerdoti. Io sono sposato con Voicu Ana Lavinia, insegnante di lingua francese in Romania, e abbiamo tre figli. “Un sacerdote che ha una moglie è un sacerdote e mezzo” diceva divertito un nostro amico prete!” 

La parrocchia ortodossa di Vasto è diventata un importante punto di riferimento culturale per la comunità romena del territorio. “Organizziamo eventi per mantenere vivi costumi e tradizioni, insegniamo la lingua rumena ai bambini, sosteniamo iniziative culturali”, afferma Padre Petru. “Due anni fa abbiamo tenuto una bella mostra di icone sacre a Palazzo d’Avalos, l’anno scorso prima di Natale abbiamo organizzato la manifestazione “Canti Natalizi della Chiesa Ortodossa” invitando le altre parrocchie del centro Italia presso la chiesa del Carmine gentilmente concessa; e siamo stati anche presenti nel Presepio Vivente al centro storico! Ma quest’anno siamo stati bloccati dalla pandemia. Prima di Pasqua è saltata la mostra di icone in sala Mattioli e prima di Natale salterà la seconda edizione del concerto natalizio che quest’anno avevamo intenzione di organizzare al Palasport invitando almeno 30 parrocchie ortodosse presenti in Italia”.

“Per me non è stato difficile inserirmi nella realtà locale. La lingua è facilissima da imparare e poi siamo in un paese cristiano”, spiega padre Petru. “Sono sacerdote da dieci anni e prima di qui sono stato a Saronno e Messina. Devo dire che mi hanno sempre ben accolto, direi scherzando “adottato”, nel senso che ho trovato subito calorosa accoglienza nella grande famiglia del clero locale, come qui a Vasto. Sono solo tre anni che io sono qui, ma sembra una vita. Non ancora parlo il dialetto, ma prima o poi lo imparerò!”

L'artistico Crocifisso di padre Petru
destinato alla nuova sede
della biblioteca Mattioli all'Aragona

La struttura che ha trovato padre Petru - la chiesa di S. Maria di Costantinopoli - era un locale appena arredato. “Abbiamo cercato di dotarlo di tutto ciò che necessitava per far ricordare ai fedeli le nostre chiese - aggiunge il parroco ortodosso - aggiungendo arredi e molte icone”. Icone, in cui padre Petru Bogdan Voicu è un vero maestro, un artista che ha approfondito a lungo questa forma di arte sacra: “L’icona è una finestra che ti porta a Dio”, dice. “Non siamo noi che guardiamo i santi ma sono i santi che guardano a noi. Le icone non si dipingono ma si scrivono. Sono nate quando la popolazione non sapeva leggere e le rappresentazioni iconografiche erano un modo per raccontare il contenuto della bibbia con le immagini. Era un modo per trasmettere la teologia grazie alla vista.”

Orgogliosamente ci mostra un artistico Crocifisso che intende donare alla Biblioteca Mattioli da poco trasferitasi nello stesso complesso Aragona. Un lavoro di alta finitura e grande resa espressiva!


L’antica chiesa di S. Maria di Costantinopoli, quindi, comincia a splendere di luce nuova, dopo anni di abbandono. 
La Cappella porta la data del 1711, ma l’intero complesso Aragona di cui fa parte è molto più antico.
L'altare con la vecchia pala
poi scomparsa


Senza riferire dei diversi passaggi, diciamo che nel 1922 il palazzo venne acquisito da Umberto Mariani rientrato dall’America. “Pare che lo stato pietoso della Cappella trasformata in magazzino di grano e pollaio convincerà Umberto e consorte all’acquisto di tutto il complesso ai fini di un dignitoso restauro”, riferisce Remo Petrocelli in un suo libro di prossima pubblicazione. Fu così che la chiesa di S. Maria di Costantinopoli fu restaurata e a maggio 1922 di nuovo consacrata. Addirittura “nel 1924 Mariani suscita ammirazione con il presepe della “sua” cappella”. Ma passarono ancora anni bui.

Infine l’intero complesso Aragona fu acquisito dal Comune e pian piano ristrutturato. E “nel 2000 – riferisce Giuseppe Catania - il Ministero dei Beni Culturali, tramite la Soprintendenza, avviò un progetto di recupero, restauro e conservazione della chiesa, che tra l’altro conserva un altare di pregevole fattura, seppure realizzato con materiali poveri, ma artisticamente composti”. Al progetto parteciparono l'Istituto Statale d'Arte e il Liceo Classico di Vasto, con il sostegno della banca locale BCC.

Nessuno sa che fine abbia fatto l’originale pala dell’altare (v. foto), sostituita poi dall’attuale di fattura orientale che rappresenta la Resurrezione con la presenza dell’apostolo Andrea e di altri santi comuni: San Basilio, San Giovanni Crisostomo, San Giorgio, Sant'Anna e San Gioacchino, e altri.

La prima richiesta per utilizzare la cappella come luogo di culto per gli ortodossi fu formulata, nel maggio 2007, dal consigliere comunale Luigi Marcello, con allegato un folto elenco di sottoscrittori. Ma passarono altri anni, così il 13 dicembre 2013 il Comune di Vasto l’ha concessa in comodato alla Chiesa ortodossa romena locale per le funzioni religiose destinate ai numerosi immigrati di tale fede residenti a Vasto e dintorni. Ad avviare la parrocchia è stato padre Julian Stoica; al quale è subentrato, dal 26 novembre 2017, l’attuale padre Petru Bodgan Voicu.

La parrocchia ortodossa rumena di Vasto è una realtà che cresce, assumendo sempre più funzione di collegamento con la cultura della madrepatria. La chiesa di S. Maria di Costantinopoli uno scrigno di oriente, pieno di calore, al centro di Vasto!

Nicola D’Adamo



L'altare con la vecchia pala scomparsa
LA PASQUA ORTODOSSA AL CARMINE, PRIMA DEL COVID

La chiesa di S. Maria di Costantinopoli  con gli arredi ortodossi e le sacre icone

L'antico paliotto sotto l'altare con la Madonna

la data e della cappella 



Le attività parrocchiali in bacheca







La nuova pala dell'altare







L'antica immagine della Madonna di Costantinopoli



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