di Lino Spadaccini
Duecento anni fa, il 5 febbraio 1820, moriva Benedetto Maria
Betti, una delle menti più illuminate di Vasto.
Definito da molti studiosi il maggior erudito del tempo, il
Betti fu maestro di Gabriele Rossetti, da
lui iniziato negli studi medievali e danteschi, e di tutti quei letterati fioriti tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento.
lui iniziato negli studi medievali e danteschi, e di tutti quei letterati fioriti tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento.
Benedetto Maria nacque il 21 agosto 1751 da Michelangelo e
da Maria Ferragalli. Lo storico Luigi Marchesani, nella Storia di Vasto, così lo ricorda: "…modello di buono e religioso cittadino, intelligentissimo di pitture,
di cui fece nobil raccolta, avido di sapere, onde di molti e di scelti libri si
provvide, superior all'ignobil sentimento di letteraria gelosia, per lo che
aprì il tesoro de' suoi scritti alla ingegnosa ape del Romanelli, Dottor di
Leggi, Membro corrispondente della Real Società patriottica di Chieti, degno di
reggere il Distretto, letterato, versificatore, antiquario di gran valore, e 'l
saluterei pur padre della Storia patria…".
Presso l’Archivio Storico comunale "G. Rossetti",
sono conservati tutti i suoi volumi di manoscritti autografi e inediti,
compresa una monumentale Storia di Vasto,
seppur incompiuta. Infatti, il Betti potrebbe vantare il primato di essere lo
storico che in assoluto ha scritto di più sulla nostra città, ma che non ha
pubblicato nulla se non alcune poesie e una Lettera
a D. Michele Torcia sull’iscrizione di Paquio Azmeno.
Luigi Anelli a proposito del Betti scrisse: "ingegno eminentemente versatile,compendiò in
sé tutti i rami dell’umana dottrina; onde nei suoi scritti lo vediamo sommo
naturalista e pensatore profondo, distinto giureconsulto e filosofo insigne,
poeta gentile e dotto archeologo…", e a buon ragione si permise di
aggiungere "vero colosso della scienza
e delle lettere".
In realtà la pubblicazione della Storia del Vasto del Betti era in preparazione e l’amico pittore
Nicola Tiberi, aveva anche realizzato per l’occasione diverse incisioni in rame
di buona fattura (vedere foto).
I volumi lasciati dal Betti sono una fonte inesauribile di
notizie a cui tutti gli studiosi non possono esimersi consultare. Lo stesso
Marchesani, per la sua Storia di Vasto,
oltre agli scritti del Viti e del De Benedictis, si servì molto degli studi del
Betti. Il volume XVIII dei manoscritti, composto da 471 fogli, è interamente
dedicato agli Annali Frentani, mentre
il volume successivo contiene la
Storia di Vasto ed è formato da 512 fogli.
Ma
tanti sono i saggi e le dissertazioni sugli argomenti più disparati: su
Histonium e le sue origini, su Buca, sulla storia delle numerose chiese e
conventi presenti nella nostra città, sulla chiesa di S. Eleuterio, sui
personaggi illustri vastesi, da quelli di epoca romana fino ai letterati del
settecento, sulle vertenze tra i capitoli di S. Maria e S. Pietro, sulla
diocesi di Vasto, una lunga e ragionata dissertazione sull’iscrizione a Lucio
Valerio Pudente e tanto altro ancora.
A Betti, letterato vastese, Giacinto Barbarotta dedicò la seguente
iscrizione:
AL GIURECONSULTO
BENEDETTO BETTI
FISOLOFO NON VULGARE
POETA OTTIMO STORICO
ASSENNATO
PRESO DA PATRIO AMORE
TENERO CALDISSIMO
SCRISSE DELL'ISTONIO
ANTIQUA E DE' SUOI FIGLI EROI
LA GRATITUDINE
CITTADINA
PER L'ACQUISTO DI
SPLENDORE COTANTO
CORONA MERITORIA
PREPARAVA
MA IL DESTINO DEL
PRESTANTISSIMO UOMO
VEDER NOL VOLLE
SODDISFATTO DEL VOTO UNIVERSALE
MORI' DI ANNI LXIX
NEL V FEBBRAIO MDCCCXX
LASCIANDO ALLA
DOLENTISSIMA MOGLIE
E SUOI MESTISSIMI
FIGLI
TESAURO UBERTOSO DI
LETTERARIE LUCUBRAZIONI
FRATELLI AMANTISSIMI
ALLA MEMORIA DEL PIO
PER SENTIMENTO
DEL RELIGIOSO PER
PRINCIPII DEL CARITATEVOLE PER COSCIENZA
SIEN SACRI
UNA LAGRIMA E UN
SOSPIRO.
Nessun commento:
Posta un commento