martedì 24 marzo 2020

Punta Penna: l'antica Torre di avvistamento per difendersi dalle scorribande saracene e corsare

A DESTRA LA TORRE DI PUNTA PENNA

di LINO  SPADACCINI

Sul promontorio di Punta Penna, si erge l'antica torre di avvistamento, una delle 366 che il viceré di Napoli Pedro Afán de Ribera, duca di Alcalà, fece costruire fra il 1563 e il 1568 per porre un freno alle scorribande saracene e corsare.
Sin dai tempi antichi, lungo i litorali marittimi, vennero costruite torri costiere con funzioni di avvistamento contro la pirateria. Già intorno al X secolo, in diverse località dell'Italia meridionale vennero edificate torri di vedetta a difesa dei porti. Furono gli Angioini a pensare a un sistema permanente e completo di difesa e di segnalazione con fumo e fuochi dall’alto di torri collocate in promontori e in vista una dell’altra.
la Torre com'era una volta, in una stampa antica
Tale sistema fu realizzato solo in minima parte, anche a causa dei continui cambiamenti politici e finì per passare sotto il controllo dei feudatari e delle famiglie che intendevano proteggere i propri territori, piuttosto che le popolazioni dei centri abitati.


Con l’avvento del governo spagnolo al Regno di Napoli (1501), l’idea di un sistema permanente e continuo era stato ripreso, ma solo con il viceré don Pietro di Toledo ci si preoccupò veramente della fortificazione del territorio oltre che della costruzione di fortezze nelle principali città. Gli equilibri politici europei si spostavano infatti portando la Francia a nuove e preoccupanti relazioni diplomatiche e alleanze con l’impero ottomano di Solimano I il Magnifico. Pietro di Toledo emanò già nel 1532-33 delle ordinanze rivolte alle singole Università, imponendo loro di proteggersi da eventuali attacchi saraceni con la costruzione a proprie spese di torri di avvistamento marittimo. La ripresa del conflitto franco-spagnolo rallentò la realizzazione del progetto che gravava interamente sulle spalle dei singoli comuni, impoveriti dalle guerre e impossibilitati a sostenere spese.

Nuovi ordini di costruzione generale delle torri marittime per conto e sotto la direzione dello Stato vennero nel 1563, quando il viceré don Pedro Afán de Ribera emanò precise istruzioni ai governatori provinciali. Nelle disposizioni del 1563 era previsto che la costruzione delle torri era decisa dalla Regia Corte, che le fortificazioni esistenti ritenute di pubblica utilità venivano espropriate dietro indennizzo, che regi ingegneri avrebbero individuati le località adatte alla costruzione di una catena ininterrotta di torri per tutto il Regno, e che le spese della costruzione sarebbe state imputate alle Università cointeressate in proporzione alla popolazione.

In questo periodo venne costruita la torre di Punta Penna, insieme a quella di Torre Sinello, posta a più a nord. "Lungo il lido del vastese demanio", si legge sulla Storia di Vasto di Luigi Marchesani, "si ergevano due di quelle riquadrate ben alte torri, che al numero di 366 furono innalzate dal Vicerè Pietro di Toledo nel 1557, o dall'altro Vicerè Duca d'Alcalà nel 1570, a fin d'impedir le depredazioni de' Corsali Turchi: le nostre, per le contrade in cui stavano, i nomi avevano di Torre Sinello e di Torre Penna. Sosteneasi dalla Università la spesa del loro armamento e delle rifazioni. Un Caporale o Torriere presedeva a Torre Sinello nel 1611 e nel 1717: Questa non era ancora caduta nel 1794. Torre Penna, su cui è inalberato un Telegrafo, è tuttavia in buono stato: le due spingarde, ond'era munita, furono trasportate in Vasto, ove servivano nelle salve: ora sono passate in poter del Sovrano".
La Torre della Penna si presenta a pianta quadrata, con lato da 12 metri, costruita in mattoni e completamente intonacata. Ha un'apertura per ogni lato e due ingressi nel lato sud, uno al piano terra ed uno al primo piano cui si accede tramite una scala in muratura a due rampe, costruita in epoca successiva.
Nel 1977 fu eseguito un intervento di restauro che modificò parzialmente la copertura a falde con una pagoda e modificò i barbacani delle caditoie.
La torre di Punta Penna ancora oggi mantiene l'attività di monitoraggio organizzata dalla Marina Militare Italiana, non più a vista ma con moderni sistemi radar.

Lino Spadaccini

















Nessun commento: