sabato 22 giugno 2019

OGGI LA TRADIZIONALE PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI: LA STORIA DI QUESTA FESTA A VASTO DAL 1576

di LINO SPADACCINI 

Sarà S.E. Mons. Bruno Forte a presiedere, presso la chiesa di S. Maria Maggiore, la Concelebrazione Eucaristica per la solennità del Corpus Domini.
Alla S. Messa, in programma questa sera alle ore 18, parteciperanno tutti i sacerdoti vastesi, le associazioni cattoliche e di volontariato e tanti bambini che nelle settimane scorse per la prima volta si sono accostati alla comunione.
Al termine della celebrazione verrà portata in processione, racchiusa in
un ostensorio, l’ostia consacrata che rappresenta Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento, fino alla Concattedrale di S. Giuseppe, dove seguirà la cerimonia conclusiva.



LA STORIA 
La festa del Corpus Domini venne istituita nel 1264 da papa Urbano IV in seguito al miracolo che si verificò a Bolsena l’anno prima. Un sacerdote boemo, passando per la cittadina umbra, si fermò a celebrare messa sull’altare della chiesa di S. Cristina. Il sacerdote era afflitto da dubbi teologici, sul mistero del corpo e del sangue di Gesù e, al momento della consacrazione, dall’ostia cominciò a sgorgare sangue.
L’avvenimento fu prontamente comunicato al Papa, che in quel tempo risiedeva ad Orvieto. Questi ordinò che i paramenti indossati dal sacerdote, bagnati dal sangue dell’ostia, fossero trasferiti ad Orvieto. Durante il trasporto delle "reliquie", gli abitanti dei paesi in cui passava la processione, buttarono dei petali di fiori sulle strade. Da questo episodio nacque la tradizione delle "infiorate", con la realizzazione di bellissime composizioni realizzati con petali di fiori.

Le prime notizie storiche riguardanti la processione del Corpus Domini a Vasto, sono state riportate nel 1576 da Padre Serafino Razzi, priore del Convento dell’Annunziata a Porta Nuova, nei suoi appunti di viaggio. "A' 21 di giugno la festa del corpus domini fu fatta solenne processione per la Terra, senza entrare in alcuna chiesa", annotava il priore del convento domenicano, "E portò il Santissimo Sacramento il Vicario del Signor Abate, che stanza in Napoli, padrone nello spirituale di questa terra: la quale non è sotto Vescovo alcuno. Et il baldacchino sopra detto Santissimo Sacramento fu portato da tre coppie di prelati. Imperocché alle due prime aste erano il priore di Santo Agostino, et il Guardiano della Scarpa: alle due del mezzo eravamo il priore dei celestini, et io priore indegno di San Domenico. Et alle due ultime erano il proposto di San Pietro, et un altro prete graduato. E non ci scambiammo mai".

Come riportato dal canonico Diego Maciano nel suo "Diario", conservato manoscritto presso l'Archivio Storico "G. Rossetti", sappiamo che nel 1723 le aste erano passate ad otto, con il seguente ordine: 1° Preposto di San Pietro, 2° Primicerio di S. Maria Maggiore, 3° Priore dei Celestini, 4° Priore dei Domenicani, 5° Priore degli Agostiniani, 6° Guardiano dei Francescani, 7° Guardiano dei Zoccolanti di Sant’Onofrio, 8° Guardiano dei Cappuccini. Rimasero esclusi il superiore dei Minimi Paolotti e quello dei Padri Lucchesi, forse per non dover aggiungere altre due aste alle otto già funzionanti. Attualmente le aste sono sei e sono rette dai confratelli del SS. Sacramento.

Se da qualche anno la festa del Corpus Domini riesce a coinvolgere tutte componenti cattoliche della città, nel passato non è stato sempre così. Come si legge dalle colonne de Il Vastese d’Oltre Oceano, la processione del 30 maggio 1929 rappresentò quasi un avvenimento per l’epoca, in quanto venne ripresa l’antica tradizione interrotta quarantatré anni prima. All’appello dell’Arcivescovo Monterisi, risposero le autorità civili e militari, le associazioni cittadine con i loro vessilli e un’imponente massa di fedeli. Lungo il percorso, affisso sui muri si leggeva la seguente epigrafe: A / CRISTO / DIO VIVO E VERO / PRINCIPE DELLA PACE / CHE / NEL SACRAMENTO DEL SUO NOME / PASSA TRIONFALMENTE / PER LE NOSTRE VIE / ONORE E GLORIA. 

Dai balconi delle case, dove erano esposte le coperte più belle, al passaggio della processione scendeva una pioggia di fiori.

Unica nota stonata della giornata, la mancata partecipazione delle congreghe, in quanto la tanto attesa conciliazione tra le confraternite di S. Maria e di S. Pietro, auspicata dalle autorità civili ed ecclesiastiche, era ancora una volta fallita. "E dopo tale mancato accordo", si leggeva sul periodico vastese, "che è in aperto contrasto con lo spirito dei nuovi tempi e con l’esempio ora datoci dalla Chiesa e dallo Stato, non rimane che attendere che nella coscienza di certi dirigenti maturi la persuasione che la buona o cattiva accoglienza che la conciliazione fra le due confraternite potrà trovare presso le femminette, è elemento trascurabile dinanzi ad ogni opera che ha il nobile scopo di comporre le cittadine discordie per restituire la tranquillità e la pace al proprio paese".
Le antiche ruggini tra Mariani e Petroni, andate avanti per secoli, oggi, per fortuna, rimangono soltanto un lontano ricordo.

Lino Spadaccini





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